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martedì 30 Aprile 2024
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    Uscito oggi “Inferno”; per una parte si svolge all’ospedale San Giovanni di Dio

    «Io sono l’Ombra.

    Attraverso la città dolente, io fuggo. Attraverso l’eterno dolore, io prendo il volo.

    Lungo la riva dell’Arno, corro arrancando senza fiato… volto a sinistra, in via dei Castellani, e mi dirigo verso nord, rannicchiandomi nell’ombra degli Uffizi.

    E loro continuano a inseguirmi».

     

    Inizia così “Inferno”, il nuovo romanzo di Dan Brown da oggi in libreria per i tipi di Mondadori, in parte ambientato nell’ospedale San Giovanni di Dio a Torregalli, uno dei sei fiori all’occhiello dell’Azienda sanitaria di Firenze. Uno dei punti di riferimento anche per molti chiantigiani, in particolare sancascianesi e imprunetini.

     

    Protagonista del romanzo è Robert Langdon, professore di simbologia a Harvard, reso celebre da “Il Codice da Vinci” e che ha fatto la sua comparsa in “Angeli e demoni”, due dei bestsellers del quarantanovenne scrittore americano (è nato a Exeter nel New Hampshire.il 22 giugno 1964).
     

    Nel prologo del libro, pubblicato da Mondadori come e-book, che si può scaricare direttamente da internet andando a questo link  (clicca qui) si legge:

     

    «La dottoressa spense la luce e uscì con il medico barbuto.

     

    Al buio, Langdon sentì il farmaco entrargli in circolo quasi all’istante e trascinarlo di nuovo in quel pozzo profondo da cui era appena emerso. Cercò di opporsi a quella sensazione, costringendosi a tenere gli occhi aperti nel buio. Tentò di mettersi a sedere, ma gli sembrava che il suo corpo fosse di cemento.

     

    Cambiò posizione e si ritrovò ancora rivolto verso la finestra. Ora che le luci erano spente, dal vetro nero era scomparso il suo riflesso, sostituito da un lontano skyline in controluce.

     

    In mezzo ai profili di cupole e campanili, un’unica facciata illuminata dominava il campo visivo di Langdon. L’edificio era un’imponente fortezza in pietra con un parapetto merlato e una torre alta novanta metri che sembrava gonfiarsi alla sommità, sporgendosi verso l’esterno in un massiccio ballatoio con caditoie.

     

    Langdon scattò a sedere sul letto, facendo esplodere il dolore nella testa. Lottò contro quel pulsare lacerante e fissò la torre.

     

    Conosceva bene quella struttura medioevale.

     

    Era unica al mondo.

     

    Sfortunatamente, era anche distante seimilacinquecento chilometri dal Massachusetts.

     

    Al di là della finestra, nascosta nell’ombra di via Torregalli, una donna dalla struttura forte e atletica smontò senza sforzo dalla sua BMW e cominciò a camminare con l’intensità di una pantera che insegue la preda. Lo sguardo era tagliente. I capelli cortissimi a spine sporgevano irti al di sopra del colletto rialzato della tuta di pelle nera. La donna controllò l’arma munita di silenziatore e alzò lo sguardo, verso la finestra dietro la quale la luce di Robert Langdon si era appena spenta».

     

    L’ospedale San Giovanni di Dio, a tutti noto come Torregalli, fu aperto agli inizi degli anni ottanta.  Nel marzo 2009 il blocco originario Amerigo Vespucci è stato affiancato dal nuovo padiglione Leonardo da Vinci. Dispone di circa 300 posti letto, accoglie circa 42.000 pazienti ogni anno al pronto soccorso e i ricoveri sono 16.000.

     

    Vi operano specialisti di medicina interna, allergologia, oncologia, cardiologia, nefrologia-dialisi, neurologia, diabetologia, reumatologia, chirurgia vascolare e generale, ortopedia e traumatologia, urologia, ginecologia e ostetricia. Il punto nascita del dipartimento materno-infantile, nel quale nascono circa 2.200 bambini all’anno, comprende una terapia intensiva e sub intensiva neonatale.

     

    Ha 18 posti letto nell’area delle terapie intensive. Inoltre al San Giovanni di Dio si trovano altri servizi di eccellenza ad elevata tecnologia quali: il laboratorio Analisi, l’immunoallergologia, anatomia patologica, medicina emotrasfusionale, radiologia, endoscopia. Ci lavorano circa 1.300 operatori tra  medici, infermieri, tecnici, amministrativi e altre figure professionali.

    di Redazione

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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