CHIANTI – Il lungo periodo di emergenza covid, la lunga imposizione del distanziamento sociale, i ripetuti periodi di lockdown con il conseguente quasi azzeramento del flusso turistico, hanno messo a dura prova moltissime attività e ha fatto perdere centinaia di posti di lavoro. In particolare, anche nel Chianti, nel settore del turismo e della ristorazione.
Nonostante tutto però, sentiamo spesso parlare della questione della non facile reperibilità di personale lavorativo qualificato e specializzato proprio nel settore turistico e alberghiero. Un tema e una problematica complessa.
Siamo andati a trovare Leonardo Garuglieri, proprietario dell’Osteria Il Rifugio del Chianti, nei pressi di Radda in Chianti, per capire quanto sia reale il problema della ricerca e della reperibilità di personale lavorativo.
“Non si trova personale per lavorare, sia di cucina che in sala – ci dice Leonardo – e questo è un grosso problema che riguarda tutta la zona del Chianti. Sto parlando di personale specializzato nel settore della ristorazione e nel settore alberghiero”.
“Il lavoro per fortuna è ripreso – ci spiega – soprattutto grazie agli italiani che stanno scoprendo e riscoprendo il nostro territorio con un turismo di prossimità ma anche di qualità”.
“Molte persone – aggiunge – poi prediligono un turismo lento e sempre più sono i camminatori e gli appassionati di e-bike. Proprio per questo motivo, molti ristoratori e albergatori si stanno organizzando per offrire servizi dedicati a questo tipo di nuova clientela, come per esempio l’installazione di punti ricarica per le bici elettriche”.
“Ora però – prosegue Leonardo – dobbiamo affrontare un altro problema. Non si riesce a reperire personale qualificato che voglia lavorare nel settore. Vengano offerti contratti a tempo pieno e stipendi regolari per la mansione svolta ma nonostante ciò, le ricerche attraverso agenzie interinali, passaparola, annunci privati, cadono nel vuoto”.
“Eppure tantissimi giovani scelgono percorsi di studi nel settore alberghiero, della ristorazione e del turismo. Ma questo purtroppo non si traduce in un effettivo inserimento nel mondo del lavoro”.
“E’ comprensibile – sottolinea ancora – che, da un certo punto di vista, il sacrificio è notevole e che soprattutto i giovani possono fare fatica a pensare di svolgere un lavoro che gli impegnerebbe nel fine settimana, in tutto il periodo estivo e per le festività, ma la carenza di personale specializzato porta dannose conseguenze”.
“Se non riusciamo a trovare lavoratori interessati, che siano professionalmente già formati o giovani appassionati su cui investire – conclude Leonardo – si rischia, alla lunga, di far calare lo standard di qualità dei prodotti e dei servizi offerti che ha reso famosi noi chiantigiani in tutto il mondo. Ci vogliono persone consapevoli di lavorare materie prime di alta qualità e di stare offrendo servizi turistici e alberghieri in un territorio importante e straordinario”.
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