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martedì 29 Aprile 2025
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    Marzia e Renzo, l’indipendenza come valore fondante della coppia: questa è la loro storia

    Nel nostro giro alla scoperta delle coppie "storiche" del territorio, facciamo tappa all'Antella. E il circolo Arci del paese a fare da punto di incontro

    ANTELLA (BAGNO A RIPOLI) – Una coppia praticamente cresciuta nello stesso paese dove tutt’ora abita, l’Antella.

    Che ha studiato alle stesse scuole, prima quelle del paese e poi quelle di Firenze, che ha condiviso gli stessi ideali e frequentato, impegnandosi attivamente, la stessa casa del popolo (ovvero il Circolo Ricreativo Culturale di Antella).

    Nonostante questo (o per questo) Marzia Righi e Renzo Mattioli sono riusciti a conservare entrambi la propria identità, ciascuno con le proprie passioni.

    “Uno spazio di indipendenza che altrimenti porterebbe ad un esaurimento dell’interesse reciproco” ci dice Renzo con semplicità.

    Coniugi da venticinque anni ma, con estrema riservatezza, insieme da ben prima: “Galeotte le elezioni del 1985 e la famosa nevicata” confida Marzia, sono una coppia da ascoltare.

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    Affiatati, attivi, curiosi e appassionati alla vita: “Abbiamo i nostri amici e i nostri spazi – prosegua Marzia – Amo andare a cena fuori con le amiche ed ex colleghe, con le quali ci sentiamo spesso nonostante siano già alcuni anni che sono andata in pensione”.

    Un lavoro il suo, direttrice di banca, da gestire con estrema professionalità. Anche perché svolto sempre nelle filiali del territorio ripolese. E che, ci racconta, adesso la ripaga nel sentirsi ancora benvoluta da chi l’aveva conosciuta.

    Renzo legge moltissimo, gioca a biliardo e a carte (e vince ogni sera quando giocano insieme).

    In comune la frequentazione del circolo, sul quale si aprono gli affacci della loro terrazza, come punto di riferimento di un luogo dove si guardava all’avvenire ed alle necessità della comunità. E come luogo di aggregazione sociale, per leggere L’Unità e giocare, appunto, a carte.

    Dal 1984 al 1987 Renzo è stato presidente e Marzia segretaria. Entrambi intraprendono lo stesso percorso al circolo fin da giovanissimi, appena quindicenni iniziano con la famosa commissione spettacoli. “Ovvero a strappare i biglietti all’ingresso” chiarisce Marzia.

    Proseguendo poi come semplici consiglieri, e passando successivamente lei alla segreteria e lui alla presidenza.

    “Dopo però negli anni abbiamo lasciato spazio ad altri, credendo in un necessario ricambio costruttivo generazionale” tiene a precisare Renzo.

    “Ma la frequentazione è rimasta, quotidiana fino a prima della pandemia, e quando insomma c’è bisogno di dare una mano – continua Marzia – Una figura importante quella del circolo nella mia vita che ho vissuto con mio nonno, con mio padre e condiviso con Renzo”.

    “L’utilità del circolo, negli anni in cui la città era sentita più lontana e ci si muoveva dai paesi con più difficoltà – racconta Renzo – come centri di aggregazione per i giovani, e non solo. Su quel muretto ci sono state sedute generazioni e generazioni. Una grande risorsa la sala da ballo, per esempio, che portava soldi che poi venivano reinvestiti. Negli anni poi il cambiamento e l’impoverimento in generale di questi ambienti”.

    Un impegno, quello sociale, portato avanti da sempre. Oggi è uno sguardo preoccupato quello di Renzo sul futuro: “Quando eravamo giovani avevamo degli ideali che erano degli obbiettivi che si pensava, nel corso della vita, di poter raggiungere. E questo ci arricchiva e dava un senso”.

    “Oggi – riflette – purtroppo gli ideali sono finiti, le idee anche e quindi ci troviamo in un mondo che è molto più arido. Dove anche il dibattito politico, rispetto agli anni Settanta, risulta sterile indipendentemente dall’idea politica nella quale uno si riconosce”.

    Aggiunge ancora Renzo: “Mancano quei personaggi di alto livello che si ascoltavano con grande piacere, anche se con idee diverse. Manca, a parere mio, quella visione globale di nazione da raggiungere con un piano di sviluppo, di una società che potrà offrire ai più giovani le speranze: nel mondo della scuola, del lavoro”.

    “Ti senti amareggiato – dice ancora – per non aver saputo dare il tuo contributo, o che avevi creduto di poter dare, per aggiungere un qualcosa di migliore e un mondo più in equilibrio, con meno differenze. E invece, quando ci penso, rifletto dicendomi che il fallimento è anche il mio pur essendomi impegnato, nel piccolo attraverso il circolo. E nella comunità in generale, quando ho fatto il consigliere comunale per due legislature. Probabilmente un errore evidentemente fatto da tanti, che però adesso preoccupa”.

    “Un uomo anche romantico” scherza, anche se ne condivide le idee, Marzia “che ogni tanto mi mandava i fiori in ufficio. Al quale so di potermi appoggiare vista la mia insicurezza”.

    “Non ci mancano però le litigate – precisa lei – poche ma talvolta incendiarie”.

    “Come tutti – minimizza Renzo – I momenti duri si superano volendo bene alla persona che si ha vicina, coltivando la stima”.

    “E con tanta, tanta pazienza – dice Renzo – Lei è testarda, spesso irragionevole con reazioni istintive esagerate (scherza). Discutiamo soprattutto di sciocchezze. Se c’è la disponibilità al confronto, a voler superare un ostacolo o anche un momento difficile allora si riesce ad andare avanti. Altrimenti, se nella coppia le posizioni sono rigide, inevitabilmente avvengono rotture insanabili”.

    Una coppia nella quotidianità, molto diversa quanto simile: “Io vado a letto tardissimo e lui prestissimo – racconta Marzia – io mi alzerei tardissimo e lui invece all’alba, io ho un tono della voce elevato e lui molto basso, leggiamo letture completamente diverse. Ci poniamo in modi diversi e sembriamo di conseguenza diversi. Ma nell’intimità siamo molto affini”.

    In sintonia vivono fortemente il legame di coppia, e durante il lockdown la sofferenza è stata dettata dalla situazione generale. Non certo nello stare insieme.

    “Ma dopo che il nostro matrimonio è iniziato con settantotto giorni trascorsi da me a letto – conclude Renzo – costretto dall’ingessatura del busto in conseguenza di un brutto incidente avuto in viaggio di nozze, cos’altro ci avrebbe potuto spaventare?”.

    @RIPRODUZIONE RISERVATA

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