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sabato 26 Aprile 2025
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    La morte di Sandra Milo vissuta nel nostro territorio. Il ricordo commosso di Roberto Caneschi

    "Mi chiamava Robertino, ci siamo conosciuti nel 2019 quando venne ospite per la Festa dell'Uva. Poi l'amicizia, il film, un feeling incredibile"

    SAN CASCIANO – Si è spenta a 90 anni nella sua abitazione romana: ma la morte di Sandra Milo è arrivata come un stilettata anche nel nostro territorio.

    In particolare fra San Casciano e Impruneta, i due paesi di vita e lavoro (con la concessionaria “Tuttauto”) di Roberto Caneschi.

    Caneschi la conosceva dal 2019, che ne era diventato amico; che in questo territorio l’ha portata anche per girare il film “Che bella storia la vita”, che tanto successo ha avuto anche nei nostri cinema.

    E che, addolorato, racconta chi è stata per lui Sandra Milo.

    “Ci siamo conosciuti nel 2019 – inizia – in occasione della Festa dell’Uva. Tornava 62 anni dopo la sua “apparizione”, nel 1957, a Impruneta. Lei accettò di venire, e l’Ente Festa dell’Uva mi chiese di dedicarle una giornata”.

    “Siamo stati insieme tutto il giorno – ricorda – Con una spider sfilammo in piazza. E, stando insieme, ci siamo conosciuti in modo incredibile. Lei ha capito chi ero io, io ho capito chi fosse lei: era una donna straordinaria”.

    Sulla terrazza del Comune alla Festa dell’Uva del 2019

    Così, racconta ancora Caneschi, “è nato un feeling istintivo. Da allora ci siamo sempre sentiti per telefono, a me sembrava un qualcosa di impossibile. Ci siamo raccontati le nostre storie, le nostre vite: siamo uguali, ci siamo detti piĂą e piĂą volte”.

    “Prima della pandemia l’ho invitata a Firenze un paio di volte – continua il racconto – siamo stati ancora insieme a lungo, ed è nato un rapporto strettissimo”.

    Si arriva a dopo la pandemia, “quando c’è stata la famosa scintilla del film – spiega Caneschi – Insieme al registra, Alessandro Sarti, l’ho chiamata. Le ho spiegato quello che volevo fare: Robertino – lei mi chiamava sempre così – vieni a trovarmi a casa a Roma che ne parliamo, mi disse”.

    “E lì – racconta quel viaggio a Roma – con la sceneggiatura in mano, appena ha capito di cosa si trattava mi ha detto di sì: ci sto, si fa, mi disse”. 

    E quindi le riprese, la lavorazione, poi le tantissime presentazioni, le proiezioni. In molti casi con lei in platea. Sempre elegentissima. Sempre sorridente.

    “In questi due anni ci siamo visti tante volte – la voce di Caneschi si fa commossa – Sono stato a Roma a casa sua, è diventato un mio carissimo amico Ciro, uno dei figli. Anche Cristina Morea, la sua manager, è un’altra persona con la quale è nato un qualcosa di speciale”.

    “Sandra mi voleva bene – conclude Caneschi – e io ne volevo a lei. Domani andrò a Roma, per poi salutarla un’ultima volta”.

    ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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