La posizione del nostro giornale in merito alle sale gioco-scommesse-videoslot l'abbiamo resa nota da tempo, quando all'inizio del nostro percorso abbiamo annunciato la totale chiusura dei nostri spazi pubblicitari a questo tipo di attività (assieme ai "compro oro" e ai locali di lap dance, clicca qui per leggere l'editoriale).
In questi giorni il tema sta tornando d'attualità (anche se, purtroppo, è ben presente tutti i giorni e distrugge persone e famiglie) con la paventata ipotesi che a Tavarnelle apra una sala scommesse (clicca qui per leggere l'articolo).
Nulla in contrario con le scelte d'impresa e l'attività privata, ci mancherebbe altro. Così come non vogliamo certo rompere "le uova nel paniere" al proprietario del fondo che ha trovato questo tipo di affittuario.
Ognuno, nel rispetto ovviamente della legge e delle regole, ha la possibilità di esercitare un qualsiasi diritto. Anche di aprire una sala scommesse.
Anche noi però, noi tutti, un diritto ce l'abbiamo: di dire che questo non ci piace, non ci trova d'accordo, che va contro una logica di comunità in cui così si rischia una deriva sinistra.
Un diritto che ha la comunità tavarnellina, che lo sta dicendo forte e chiaro. Ce l'hanno i tanti che non si rassegnano a vedere da un lato gli sforzi di chi si prodiga per limitare i disagi di un periodo storico drammatico, in primis la Misericordia di Tavarnelle e Barberino Val d'Elsa.
Ma anche chi, come l'Mcl e il Crc La Rampa di Tavarnelle, o il circolo "La Filarmonica" di San Donato in Poggio, come altri nel nostro Chianti, ha deciso di dire no a slot e videopoker.
Comunque nessuna illusione: se le leggi verranno rispettate e ci sarà la volontà imprenditoriale di farlo (anche se a chiamare sta roba impresa fa sempre un certo effetto…) la sala scommesse aprirà.
Poi, come tutte le attività, andrà a confrontarsi con il "mercato": noi speriamo che il "mercato" abbia la maturità di darle la risposta giusta… .
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