GREVE IN CHIANTI – “La chiusura del cementificio Testi di Greve in Chianti non ha nessun motivo concreto”.
A dirlo sono Gabriele Toccafondi e Maurizio Sguanci, rispettivamente deputato e consigliere regionale (entrambi sono fiorentini) di Italia Viva.
E anche loro fanno pressione pubblica perché sul cementificio i fari restino ben accesi. E si lavori prima di tutto a una soluzione che ne eviti la chiusura.
“L’azienda Buzzi Unicem – proseguono – proprietaria anche dello stabilimento piemontese di Arquata Scrivia, ha comprato la fabbrica nel 2019 quando era già in piena crisi”.
“Non può – rilanciano – adesso, appellarsi a questo motivo per giustificare la decisione di chiudere tutto”.
“La ripresa economica, toscana, e non solo – continuano Toccafondi e Sguanci – passerà anche dal mercato edilizio e il cementificio può avere un ruolo chiave”.
“Facciamo un appello – dicono ancora – al neo ministro al lavoro Andrea Orlando e al consigliere del presidente regionale Eugenio Giani per la gestione delle crisi aziendali, Valerio Fabiani, affinché prendano in mano la situazione”.
“Dobbiamo assolutamente scongiurare – concludono Toccafondi e Sguanci – il rischio dei licenziamenti e di perdere una preziosa azienda per il territorio”.
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