"Spero che le prossime elezioni amministrative siano le ultime nelle quali si vota per un sindaco a Tavarnelle e uno a Barberino Val d'Elsa".
Parole e musica dell'attuale primo cittadino di Tavarnelle, Sestilio Dirindelli, che in occasione di un dibattito alla Festa democratica al Parco del Mocale (clicca qui per leggere l'articolo) è tornato a percorrere la via maestra della fusione fra le due amministrazioni comunali.
Una via che però dall'altra parte, ovvero a Barberino Val d'Elsa, non hanno davvero voglia di percorrere. Per adesso in nessun modo.
L'ha ribadito in più di un'occasione (anche pubblica) il sindaco Maurizio Semplici: "Della fusione dei Comuni se ne parla dopo le amministrative 2014". Questo il succo del discorso.
Molti i motivi che spingono Barberino a temporeggiare su un processo che, invece, a Tavarnelle vorrebbero procedesse spedito e diventasse anzi uno dei temi centrali delle prossime campagne elettorali per le amministrative nei due comuni.
Il retropensiero barberinese è che parlare troppo di fusione fra Comuni in campagna elettorale possa portare effetti negativi alle urne: e in un Comune che vide l'egemonia di centrosinistra sgretolarsi nel 1999 con la vittoria di Michele Bazzani e di Obiettivo Comune, nel pensiero di qualcuno (o di molti?) c'è quella esperienza traumatica da scacciare come un fantasma.
Da tenere poi in considerazione la lentezza con la quale a Barberino si sta procedendo all'individuazione delle possibili candidature per il "post Maurizio Semplici".
Mentre gli antagonisti di Obiettivo Comune, da sempre contrari anche al processo di unione con Tavarnelle, presentano la loro "rosa" di nomi venerdì 30 agosto (clicca qui per leggere l'articolo), nel campo della maggioranza tutto tace.
Insomma, semplificando c'è chi pensa che i cittadini barberinesi non siano pronti a percorrere la strada della fusione con Tavarnelle, tornando a quel Comune unico che esisteva già tanti decenni fa. E che siano pronti a "punire" con il voto chi invece questa strada dimostra di volerla percorrere.
E se invece si iniziasse a pensare sul serio che l'identità di un paese, di una comunità, viaggiano su binari diversi da quelli strettamente amministrativi, che devono fare dell'efficienza la loro bussola di riferimento? Forse, allora, si avrebbe anche meno "paura" di una punizione alle urne… .
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