Il fascino dei supereroi si basa anche sulla capacità di camuffarsi tra la gente comune. Con le dovute analogie, anche le persone possono rivelare identità, capacità e profili tanto strabilianti quanto inaspettati rispetto alla superficiale apparenza del proprio ruolo professionale nella quotidianità
Premessa che accompagna la presentazione di Sergio Corbini, responsabile dell'ufficio Reti e Sicurezza informatica al Comune di Siena, quindi con mansioni tecnico-informatiche.
E contemporaneamente estroso artista come pianista, tastierista e compositore, oltre che docente di pianoforte e musica d'insieme ai corsi di formazione musicale della Fondazione Siena Jazz. Due mondi, come confessa lui stesso, che almeno apparentemente non si toccano.
Quello di maggiore interesse, almeno per i fini di questa rubrica, si è sviluppato da un percorso iniziato nei primi anni '70 nel contesto parrocchiale di Quercegrossa, dove Sergio è cresciuto.
Un giorno Don Pierino, tra una partita di ping pong e l'altra, propone a lui e ai suoi amici Antonio Socci, oggi noto giornalista, e Fabrizio Papi di sperimentare l'armonium.
Dall'accompagnamento delle messe domenicali alla presa di consapevolezza della propria passione per la musica come strumento di espressione artistica, il passo è breve e immediato e Sergio integra la formazione da autodidatta con le lezioni di Neri Corsini, organista dei "mitici" Delfini, uno dei gruppi che spopolavano a Siena a metà degli anni '70.
Così, affascinato dalle sonorità di Santana e dei Genesis, entra a far parte proprio di quelle formazioni che animano le serate senesi e, nonostante la non totale affinità con il jazz, risponde positivamente all'appello di Franco Caroni che, alla fine degli anni '70, fonda il Siena Jazz coinvolgendo tutti i musicisti delle sale da ballo locali.
In questa fase avrà l'onore di essere allievo di Luca Flores, "uno dei più grandi pianisti – ci dice – mai esistiti", soggetto del libro “Il disco del mondo” (2003) di Walter Veltroni che, dopo Stefano Bollani, cita anche una dichiarazione di meraviglia del giovane Sergio nei confronti del maestro nei seminari estivi del Siena Jazz: "Era un po' come se per imparare l'inglese… fossi andato a lezione da Joyce".
Maturata ulteriore formazione con le lezioni di impronta più classica all'istituto "Rinaldo Franci" e nei primi corsi invernali del Siena Jazz, Sergio è pronto al grande salto: dalla fine degli anni '80 comincia a insegnare e a dare vita a formazioni jazz.
Una decina gli album con la sua firma: "Non ce ne volere Mandela per così poco" il titolo del primo vinile, prodotto nel 1989 con il gruppo dei "Lares" e tributo al leader della lotta contro l'apartheid.
L'ultimo cd in ordine cronologico (2014) a ospitare il suono del suo pianoforte "Le Oche di Lorenz" dell'arrangiatore e compositore Bruno Tommaso, trasmesso il 28 dicembre scorso sulle onde del programma radiofonico "Battiti" di Radio 3 e considerato dal giornalista di settore Claudio Fusacchia come uno dei 5 migliori dischi dell'anno nel suo genere.
Tra le sue soddisfazioni, inoltre, le collaborazioni in ambito teatrale con Sergio Castellitto, Margaret Mazzantini e Marco Messeri, e le partecipazioni televisive a fianco di Ilaria Occhini, Alessandro Haber e Giorgio Albertazzi, anche arrangiando e componendo musiche.
Due le note di colore che lo riguardano. La prima è la sua scelta di andare ad abitare, nel 1993, a Monti in Chianti nel Comune di Gaiole, per poter studiare, scrivere e suonare musica in un luogo così paradisiaco e rilassante.
Un'ulteriore conferma di come il Chianti, oltre al più generico e universale richiamo turistico, eserciti anche un forte potere di attrazione nei confronti di chi ha sensibilità e finalità artistiche.
La seconda, a dimostrazione di quanto la musica sia elemento cardine nella sua vita, è che Sergio ha ideato il progetto della propria abitazione, con vista sulla pieve di San Marcellino, partendo dalla centralità del pianoforte nello spazio domestico.
Una casa da pianista, dunque, che finisce per svelare, forse, la sua identità più vera.
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