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venerdì 9 Maggio 2025
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    I chiarimenti del Consorzio di Bonifica: “Sfalci 2023 lungo i fiumi: dove, quando, perché?”

    "Consueta attività di manutenzione ordinaria programmata durante la stagione estiva: alla continua ricerca di equilibrio tra sicurezza idraulica e tutela ambientale"

    FIRENZE – Sempre più spesso i cittadini chiedono (e si chiedono) come funzionino e quali siano i criteri attuati dai Consorzi di Bonifica (nel caso del nostro territorio il 3 del Medio Valdarno) per gli sfalci lungo fiumi e torrenti.

    Ed è lo stesso Consorzio di Bonifica a ricordare, in una sorta di vademecum, quali sia la “ratio” dietro a questa tipo di attività.

    “Con la bella stagione – inizia il CBMV – ripartono anche quest’anno gli sfalci della vegetazione lungo i fiumi, forse l’attività più nota e visibile dei consorzi di bonifica, anche se certo non la più complessa e strategica. Proviamo quindi a rispondere alle domande più frequenti di consorziati e cittadini”.

    Dove?

    “I tagli – inizia il Consorzio – sono quasi del tutto limitati ai tratti interni ai centri abitati, ai tratti in cui sono presenti opere e sistemazioni idrauliche come argini, casse di espansione, canali di immissione o derivazione, sull’intero manufatto artificiale – come ad esempio l’intero prisma del rilevato arginale – o su fasce d’intorno all’opera sufficientemente ampie per la percorribilità e ispezionabilità del corso d’acqua”.

    “Per fare un esempio – spiega – i tratti oggetto di manutenzione programmata sono circa 2.100 km su un reticolo idrografico dello sviluppo totale di circa 5.600 km”.

    Quando?

    “Queste manutenzioni – proseguono dal CBMV – si svolgono nella stagione primaverile ed estiva poiché al termine di ogni stagione invernale è fondamentale ispezionare le strutture arginali, le opere e le sistemazioni idrauliche per individuare cedimenti o altre eventuali criticità per poi provvedere a ripristini e riparazioni durante la bella stagione quando i livelli idrometrici sono al minimo”.

    “Per eseguire i tagli – si evidenzia – è fondamentale verificare ed eventualmente attendere che gli argini siano asciutti e praticabili senza arrecare danni al passaggio dei mezzi operativi assai pesanti. Proprio a causa delle piogge di aprile e maggio, quest’anno siamo partiti qualche giorno più tardi rispetto all’anno scorso”.

    “Se non sorgono altri imprevisti gravi – viene anticipato – si conta di eseguire il primo passaggio di sfalcio ovunque necessario entro il mese di giugno. Nella maggior parte dei casi, si prevedono due passaggi di sfalcio”.

    “Il secondo taglio – dicono ancora dal Consorzio – viene effettuato entro ottobre-novembre. si tratta di un passaggio importante per liberare totalmente la sezione d’alveo in vista delle nuove piene autunnali e invernali. in alcuni tratti, con sezioni particolarmente ridotte o con altri problemi idraulici facciamo un ulteriore taglio a metà estate, nel mese di agosto”.

    Perché?

    “L’obiettivo strategico delle manutenzioni programmate mediante sfalcio della vegetazione erbacea e arbustiva – spiegano dal Consorzio – è la necessità di liberare le pertinenze fluviali per verificare che manufatti, sistemazioni e opere idrauliche – come un argine ad esempio – siano solidi e ben funzionanti in modo da approfittare poi dei bassi livelli idrometrici estivi per eseguire meglio riparazioni, manutenzioni, …”.

    “Classico esempio in questo senso – viene esemplificato – sono le numerose tane di nutrie e altri animali selvatici che si proprio durante lo sfalcio e la successiva ispezione vengono rinvenute e segnalate dai tecnici ed operatori consortili: in questo caso si procede prima possibile con la messa in sicurezza grazie ad un intervento incidentale o in casi più gravi, con veri e proprie operazioni di escavazione e risanamento arginale, che tra l’altro possono arrivare a costare anche diverse migliaia di euro”.

    “Naturalmente – viene precisato – nei tratti urbani e dove gli argini sono diventati percorsi per fare belle passeggiate o attività all’aria aperta, gli sfalci aiutano a godere del fiume in maniera più agevole; bisogna però ricordarsi che si tratta sempre di aree naturali, prive di protezioni, in nessun modo assimilabili a parchi pubblici”.

    “I corsi d’acqua – si sottolinea – sono habitat molto complessi e, anche dove l’uomo è intervenuto pesantemente con canalizzazioni, muri, argini, il fiume è al centro di un ecosistema ricchissimo per il quale il taglio della vegetazione è comunque un “trauma”. Coscienti di queste dinamiche, al Consorzio ci impegniamo per rendere il meno impattanti possibili i nostri interventi”.

    Alcuni esempi.

    • nei punti più delicati lo sfalcio è rinviato a luglio in modo da non interferire con il periodo riproduttivo di tante specie animali;

    • quasi ovunque il primo passaggio di sfalcio è limitato alle sommità arginali, lasciando ampie fasce di vegetazione a contatto con l’acqua;

    • dove vengono trovati o segnalati nidi o covate delle tante specie di uccelli che popolano i corsi d’acqua, viene sospeso lo sfalcio, creando “isole” protette;

    • in molti tratti del reticolo, d’intesa con il Genio Civile, è stato ridotto numero e intensità dei tagli;

    • negli anni sono stati realizzati km e km di piste di servizio e accessi ai corsi d’acqua in modo da poter lavorare dalle sponde senza entrare in acqua con i mezzi d’opera.

    “Infine – dicono ancora – un cenno sulle procedure operative per realizzare tutto questo. Il lavoro comincia ben prima di mettere in moto i trattori: finiti gli sfalci autunnali, i nostri tecnici si mettono all’opera per progettare i tagli e tutte le piccole opere di manutenzione dell’anno successivo. Tra febbraio e marzo vengono espletate le procedure di gara per affidare i lavori e entro maggio si completano gli adempimenti amministrativi per partire”.

    “Circa metà degli sfalci del Consorzio – concludono – sono effettuati dai nostri operatori, dotati di macchinari moderni e progettati specificamente per i lavori sui corsi d’acqua. I lavori sull’altra metà vengono dati in appalto con procedure pensate per valorizzare le imprese agricole del comprensorio, nel rispetto dei principi di trasparenza e concorrenza: un modo per coniugare difesa del territorio e sostenere le realtà economiche locali”.

    ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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