SAN CASCIANO – ChiantiBanca al centro del tentativo finale di "spallata" alla riforma delle banche di credito cooperativo, che il prossimo 13 settembre, all'Obihall di Firenze, vivrà uno dei suoi momenti cruciali con una convention dedicata al tema.
Una centralità indiretta quella dell'istituto di credito chiantigiano, ma pur sempre oggettiva, dal momento che la maggior parte dei componenti dell'associazione Articolo 2, che ha sta organizzando l'evento, sono legati a doppio, triplo filo con la stessa ChiantiBanca.
C'è il presidente della Fondazione ChiantiBanca, Stefano Mecocci, il vicepresidente vicario Filippo Biagiotti. Un consigliere d'amministrazione attualmente in carica, Stefano Sivieri. Il presidente onorario Paolo Bandinelli, molti ex amministratori, altri legati a ChiantiMutua.
Con il paradosso di una banca che negli anni ha sempre cercato, pur mantenendo rapporti soprattutto a livello locale e regionale con gli amministratori pubblici, di tenere le distanze dalla politica (almeno questo era un "mantra" ripetuto costantemente), che oggi (indirettamente) si trova legata alla politica come non mai.
Il motivo è presto detto. Nel ricchissimo parterre di relatori che l'associazione Articolo 2 sta allestendo, una parte molto importante pare sia proprio riservata a esponenti del mondo gialloverde, ovvero Lega e MoVimento 5 Stelle, al Governo in questo momento.
Ed è, ovviamente, comprensibile: se si vuol cercare di dare una spallata a una riforma che dovrebbe, pur con la moratoria sancita dal Governo in carica, entrare in vigore fra pochi mesi, è proprio a chi manovra la situazione adesso che bisogna rivolgersi.
E allora ecco che sembrano annunciati fra i relatori della convention (dal titolo inequivocabile, "La scomparsa delle banche di credito cooperativo") personaggi di primo piano: a partire dal ministro per i rapporti con il Parlamento e la democrazia diretta Riccardo Fraccaro, del MoVimento 5 Stelle, descritto molto attento e vicino al mondo delle Bcc.
Poi, la Lega: il senatore Alberto Bagnai, presidente della commissione affari, finanze e tesoro del Senato, una delle voci economiche più ascoltate nel Carroccio.
Il senatore Manuel Vescovi, segretario regionale della Lega in Toscana, membro della commissione affari esteri ed emigrazione.
Infine la senatrice (sangimignanese) Tiziana Nisini, segretario dell'ufficio di presidenza del Senato, membro della settima commissione permanente (istruzione pubblica e beni culturali).
Ampio spazio a inoltre tutto quello che dovrebbe essere il "parterre" di tecnici e profili di alto livello: con in testa il professor Valerio Onida, presidente emerito della Corte Costituzionale, professore emerito di diritto costituzionale all'Università degli Studi di Milano.
Lui, insieme ad altri tecnici e alla politica, sarà chiamato a dare risposte ad alcune delle domande che l'associazione Articolo 2 ha posto come spunti della convention (programma provvisorio).
Partendo da una che è decisamente dirimente (e se fondata molto preoccupante per i socii): con la legge 49/2016 i soci delle nostre banche avranno sempre diritto a riavere il capitale sociale da loro versato?
E ancora: con il trasferimento alla Bce della vigilanza sulle nostre banche, i piccoli imprenditori e le famiglie avranno ancora accesso al credito? Con l'adesione obbligatoria delle nostre banche ad una Spa si cancellano 130 anni di storia cooperativa? Con la perdita dell'autonomia delle nostre cooperative di credito, sarà ancora possibile sostenere la mutualità e le associazioni del territorio?
Tantissime le domande ulteriori che vengono in mente: ad esempio come valuta Iccrea, che ChiantiBanca ha "sposato" con entusiasmo dopo una retromarcia clamorosa dalla precedente indicazione della holding in Cassa Centrale, questa iniziativa?
E, nel caso davvero la riforma saltasse e le Bcc rimanessero nella situazione attuale, con quali garanzie di sopravvivenza per un mondo bancario cooperativo che sembra presenti tantissimi istituti in grave sofferenza? Con quali garanzie per l'occupazione?
Magari la convention potrà rispondere anche a questi interrogativi.
di Matteo Pucci
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