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venerdì 6 Giugno 2025
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    Fendi a Capannuccia: come la griffe di moda “rivoluzionerà” l’ex Fornace Brunelleschi

    Presentato in Comune il piano: la giunta guidata da Francesco Casini ha approvato l'istanza

    CAPANNUCCIA (BAGNO A RIPOLI) – "Finalmente una delle aree più critiche del territorio è pronta a cambiare volto. Con l'investimento di Fendi non si creeranno solo nuove opportunità di crescita e di sviluppo economico. Ma sara recuperata tutta l'area di Capannuccia con un progetto di alta qualità architettonica, bellezza e sostenibilità ambientale".

     

    Il sindaco di Bagno a Ripoli Francesco Casini commenta così l'approvazione, da parte della sua giunta, della domanda preventiva presentata da Fendi per la predisposizione del piano attuativo di variante al regolamento urbanistico, per realizzare la sua nuova area produttiva dove sorogon le rovine dell'ex Fornace Brunelleschi, a Capannuccia.

     

    INSERIMENTO – Vista dall'alto

     

    Una proposta, quella di Fendi (presentata a metà dicembre 2017) che, si legge nella delibera di giunta, che "si  sostanzia nel mantenimento della precedente destinazione artigianale/industriale  dell’area con il consolidamento e lo  sviluppo nel  territorio di una importante realtà produttiva di  alto livello internazionale, mentre gli strumenti urbanistici vigenti, nella stessa area, prevedono la  trasformazione delle consistenze industriali dismesse in nuove volumetrie abitative residenziali e  commerciali, prefigurando un ipotetico raddoppio della popolazione insediata nella frazione  di Capannuccia".

     

    "La nuova unità produttiva di Fendi – si legge nella relazione dello studio di architettura che ha elaborato il progetto – è concepita come un complesso perfettamente integrato al paesaggio: una grande piastra  orizzontale che asseconda la morfologia del  terreno e viene completata, sulla copertura,  da una grande superficie verde scavata  da patii attraverso i quali far filtrare la luce  naturale  negli  ambienti  interni". 

     

    "Prosegue idealmente il territorio toscano – si legge ancora – con la sua  successione di colline e poggi, e si armonizza  con le preesistenze dell’area di intervento. L’idea è di trasformare il lotto, dalla copertura  piantumata alle corti interne, sino al parco  industriale che lo avvolge tutto intorno, in  un nuovo e unico giardino, fatto da specie  ed essenze diverse: un sistema ecologico di  miglioramento  ambientale, che  determina la sostenibilità dell’edificio a tutti i livelli e  incrementa la qualità degli spazi di lavoro".

     

     

    L'INTERNO – Tanta luce, tanto verde

     

    "Estesa su un unico livello per una superficie complessiva di 13.000 metri quadri – si legge ancora – l’area  dedicata alle attività artigianali è organizzata al  fine di consentire una distribuzione funzionale  efficiente, con un controllo accurato di flussi  e percorsi e delle condizioni illuminotecniche. I sei cortili interni, ognuno dotato di una  propria specifica dimensione e con facciate interamente vetrate, illuminano naturalmente le zone produttive e stabiliscono un legame  diretto tra ambiente artificiale e naturale, che  viene declinato ispirandosi agli elementi del  paesaggio dell’argilla e in particolare al salice, al giunco, al carex, alla felce, al muschio e  alla terracotta".

     

    "Tutto – è la spiegazione tecnica – è modulato a partire da  una maglia strutturale quadrata, di 8 per 8 metri e di 4 metri di altezza, sulla quale poggia il grande tetto, con uno spessore complessivo di un metro. Dalla copertura emergono solo il volume della mensa, con accesso diretto alla superficie verde, e del magazzino, completato  con un sistema a shed per portare la luce  all’interno e dotato di pannelli fotovoltaici. Le parti opache sono in terra battuta stabilizzata con il cemento; quelle trasparenti scandite da  ampi serramenti, con l’utilizzo di schermature solari a sud". 

     

    "Il progetto – si conclude – è studiato per ottenere la  certificazione LEED Platinum mediante una  pluralità di strategie: oltre alla morfologia dell’edificio, l’integrazione della vegetazione  risulta  in  questo  senso  fondamentale. Il tetto verde offre numerosi vantaggi tra cui  la tutela della biodiversità, l’abbassamento  delle temperature in copertura e il drenaggio  delle acque meteoriche. Le alberature che circondano la grande piastra, invece, offrono  un riparo naturale alle vetrate esposte a  ovest. Infine, gli impianti di riscaldamento e raffrescamento utilizzano pompe di calore  geotermiche ad acqua di falda mentre le tecnologie di automazione e monitoraggio  dell’edificio permettono di avere una struttura all’avanguardia".

     

    di Matteo Pucci

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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