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mercoledì 1 Ottobre 2025
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    Giuliano, da un anno non ci sei: ma i tuoi colori rimangono

    Ricordo ancora quella mattina del 15 febbraio dello scorso anno: mi arriva una telefonata sul presto, molto presto. Dall'altro capo del telefono un'amica mi dice: "Stanotte è morto Giuliano".

     

    Le orecchie che fischiano, la testa che un po' gira: quel fiato che manca quando ricevi una notizia del genere. Inattesa, terribile.

     

    E' passato un anno ma sembra ancora ieri: Giuliano Ghelli non è più, almeno fisicamente, in mezzo a noi.

     

    Poi il dolore, il funerale in palazzo comunale con centinaia e centinaia di persone. Fino a quel terribile incendio, qualche mese dopo, che ha portato via molti tuoi lavori, il tuo studio in cenere. Un qualcosa di irreale e senza senso.

     

    Ti ricordo Giuliano, ogni giorno. Un quadro in camera, quelli nel soggiorno, uno in camera della bimba, il suo bavaglio che dopo ogni poppata viene appoggiato sul bustino in terracotta che insieme a Sandra ci regalasti nel giorno del nostro matrimonio.

     

    Sei sempre davanti ai nostri occhi, sei sempre nel nostro cuore: non sei qui con noi, ma alcuni dei tuoi colori sono rimasti e ci fissano con la loro voglia di vivere.

     

    Il mio non è un ricordo privato: è pubblico, come sei stato pubblico come artista. In mezzo a tutti, democratico, generoso in maniera straordinaria. Hai conosciuto tanti, tanti ti hanno conosciuto. Sei stato popolare, in mezzo al popolo.

     

    La tua non è mai stata una torre d'avorio dalla quale ogni tanto scendevi: sei sempre stato al "piano terra" con tutti noi. Sorridente, candido come un bambino.

     

    Ricordo quando mi invitasti a casa tua per raccontarmi con quale gioia ti stavi apprestando a dipingere il drappellone del Palio di Siena del 2009. Ricordo le ore passate insieme a te nel tuo studio, colorato, caotico.

     

    Quei pesciolini delle tue "migrazioni" sul muro, che dipingesti come buon augurio: avevi avuto da poco un'operazione al cuore, ma salisti su quella scala e sorridendo facesti quello per cui sei nato. Donare gioia.

     

    Ricordo l'ultimo giorno in cui ti ho incontrato, pochi giorni prima di tutto, all'inaugurazione di una mostra sull'amore a San Donato in Poggio, in Palazzo Malaspina. C'erano alcuni dei tuoi lavori: partecipavi sempre, difficilmente dalla tua bocca usciva un no.

     

    Ricordo, ricordo… . L'elenco sarebbe interminabile, infinito se vi unissimo i ricordi dei tanti che oggi si fermeranno a rammentarti. Sei nei nostri pensieri, sei nelle nostre vite. Per sempre.

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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