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mercoledì 1 Ottobre 2025
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    L’addio a “Vaschino” e un paese che sbiadisce come una Polaroid… al contrario

    Quando lunedì 22 giugno abbiamo dato la notizia della morte di Vasco Sperandio, "Vaschino" per tanti sancascianesi, trovato morto in casa, abbiamo sentito subito che si trattava di una notizia che avrebbe "smosso" il paese.

     

    Lo senti sempre quando accade qualcosa del genere. Quando l'addio a una persona provoca dispiacere, malinconia. Una commozione dolce che sa anche un po' di rimpianto per quello che è stato.

     

    E' quello che è successo a me appena l'ho appreso. Mi sono rivisto subito Vasco con la sua giacca blu con i bottoni dorati, o con un cappellino da marinaio sulla testa.

     

    Personaggio davvero "sui generis" Vasco, dal sorriso timido e buono. Il nostro giornalista Antonio Taddei ne ha raccontata mirabilmente la storia (clicca qui per leggerla).

     

    Figlio di una generazione pre (molto pre…) social network "viveva la piazza come fosse casa sua" ha scritto Antonio.

     

    Ed è vero: non a caso lo struggimento della sua scomparsa è molto forte in coloro che hanno vissuto il paese quando ancora lo star fuori era un obbligo, in cui si andava al bar per trovare fisicamente gli amici.

     

    Senza cellulari, watsapp o altro. E Vasco in "piazza" (intesa come centro del paese) era davvero di casa. Frequentava i bar: in uno di questi, il Bar Centrale, aveva anche trovato una… famiglia.

     

    Gabriella e suo marito che si erano presi cura di Vasco, "come se fosse stato un fratello" ci ha detto affranta Gabriella.

     

    Lo hanno trovato morto in casa "Vaschino". Come se si fosse addormentato, magari con quel suo sorriso buono sulla faccia.

     

    Se ne va un personaggio vero di San Casciano, che come spesso capita ha "fatto paese" molto più di tanti di noi. E in modo inconsapevole.

     

    Ci mancherà, come ci manca (senza voler indulgere troppo nella nostalgia) un paese che, come tante delle nostre realtà, ha perso molti dei suoi tratti. Che anche chi, come il sottoscritto, è nato negli anni Settanta, aveva imparato ad apprezzare fin da bambino.

     

    L'addio a Vasco è l'addio a un altro pezzetto di quel paese che sta, purtroppo, sbiadendo come una foto Polaroid al contrario.

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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