Forse non lo sapete ma c’è una famiglia italiana che da anni dimora nelle televisioni di mezzo mondo, inclusa quella inglese. Il nonno e la nonna, una coppia più giovane e i loro bambini, Nina e Nick, convivono in una grande casa circondata da un orto perenne, immersa in un paesaggio di colline e cipressi che ricorda quello toscano.
È la famiglia creata per gli spot pubblicitari della Dolmio, che produce sughi e "ready meals" (piatti pronti) ispirati alla tradizione italiana. I sei membri della famiglia non sono altro che pupazzi dagli occhi enormi e folte sopracciglia scure.
La prima volta che abbiamo visto lo spot mio marito, che è inglese ma ha vissuto per un po’ in Italia e quindi si sente protettivo nei confronti del suo Paese adottivo, si è messo a protestare, tutto sdegnato.
Da italiana, fa un po’ effetto vedersi ridicolizzati da un forte accento che ci dà un’aria bonariamente idiotica e da tutto quel gesticolare enfatico (“mamma mia!” viene ripetuto fino allo sfinimento), ma non mi sono sentita offesa.
Ad osservarle meglio, queste pubblicità dicono qualcosa di noi che non mi sento di smentire del tutto. Mi sembrano quasi una parodia delle nostre ‘"amiglie felici" televisive.
La nonna è la regina della cucina e insegna alla nuora a fare il ragù perfetto con un segreto che conosce solo lei, tirato fuori da un libro che più che un manuale di ricette sembra di magia nera.
Anche quando stanno ai fornelli le due donne sono impeccabili nei loro vestiti, pettinature, trucco. La nonna indossa perfino un filo di perle.
Il nonno lavora nell’orto, il figlio adora la sua macchina sportiva rosso Ferrari e ripete che come fa il sugo la sua mamma non lo fa nessuno. Ovviamente il punto centrale della casa è proprio la tavola, accuratamente apparecchiata con una tovaglia a quadri, attorno alla quale la sorridente famiglia aspetta che la nonna serva le lasagne.
Vogliamo davvero prendercela se ci dipingono come mammoni, amanti del cibo ai limiti dell’ossessione, fissati col look e legati alle tradizioni familiari? Almeno non hanno messo un capo mafioso o un politico corrotto a capotavola.
Gli stereotipi sono per definizione limitanti e semplicistici, solitamente procurano danni e istupidiscono le coscienze e, sì, sarebbe bello liberarcene una volta per tutte, ma purtroppo ne siamo tutti più o meno condizionati.
Restando in tema, mentre stavo scrivendo questo articolo un amico ha pubblicato su Facebook “La Terra dei Cachi”, ve la ricordate? È la canzone (geniale) con cui Elio e le Storie Tese arrivarono secondi a Sanremo nel ’96.
Mentre la riascoltavo ho pensato che l’immagine resa dal testo di questa canzone è molto più veritiera e attuale dello spot della Dolmio. Stereotipi o no, i vizi e le virtù degli italiani vi sono descritti piuttosto accuratamente.
La famiglia che abita nella televisione inglese non è poi così male. Almeno sorride sempre, elogia a gran voce la cucina della nonna e sembra andare d’accordo. Non garantisco però che l’armonia durerebbe se un giorno la nonna commettesse l’errore fatale di portare in tavola gli spaghetti scotti o le lasagne insipide.
Dopotutto, la Terra dei cachi è la Terra dei cachi!
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