GREVE IN CHIANTI – Tommaso Bartoloni nel cuore di Greve in Chianti. Le sue opere sono infatti esposte da sabato 9 luglio nello showroom della Fonderia Del Giudice, in piazza Matteotti.
Siamo stati all’inaugurazione della mostra ed abbiamo incontrato Tommaso e Sarah Del Giudice: per comprendere meglio la storia di Tommaso, e cosa lo ha portato a frequentare la Fonderia del Giudice.
“Sono appassionato di arte e pittura da sempre – inizia il suo racconto – grazie a mia madre che mi portava a vedere le mostre e mi regalava dei cataloghi di arte. Che io, fin da piccolo, adoravo sfogliare. E provavo a rifare alcuni disegni”.
“La decisione di fare il pittore arrivò un giorno in compagnia di mio padre – racconta ancora Tommaso – Quando ancora dovevo aspettare che lui mi dicesse di poter attraversare la strada, vidi il cartello che indicava via Andrea del Sarto. E quando alla mia domanda di chi fosse, mio padre mi rispose che era un pittore, decisi che da grande avrei fatto il pittore. E, forse, avrebbero intitolato una strada anche a me”.
“Il mio percorso ha continuato con l’Accademia delle Belle Arti di Firenze – prosegue – dove mi sono laureato nel 2010 in pittura. Adoravo sperimentare nuove tecniche: stavo piĂą a dipingere che a seguire le lezioni, ma grazie alla scuola e ad alcuni professori ho amato sempre piĂą questo mondo”.
“Nel 2014 ho aperto il mio laboratorio – aggiunge ancora Tommaso – Inizialmente dipingevo e basta, da qualche anno invece faccio anche sculture di vari tipi e vari materiali. Grazie a questa esperienza ho conosciuto la Fonderia Del Giudice”.
“E’ una fonderia nota nell’ambiente – tiene a dire – per i prezzi onesti e, soprattutto, per la loro capacitĂ di comprendere quello che gli artisti vogliono esprimere con le loro opere. E quindi, con la fusione, riescono a non snaturare l’opera iniziale”.
“Nel mondo delle sculture sono rimasto molto colpito da Giacometti – continua nella descrizione di se stesso – non cerco di farne delle copie, ma adoro il suo stile e la consistenza della superfice. Sono aspetti che mi hanno molto ispirato, e sono i fattori che determinano il mio lavoro. Anche nei quadri mi piace dare ruvidezza e consistenza alle mie opere: faccio due piani distinti, tra luce ed ombra e amo usare tanta vernice, con la quale creo anche dei solchi o delle tracce”.
“Tommaso lo abbiamo conosciuto qualche anno fa – interviene Sarah del Giudice – è evidentemente un ragazzo che conosce molto bene la tecnica artistica. Si vede nelle sue opere e lo si capisce parlandoci anche pochi minuti”.
Un suo professore dell’Accademia dice di lui: “Ci sono momenti che la ragione non comprende, sospesi in un oltre misterioso; è il regno sconosciuto della creatività dove può apparire l’inatteso. Van Gogh disse: Posso fare a meno del buon Dio, ma non oso far a meno di una forza più grande di me, quella di creare!”.
“Questo piccolo spaccato racconta bene Tommaso – conclude Sarah – perchĂ© è una fucina di idee, un vulcano sempre in fermento. Una volta pensai di suggerirgli di fermarsi, di sviluppare un solo stile, come gli hanno detto dei galleristi, per essere riconoscibile, Ma poi mi sono resa conto che snaturerebbe la sua identitĂ . E così la sua arte”.
Su Instagram
@RIPRODUZIONE RISERVATA