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martedì 23 Aprile 2024
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    “Stagione da 8 in pagella”. Che ci crediate o no, lo ha detto Paulo Sousa

    "Stagione da 8 in pagella". Che ci crediate a no, lo ha detto davvero Paulo Sousa.

     

    Ultime 11 partite con 1 sola vittoria, e 9 punti fatti e siamo da 8 in pagella.

     

    Con queste basi partirà la stagione 2016/2017 che a questo punto non vedo l’ora di vivere.

     

    Sono così eccitato che presumo non riuscirò neanche ad andare in vacanza e chiederò la possibilità di rinnovare il mio abbonamento di Curva Fiesole (quest’anno praticamente intonso) entro la fine del mese di maggio, in modo da essere sicuro di non perdere la priorità acquisita.
    I pilastri sui quali costruiremo la prossima stagione però, non si esauriscono certo qui.

     

    Il vero pilone, il vero muro portante sarà sempre più il presidente Cognigni.

     

    In settimana è stato ribadito per bocca del ventriloquo di Sousa che il presidente sarà sempre più “factotum”. Sarà riferimento di ogni comparto, vertice decisionale di qualsiasi cosa e quindi le cose dal punto di vista calcistico non cambieranno affatto: le deciderà uno che di calcio non ne capisce pressochè niente.

     

    Quindi Corvino o non Corvino, Pradè o non Pradè, l’ultima parola spetterà comunque a lui, salvo bugie (che sono comunque all’ordine del giorno).

     

    Andrea Della Valle invece, dall’alto della sua carica fantasma, ha deciso anche ieri di non parlare, andandosene via prima della fine della gara. Sentiva odore di contestazione e quindi anzichè starsela a sentire ha pensato che fosse meglio alzarsi. Contestazione che poi fattivamente si è articolata in 2-3 coretti scarni e un paio di striscioni intelligenti e in rima.

     

    Sì è provveduto finalmente a spesare l’ultimo che ancora avesse un minimo attaccamento alla maglia, quel Manuel Pasqual che Firenze ha riscoperto essere un amore di ragazzo, ma che fino a ieri infamava al limite della querela.

     

    Credo che Pasqual fosse un capitano di scarso carisma e un giocatore modesto. Ma credo che in questo spogliatoio uno come lui fosse indispensabile, quantomeno per far capire a qualcuno il valore della maglia, valore che lui aveva ben chiaro al contrario di molti altri. E per quanto riguarda il carisma poi… L’attuale capitano e i vari “vice” secondo me ne hanno anche meno di lui.

     

    Il bello è che fino a 2 giorni fa manco gli avevano detto niente. Rimane, non rimane, ha speranze, non ha speranze. Gioca, non gioca. Niente.

     

    È toccato a lui andare davanti ai microfoni (cosa anomala, vista la sua professionalità esemplare dimostrata in 11 anni) per chiedere spiegazioni. Spiegazioni servite pochi minuti dopo averle richieste: “ciao, ah sì, scusaci non ti avevamo detto una mazza, vattene”.

     

    Un bel video sul sito ufficiale e un’ora in campo gentilmente offerta da Sousa. Quasi una specie di elemosina. Una roba di una tristezza immonda.

     

    Dando un’occhiata sugli altri campi si vedono le medesime dimostrazioni di affetto per giocatori “bandiera” come Bellini, Toni o Totti. Tutti e tre di ben altro lignaggio rispetto a Manuel, per carità, ma anche lui i suoi undici annetti a Firenze se li era fatti, le sue trecento presenze le aveva fatte… Di questi tempi forse era il caso di pensare a qualcosina in più…

     

    Boh, chi lo sa. Magari Cognigni era troppo preso dagli impegni, del resto non può mica pensare a queste sciocchezze.

     

    Chiudo con due parole su Montella.

     

    Un allenatore che ci ha preso dalla cenere e ci ha portati in alto, va detto, dandoci due anni davvero importanti sotto ogni profilo. Il terzo anno poi si era “spallato” e ci ha un po’ boicottato, esattamente come Sousa negli ultimi 4 mesi. Esattamente come faranno molti altri in futuro, se la dirigenza rimarrà questa e continuerà ad operare così.

     

    Ieri Montella si è praticamente voluto auto-esonerare da Genova, un sistema che oramai va molto di moda tra gli allenatori permalosi, presuntuosi, finti fenomeni in questo 2016. Gente che si sente arrivata, se fa qualche anno (o qualche mese) buono. Che pensa di aver già capito tutto e che poi fa figure magre.

     

    Al contrario della guerra scatenata a Firenze però, ha lasciato intendere che stavolta è tentato dal dare le dimissioni, antico istituto che gli avevo consigliato più volte, ma che lui per amor di denaro non aveva voluto concedere la scorsa estate.

     

    Si vede che un nuovo treno gli sta passando davanti ed ha fretta di liberarsi. Non vuol perderlo anche quest’anno. Sarà il Milan? Ah, davvero non lo so.

     

    Fatto sta che i professionisti di oggi sono questi. E si meravigliano se c’è meno gente allo stadio?

     

    Secondo me ce ne va anche troppa.

     

    Onore alla proprietà e alla tifoseria atalantina, che anche ieri per l’ennesima volta ha insegnato cosa è il calcio, cosa è l’appartenenza, l’amore per la maglia. Una cosa che purtroppo a Firenze stiamo lentamente dimenticando.

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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