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giovedì 25 Aprile 2024
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    La mattanza di Napoli: fra dichiarazioni imbarazzanti e tristezze assortite

    È finita 4-1 al San Paolo, ma c’è da dire che se fosse finita 6-1 sarebbe comunque stato un risultato stretto.

     

    Non siamo mai stati in partita nè durante, nè prima del fischio d’inizio. Chiunque, tranne i soliti 200 pazzi malati di Fiorentina andati in trasferta (leggi alla voce “minoranza”), avrebbero scommesso €  1 sul pareggio, figurarsi sulla vittoria.

     

    Niente di nuovo sotto il sole.

     

    Nell’ordine: la conferenza stampa di Sousa dove si arriva ben oltre il limite del ridicolo, con qualsiasi domanda trasformata in una supercazzola.

     

    Non so, roba del tipo: “come vuol schierare la squadra?” e lui “nel modo migliore per cercare di vincere la partita”. “Come ha visto la squadra in questa settimana?” e lui “carica al punto giusto da provare a vincere questa partita”. “Come pensa che sarà il meteo per sabato sera?” immagino la risposta: “anche il signore Iddio onnipotente ci aiuterà e farà di tutto per fare in modo che la Fiorentina possa vincere questa partita”.

     

    Francamente mi meraviglio del self-control di molti dei nostri concittadini giornalisti, tristemente presi per il culo oramai da semestri.

     

    Poi a ruota ci siamo dovuti sciroppare la solita formazione discutibile, con l’oramai onnipresente Cristoforo addirittura sull’esterno e con le vere due brutte notizie della giornata.

     

    No, non le assenze di Astori e di Borja Valero. Ma i recuperi di Gonzalo Rodriguez e di Badelj. L’asse centrale totalmente sbriciolato dai partenopei.

     

    Se al capitano non si poteva chiedere molto di più, spicca la tristezza oramai stagionale del mediano croato che oramai da 18 mesi o giù di lì ci rompe le palle per andarsene.

     

    Infine, solite dichiarazioni di fine gara, con musi lunghi di facciata e grandi complimenti agli avversari.

     

    Evito di parlare delle solite dichiarazioni di Corvino, totalmente inutili e inappropriate, volte solo a difendere il suo lavoro che dati alla mano è stato imbarazzante. Lui per primo lo sa.

     

    A questo punto è matematico, siamo fuori dall’Europa.

     

    Le colpe sono di tutti, “il pesce puzza sempre dalla testa” e mille altre banalità di questo tipo.

     

    Lo so.

     

    Di certo so che con un allenatore qualsiasi, un Reja qualsiasi, un Pioli qualsiasi, noi saremmo arrivati facilmente sesti e forse la stagione si sarebbe potuta salvare, quantomeno a livello di facciata.

     

    Ma ci sarebbe servito davvero?

     

    Un anno senza coppe ci sarà sicuramente d’aiuto. Ci potremo concentrare meglio sul prossimo campionato, basterà una rosa piuttosto ridotta per sopportare il carico di partite da sostenere e soprattutto si potrà aprire una critica seria sul lavoro della dirigenza, dell’allenatore e dei giocatori.

     

    Che si aprano le danze.

     

    Diego Della Valle ha invitato a contare quante persone gli chiedono di andarsene, non nascondendosi come invece aveva fatto fino a oggi.

     

    Lui ne fa una questione di numeri, noi di passione. Come sempre del resto.

     

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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