spot_img
spot_img
spot_img
spot_img
lunedì 7 Luglio 2025
spot_img
spot_img
Altre aree
    spot_img

    Happy Christmas! Ovvero cosa potete aspettarvi di trovare se trascorrete il 25 dicembre in una casa inglese?

    Cosa potete aspettarvi di trovare se trascorrete il 25 dicembre in una casa inglese?

     

    1. Tacchino ripieno.

     

    Non fate gli schizzinosi, si sa che in Italia si mangia meglio e questo vale anche per Natale, ma il ripieno di salsiccia cipolla e salvia è da provare, così come la indecente quantità di burro e pancetta con cui il pennuto viene ricoperto. Una vera festa.

     

    2. Christmas pudding.

    Il dolce natalizio neanche io, col mio amore spassionato per tutto ciò che è britannico, riesco a salvarlo. L’ho assaggiato una volta e ho giurato che non ripeterò mai più lo stesso errore.

     

    Un mix di frutta secca, spezie, alcol, dal colore scuro e una dolcezza minacciosa. Viene irrorato di liquore, fiammeggiato e decorato con un rametto di agrifoglio. Pittoresco, sì, ma solo da vedere.

     

    Tradizionalmente una moneta viene nascosta dentro al dolce, fortunato chi la trova e non si rompe un dente nel frattempo.

     

    Può essere accompagnato da un bicchiere di "eggnog", la versione inglese alcolica dello zabaione.

     

    3. Mince pies.

    Queste tortine di pastafrolla farcite di frutta secca e canditi  contenevano in origine, cioè quattro secoli fa, anche carne macinata. Oggi il ripieno ricorda il nostro panforte. Si consiglia di lasciarle vicino al camino per Babbo Natale insieme a un bicchiere di brandy o latte come fanno i bambini inglesi.

     

    4. Crackers.

    Ad un certo punto durante il pranzo natalizio vi verrà chiesto di incrociare le braccia e impugnare le estremità di quella che sembra un enorme caramella.

     

    Si tratta dei "crackers", tubicini di cartone ricoperti di carta colorata che i commensali devono tirare e fare "scoppiare".

     

    Ognuno resterà con un mezzo cracker in mano e ne scoprirà il contenuto, solitamente un piccolo regalo, un biglietto con una barzelletta, e una corona di carta che è indispensabile indossare.

     

    5. Christmas carols.

    È possibile che qualcuno suoni alla porta e si metta a cantare per voi. I “carols” sono canzoni natalizie, tradizione che ha origini antichissime poi rivitalizzata in età vittoriana.

     

    In questo periodo è comune vedere per strada bande o cori organizzati da associazioni di beneficenza, veri rappresentanti dello spirito natalizio.

     

    Anche l’avarissimo Scrooge nel celebre racconto di Dickens, dopo aver meditato sui suoi errori, si decise a fare offerte ai più bisognosi.

     

    6. Christmas cards.

    Anche nell’epoca di Internet, resiste in Inghilterra la tradizione dei biglietti natalizi. Dopotutto è qui che nel 1843 fu stampata la prima vera cartolina di Natale. Da allora divennero popolarissime, vere e proprie forme d’arte.

     

    Il pettirosso, simbolo del Natale inglese, resta uno dei soggetti più raffigurati

     

    7. The Queen’s speech

    Alle tre del pomeriggio, con la pancia piena e un po’ alticci, si assiste al discorso della regina in TV.

     

    Il primo fu tenuto alla radio nel 1932 da Giorgio V, nonno della attuale regina, e scritto da Kipling (sì, proprio quello del “Libro della giungla”).

     

    Nel 1957 la regina approdò in TV, e oggi la monarchia ha un canale privato su youtube. Cambiano i mezzi ma il concetto resta lo stesso, un’occasione per commentare gli eventi dell’anno che sta per finire e celebrare le glorie del Commonwealth. Discorso amato da molti e per altri forse un po’ difficile da digerire.

     

    Ah, dimenticavo! Quest’anno è doveroso indossare i maglioni natalizi con sorridenti renne o pupazzi di neve. Tradizionalmente erano per i bambini, e te li faceva a mano la nonna. Oggi vanno di moda. Mi raccomando, più brutti sono e meglio è!

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

    Sostieni il Gazzettino del Chianti

    Il Gazzettino del Chianti e delle Colline Fiorentine è un giornale libero, indipendente, che da sempre ha puntato sul forte legame con i lettori e il territorio. Un giornale fruibile gratuitamente, ogni giorno. Ma fare libera informazione ha un costo, difficilmente sostenibile esclusivamente grazie alla pubblicità, che in questi anni ha comunque garantito (grazie a un incessante lavoro quotidiano) la gratuità del giornale.

    Adesso pensiamo che possiamo fare un altro passo, assieme: se apprezzate Il Gazzettino del Chianti, se volete dare un contributo a mantenerne e accentuarne l’indipendenza, potete farlo qui. Ognuno di noi, e di voi, può fare la differenza. Perché pensiamo che Il Gazzettino del Chianti sia un piccolo-grande patrimonio di tutti.

    Leggi anche...