Quanto tempo è passato da quel 1953 in cui, nell'orbita della gestione ACLI dei circoli legati alle parrocchie delle frazioni, è nato il Bar Italia. Quanto è cambiato il mondo da allora, negli anni forse più glaciali della Guerra Fredda, a oggi, nel mondo globalizzato e delle grandi migrazioni.
Quanto si è trasformata Castellina, da borgo contadino ancora lontano dal resto del mondo e con una struttura sociale ancora in parte regolata dai rapporti della mezzadria, a località turistica internazionale dove le stalle e i capanni sono stati convertiti in agriturismi e bed & breakfast.
Negli oltre 60 anni di storia del Circolo Italia è passato tutto questo e, nel piccolo del vissuto quotidiano, le relazioni e le dinamiche sociali e ricreative dei tanti castellinesi che ne hanno fruito come bar, cinema, luogo di feste o, più genericamente, di ritrovo e discussione pubblica e soprattutto sportiva.
Nella memoria dello scrivente è ancora impressa la densità del fumo delle sigarette con le quali gli appassionati di calcio attendevano, la domenica sera, i risultati dei campionati del Castellina che venivano inseriti, con caratteri plastificati, nell'apposito tabellone in fondo alla sala.
Fu dal felice incontro tra Don Tulio Pacini, parroco della frazione di Lilliano, e Monsignor Gaetano Profeti, cui lo stesso Don Tulio sarebbe andato in supporto nell'attività epistolare del “capoluogo”, che maturò l'idea di realizzare un bar come luogo di socialità e dalla forte valenza associativa.
Tra l'altro Don Tulio, insieme al nipote di Monsignor Profeti, Don Luigi, fu anche l'artefice dell'istituzione di una scuola dell'obbligo a Castellina Scalo, mattutina per i giovani e serale per i più anziani, che potesse far conseguire loro l’avviamento professionale.
Inizialmente i locali del Circolo furono individuati nel “Cantinone” di proprietà dell'azienda Martini&Rossi di Torino, titolare dell’azienda vinicola Chianti Melini, e fu grazie alla mediazione di un commendatore senese che furono concessi per tale iniziativa.
L'ubicazione originaria del bar corrispondeva agli spazi che oggi ospitano i magazzini della Coop, attigui alla discesa che da via Trento e Trieste porta al parcheggio pubblico.
La cerimonia inaugurale, nella sala cinema, si tenne in un memorabile martedì grasso con l’allestimento di un ballo sul tema “Ritorno all'Ottocento” e l'ambita orchestra Dino Bronzi, proveniente dal Valdarno.
Furono contate una novantina di auto parcheggiate fuori, a conferma di quanto fosse richiesta, in particolare dai più giovani, questo tipo di offerta ricreativa. Molti ragazzi di Castellina, per la grande occasione, sfoggiarono le migliori giacchette, delle quali alcune cucite con la stoffa Urra giunta in Italia nel quadro delle azioni del Piano Marshall.
Per il bar fu impostata una gestione diretta con Norina Bartalini (sorella di Magenta, altro personaggio positivamente impresso nella memoria del paese) che già vantava esperienza e precedenti di esercente pubblico in quella che, fino al decennio precedente, era stata la Casa del Fascio. Nei primi tempi, specialmente in determinate occasioni, i tavoli del bar erano oggetto di vere e proprie contese.
Fu poi nel corso degli anni '60 che i soci fondatori, insieme alla famiglia Niccolai, la quale nel frattempo stava ampliando la propria attività imprenditoriale di produzione e vendita di farine e mangimi zootecnici, proposero di dare un ulteriore sviluppo strutturale al Circolo e di renderlo indipendente rispetto ai locali di proprietà Melini.
Ricorrendo a permute di terreno e ai contributi tecnico-professionali dell'architetto Weller e, successivamente, del geometra Servi che aveva lavorato anche alla progettazione del “Mulino”, e delle imprese edili Ancilli-Pettorali per la realizzazione della struttura portante e Picciolini per i tamponamenti, nell'estate del 1969 si giunse alla seconda inaugurazione del Circolo, nell'ubicazione odierna.
La proprietà dei locali del nuovo bar fu assegnata alla Parrocchia, mentre il “Cantinone” continuò a svolgere funzioni di sala da ballo e intrattenimento musicale fino agli anni Ottanta, quando la Chianti Melini decise di venderlo alla Coop: tra i nomi più illustri degli artisti che si sono esibiti sul suo palco vengono ricordati Nada e i Ricchi e Poveri, quando ancora non erano conosciuti al grande pubblico.
In tutti questi anni sono passate molte gestioni del bar, traghettate dai soci del consiglio direttivo dell'associazione “Circolo Italia” i quali ne hanno sempre curato la programmazione dell'offerta ricreativa e culturale con feste pubbliche, proiezioni cinematografiche e rappresentazioni teatrali dedicate ai più piccoli; fino al salto di qualità di due anni fa, quando, grazie alla lungimiranza dell'allora presidente Folco Vettori, la sala cinema è stata digitalizzata nel segno delle migliori tecnologie anche grazie ai contributi della Regione Toscana e del Comune di Castellina.
Buon lavoro, quindi, ad Andrea, Marco e Michele, gli attuali gestori del bar; e un profondo ringraziamento a Mauro Neri, presidente del Consiglio direttivo che, ripercorrendo la storia del Circolo, ci ha fatto fare un appassionante viaggio di 60 anni nella memoria locale.
Foto di Paul Hoffman tratta da "Castellina in Chianti. Un ritratto" di Paul Hoffman e Alessandro Falassi (1990)
© RIPRODUZIONE RISERVATA