Conosco Lorenzo Cecchi (nella foto qui sopra è quello proprio nel mezzo) da una vita: quando l'ho conosciuto io, nei corridoi dell'Università di Lettere e Filosofia di Siena (corso di laurea in Scienze della comunicazione), era semplicemente Lorenzo. O "Lore", visto che da giovani si usa… abbreviare.
Lui arrivava da Ponte a Elsa, nell'empolese. Io da San Casciano. Pendolari universitari. Presto diventò "Pennellone": alto, altissimo, con quei capelli lunghi "che tu mi sembri un pennello pronto da immergere nella vernice" gli diceva con la sua sguaiata allegria Vanni Sartini "from Firenze" (il quarto, di questo poker sghembo e sgangherato, era Cosimo Ciampoli da Castellina in Chianti).
Oggi i capelli sono corti, cortissimi. L'altezza però è rimasta la stessa: Lorenzo si laureò con 110 e lode, bacio accademico e commozione (mi pare) del temibilissimo professore di Storia contemporanea Alberto Tovaglieri (che, ricordo, ci fece pure vedere "La corazzata Potemkin").
Poi la folgorazione: Lorenzo, che è a dir poco un perfezionista, iniziò con la giocoleria. Prima una passione, poi un lavoro.
Ha fondato infatti, insieme ad altri clown-colleghi, la cooperativa sociale Ridere per Vivere Toscana. Che, fra le altre cose, svolge un meraviglioso servizio nelle corsie di alcuni ospedali della nostra regione. Diventando il "Dottor Duemetri".
Lui fa tante cose, anche corsi di giocoleria per bambini e ragazzi, i match di improvvisazione teatrale.
Intanto le vite scorromo in parallelo. Ogni tanto però ci si vede e ci si incontra. Ci si sente. L'ultima volta siamo stati ospiti della sua bellissima famiglia in quel di San Miniato (Pisa), dove oggi vive.
Ed è lì che mi dice l'ultima: "Mi sveglio tutte le mattine alle cinque per andare a correre, mi piace la maratona". Io ero rimasto alle levatacce per fare l'orto (ovviamente è diventato bravissimo anche in quello…), questa ancora mi mancava.
Per me, "animale da divano" per eccellenza, una follia pura. Per lui, oltre che una passione, una cosa da fare con la solita precisione e attenzione. Quasi come i giapponesi, che ricercano la perfezione nei gesti, nei movimenti più semplici.
Oggi questi due percorsi, che forse poco hanno a che vedere con il corso di laurea che ci ha visti fianco a fianco (o forse no…?), si riuniscono. Perchè Lorenzo comunque sa come la comunicazione si muove; ne conosce le leggi, le regole.
Ed allora eccolo che il 23 marzo correrà la maratona di Roma con il suo naso da clown e tre palline che non smetterà mai di far volteggiare per aria.
L'obiettivo è raccogliere fondi per portare il sorriso ai bambini negli ospedali: attività splendide, meritorie come dicono alcuni, che però nel nostro Paese fanno una gran fatica a strappare qualche finanziamento.
Lorenzo lo sa, ed allora seguiamolo tutti nella sua corsa piena di magia, mentre attraverserà Roma con un naso da clown e tre palline. Ah, non temete: lo farà, come sempre, alla grande.
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