Lo paragonavano ad Harry Potter: del resto quegli occhialini lo facevano assomigliare molto al maghetto della saga di J.K. Rowling.
Francesco Giani non aveva nemmeno 17 anni quando, quel terribile 4 dicembre di tre anni fa, ci ha lasciato.
Lo ricordo oggi, sperando (e nel caso mi scuso) di non essere inopportuno, nel terzo anniversario dalla sua scomparsa, per due motivi: il primo è di tipo, mi viene da dire, umano-giornalistico.
Faccio questo mestiere da oltre 14 anni, purtroppo ne ho seguite tante di notizie di cronaca.
Questa però fu la prima di quelle lancinanti, terribili, che ci trovammo a dover seguire con Il Gazzettino del Chianti, che aveva iniziato le sue pubblicazioni da neanche un mese.
Insomma, semplicemente, mi è rimasta impressa nella memoria. Indelebile quel funerale in un pomeriggio terso, con il corteo in quella piazza Buondelmonti simbolo e cuore di Impruneta inondata di sole.
Il secondo motivo è una riflessione: da una tragedia totale, abissale come questa, la famiglia, gli amici, i rionali del Sant'Antonio hanno saputo trovare uno spunto per fare del bene. Per testimoniare la vicinanza a Francesco negli atti quotidiani.
Prima di tutto grazie ai genitori di Francesco, che coraggiosamente hanno vissuto il loro dolore in mezzo agli altri. Senza nascondersi. Con sincerità e dignità.
Poi ci sono i due "poli" della solidarietà in memoria di Francesco: il Circolo del Tennis di Impruneta e il rione del Sant'Antonio.
Luoghi dell'infanzia e di quell'adoloescenza finita troppo presto. Luoghi che portano segni indelebili della sua presenza. Alberi piantati, felpe che lo fanno essere sempre presente sul rione.
Francesco c'è: nei pensieri di tanti, nel cuore. Anche oggi, ripensando a tre anni fa, Francesco c'è. E ci sarà: sempre.
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