CAPANNUCCIA (BAGNO A RIPOLI) – "Finalmente una delle aree più critiche del territorio è pronta a cambiare volto. Con l'investimento di Fendi non si creeranno solo nuove opportunità di crescita e di sviluppo economico. Ma sara recuperata tutta l'area di Capannuccia con un progetto di alta qualità architettonica, bellezza e sostenibilità ambientale".
Il sindaco di Bagno a Ripoli Francesco Casini commenta così l'approvazione, da parte della sua giunta, della domanda preventiva presentata da Fendi per la predisposizione del piano attuativo di variante al regolamento urbanistico, per realizzare la sua nuova area produttiva dove sorogon le rovine dell'ex Fornace Brunelleschi, a Capannuccia.
INSERIMENTO – Vista dall'alto
Una proposta, quella di Fendi (presentata a metà dicembre 2017) che, si legge nella delibera di giunta, che "si sostanzia nel mantenimento della precedente destinazione artigianale/industriale dell’area con il consolidamento e lo sviluppo nel territorio di una importante realtà produttiva di alto livello internazionale, mentre gli strumenti urbanistici vigenti, nella stessa area, prevedono la trasformazione delle consistenze industriali dismesse in nuove volumetrie abitative residenziali e commerciali, prefigurando un ipotetico raddoppio della popolazione insediata nella frazione di Capannuccia".
"La nuova unità produttiva di Fendi – si legge nella relazione dello studio di architettura che ha elaborato il progetto – è concepita come un complesso perfettamente integrato al paesaggio: una grande piastra orizzontale che asseconda la morfologia del terreno e viene completata, sulla copertura, da una grande superficie verde scavata da patii attraverso i quali far filtrare la luce naturale negli ambienti interni".
"Prosegue idealmente il territorio toscano – si legge ancora – con la sua successione di colline e poggi, e si armonizza con le preesistenze dell’area di intervento. L’idea è di trasformare il lotto, dalla copertura piantumata alle corti interne, sino al parco industriale che lo avvolge tutto intorno, in un nuovo e unico giardino, fatto da specie ed essenze diverse: un sistema ecologico di miglioramento ambientale, che determina la sostenibilità dell’edificio a tutti i livelli e incrementa la qualità degli spazi di lavoro".
L'INTERNO – Tanta luce, tanto verde
"Estesa su un unico livello per una superficie complessiva di 13.000 metri quadri – si legge ancora – l’area dedicata alle attività artigianali è organizzata al fine di consentire una distribuzione funzionale efficiente, con un controllo accurato di flussi e percorsi e delle condizioni illuminotecniche. I sei cortili interni, ognuno dotato di una propria specifica dimensione e con facciate interamente vetrate, illuminano naturalmente le zone produttive e stabiliscono un legame diretto tra ambiente artificiale e naturale, che viene declinato ispirandosi agli elementi del paesaggio dell’argilla e in particolare al salice, al giunco, al carex, alla felce, al muschio e alla terracotta".
"Tutto – è la spiegazione tecnica – è modulato a partire da una maglia strutturale quadrata, di 8 per 8 metri e di 4 metri di altezza, sulla quale poggia il grande tetto, con uno spessore complessivo di un metro. Dalla copertura emergono solo il volume della mensa, con accesso diretto alla superficie verde, e del magazzino, completato con un sistema a shed per portare la luce all’interno e dotato di pannelli fotovoltaici. Le parti opache sono in terra battuta stabilizzata con il cemento; quelle trasparenti scandite da ampi serramenti, con l’utilizzo di schermature solari a sud".
"Il progetto – si conclude – è studiato per ottenere la certificazione LEED Platinum mediante una pluralità di strategie: oltre alla morfologia dell’edificio, l’integrazione della vegetazione risulta in questo senso fondamentale. Il tetto verde offre numerosi vantaggi tra cui la tutela della biodiversità, l’abbassamento delle temperature in copertura e il drenaggio delle acque meteoriche. Le alberature che circondano la grande piastra, invece, offrono un riparo naturale alle vetrate esposte a ovest. Infine, gli impianti di riscaldamento e raffrescamento utilizzano pompe di calore geotermiche ad acqua di falda mentre le tecnologie di automazione e monitoraggio dell’edificio permettono di avere una struttura all’avanguardia".
di Matteo Pucci
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