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martedì 23 Aprile 2024
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    Non possiamo dare la colpa solo alla propriet&agrave: la parte tecnica ha mollato

    È davvero complicato scrivere un articolo sulla partita di Frosinone.

     

    Troppo pochi gli spunti seri, le conclusioni poi che si possono trarre sono sempre le medesime da settimane e rischierei di essere più noioso del solito.

     

    Frosinone-Fiorentina non è stata che l’ennesimo specchio della gestione Della Valle, dei “vorrei ma non posso”, della grinta che non abbiamo più oramai dai tempi di Prandelli, di una squadra che qualsiasi cosa accada è destinata a non entusiasmare mai per più di 2-3 mesi all’anno, di una squadra senza una guida, senza un vero “leader”.

     

    A Firenze vige una regola, quella di certificare senza appello la capacità dei giocatori o dei dirigenti nel giro di pochi mesi, a volte di pochi giorni. Se uno viene etichettato “bene” allora sarà sempre forte e sarà sempre un rimpianto.

     

    Al contrario sarà sempre un “pacco”. Potrei fare infiniti esempi di “campionissimi” che abbiamo ceduto per la disperazione dei più, salvo poi rendersi conto di quale livello stavamo parlando.

     

    Prendiamo Jovetic. Qua considerato unanimemente un dio o quasi, ma che in 3 anni da ex ha collezionato 65 presenze e 16 gol tra City e Inter comprendendo sia le coppe che i campionati (diciamo quindi su 130-140 partite giocabili totali). Il nulla assoluto.

     

    Oppure Ljajic. Sempre 3 anni da ex e 99 presenze e 19 reti. Tutto compreso. Poco più di una riserva.

     

    Nastasic? Quattro anni da ex, un po’ sfortunato con gli infortuni, ma ha fallito al City (50 presenze in 2 anni e mezzo) e sta facendo poco anche allo Schalke (20 presenze in 1 anno e mezzo).

     

    Tornando ai giorni nostri, Joaquin sta facendo la riserva anche al suo amatissimo Betis e parlando di chi ancora è qua con noi Borja Valero e Gonzalo (probabilmente i nostri migliori due giocatori della rosa) non fanno neanche lontanamente parte dei progetti delle proprie nazionali (Borja ha 1 presenza nel 2011 e Gonzalo ne ha due negli ultimi 11 anni).

     

    Gli unici che stanno facendo bene sono Cuadrado (benino e da soli 3-4 mesi, prima non ha funzionato al Chelsea) e Salah (stagione di alti e bassi, anche se complessivamente buona).

     

    Cambiamo settore. Vogliamo ricordarci di Eduardo Macìa? Altro presunto illuminato che da Siviglia (sponda Betis) non vedono l’ora di mandare via?

     

    Oppure ancora più recentemente pensiamo a Montella, attuale allenatore della Sampdoria (che incontreremo proprio dopo la sosta), presa in mano quando era oltre metà classifica e condotta in pienissima lotta retrocessione?

     

    Ora, se la sopravvalutazione dei dirigenti attuali è praticamente impossibile (raramente si è avuta a Firenze una tale accozzaglia di pressappochismo, tristezza, incapacità e inadeguatezza), rischiamo di aver tutti commesso il solito errore con mister Paulo Sousa.

     

    Mi pesa molto dirlo. Non faccio eccezione, io per primo ne ho tessuto le lodi per settimane. Ma quattro mesi di grande calcio non possono bastare.

     

    Sono mesi oramai che la Fiorentina è sotto tono e se una parte del problema è certamente di livello atletico, va anche detto che non c’è stato alcuno “step” dal punto di vista tattico. Questa squadra si è intristita, è ritornata a rovinarsi con quel maledetto possesso palla sterile, senza i tagli che la caratterizzavano ad inizio stagione.

     

    Non ci sono novità, non ci sono idee, non c’è alcuna varietà e come si blocca la Fiorentina lo sa oramai anche un Frosinone qualsiasi.

     

    Chiedere “equilibrio” a questa città è impossibile, sarebbe come snaturarla. E sappiamo pure che purtroppo tutti i problemi nascono da un’unica radice comune, ben più complessa di una semplice mancanza di grinta o di nuovi schemi.

     

    Però non possiamo fare l’errore di dare la colpa alla proprietà per qualsiasi cosa. Anche il comparto tecnico, fino a poche settimane fa impeccabile, sta mollando e questo non possiamo permetterlo.

     

    Non possiamo far “vincere il loro progetto” così, senza neppure lottare.

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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