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venerdì 23 Maggio 2025
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    Popolari Toscani Europei: “Ritardo lavori Publiacqua ad Antella? Problema di rapporti fra Comuni e partecipate”

    "Come può il Comune di Bagno a Ripoli, con una quota dello 0,019% in Publiacqua, pretendere tempestività? Fusione Firenze-Bagno a Ripoli interesse concreto dei cittadini"

    BAGNO A RIPOLI – Il Movimento dei Popolari Toscani Europei (PTE), presente da tempo sul territorio toscano (e in particolare nella provincia di Firenze) prende posizione (a nome del presidente Franco Banchi e di Andrea Poli, membro del direttivo regionale, già consigliere comunale di Bagno a Ripoli) sui ritardi nei lavori di potenziamento delle fognature ad Antella.

    Ritardi che da tempo fanno arrabbiare i cittadini e che, anche di recente, sono stati direttamente legati a problemi di ulteriori allagamenti in paese.

    “Nella frazione di Antella – evidenzia nello specifico Andrea Poli – sono in corso da mesi i lavori di potenziamento della rete fognaria, che interessano via Peruzzi e piazza Peruzzi. Tali lavori, deliberati a séguito dell’alluvione che aveva colpito l’abitato di Antella il 15 agosto 2022, provocano disagi per la popolazione, consistenti da una parte nella chiusura di via Peruzzi e nello spostamento del traffico veicolare su strade secondarie, dall’altra nello scorrimento all’aperto delle acque fognarie nella piazza Peruzzi, con relative esalazioni rese ancora più fastidiose dal clima torrido”.

    “I lavori – prosegue l’esponente PTE – avrebbero dovuto concludersi entro il mese di giugno, ma a quanto sembra si sono prolungati per una serie di accertamenti disposti dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio su alcuni ritrovamenti effettuati durante gli scavi”.

    “Comunque, opportunamente – riprende – come veniamo a sapere dalla stampa, l’amministrazione comunale ha chiesto a Publiacqua che i lavori possano essere accelerati, e Publiacqua ha dichiarato la disponibilità in tal senso”.

    “A riguardo – fa notare Andrea Poli – si deve osservare che i ritardi nel completamento dei lavori in questione non sono imputabili soltanto all’intervento della Soprintendenza, né possono essere considerati un episodio isolato, né tanto meno un disguido inevitabile, ma sono un effetto prevedibile delle dimensioni del Comune e del suo peso nelle società partecipate”.

    “In sostanza – incalza Andrea Poli – il vero motivo del ritardo dei lavori è verosimilmente da attribuire alla quota di partecipazione a Publiacqua detenuta dal Comune di Bagno a Ripoli, quota che ammonta appena allo 0,019 % (zero virgola zero diciannove)”.

    “Da tale quota – argomenta – risulta chiaro che Bagno a Ripoli non può pretendere da Publiacqua una tempestività nell’esecuzione dei lavori, quando il peso della sua partecipazione in Publiacqua è tanto esiguo. E che l’amministrazione comunale abbia chiesto un maggiore impegno della sua società partecipata nell’esecuzione dei lavori, e che questa abbia dichiarato la propria disponibilità, dimostra appunto che i lavori avrebbero effettivamente potuto essere più celeri fino dall’inizio”.

    “La giusta e opportuna richiesta dell’amministrazione comunale ripolese a Publiacqua – rilancia Poli – chiarisce insomma che il problema non sono i lavori in sé, ma la capacità dei Comuni più piccoli di ottenere dalle società partecipate interventi adeguati per entità e per tempestività alle esigenze dei loro cittadini. Inversamente, i Comuni più grandi possono chiedere e ottenere interventi più adeguati per i loro cittadini proprio in forza della loro maggiore partecipazione alle società partecipate”.

    “Rimanendo al caso di Publiacqua – sottolinea – a fronte dello 0,019 % di Bagno a Ripoli, il Comune di Firenze detiene il 32,22 % di Publiacqua: è dunque facilmente ipotizzabile che, se gli stessi lavori in corso ad Antella si fossero resi necessari nel territorio del Comune di Firenze, il loro svolgimento sarebbe stato più rapido, e i cittadini avrebbero subìto minori disagi”.

    Banchi e Poli affrontano infine un nodo “politico” più generale sul quale annunciano prossime iniziative sull’intero territorio: “Sarebbe interesse dei cittadini dei Comuni più piccoli – notano gli esponenti PTE – il loro accorpamento in Comuni più grandi, perché questi ultimi sono in grado di contare di più nelle decisioni delle società partecipate”.

    “Nel caso particolare – concludono – la fusione con Firenze di Bagno a Ripoli (fusione che di fatto è già operante a più livelli, non solo quello urbanistico) non è tema teorico e astratto, ma sarebbe interesse concreto dei cittadini ripolesi, per gli effetti e le ricadute positive che avrebbe nella gestione dei servizi erogati a loro favore. E altrettanto ovviamente varrebbe per tutti i Comuni della periferia fiorentina”.

    ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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