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mercoledì 2 Luglio 2025
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    APERI-CRISPS (Ovvero la smodata passione del popolo inglese per le patatine fritte)

    Se avete soggiornato per qualche periodo in Inghilterra avrete notato come verso le sei del pomeriggio, soprattutto del venerdì, mentre gli uffici e i negozi si svuotano i pub come per magia  si riempiono.

     

    Fin qui tutto normale. Direi che il fenomeno potrebbe essere paragonato al nostro aperitivo. Uno pensa, ok, ordino una bevuta magari due e poi comparirà qualcosa da spelluzzicare sul bancone. O comunque tra poco andremo a cena. Illusi!
     

    Le ordinazioni triplicano, le pinte si moltiplicano, i bicchieri diventano più capienti ma di mangiare nessuno parla. La cena non viene proprio nominata, sembra qualcosa di astratto o esotico, un’abitudine inutile che toglie spazio e tempo alle bevute.
     

    E allora, al povero straniero non abituato a certi digiuni alcolici cosa resta da fare quando ormai sono le otto passate e lo stomaco piange?

     

    Arrivano loro in soccorso, le "crisps", che sono le patatine fritte in sacchetto, da non confondere con le "chips", ovvero le patate fritte servite calde, con sale, salsine e aceto.

     

    Confusi? Appoggiamo i bicchieri e entriamo un attimo nel dizionario.

     

    La lingua inglese ha una straordinaria varietà di vocaboli per descrivere le patate fritte (French fries, curly fries, wedges, crinkle cut, home fries…) a seconda di come sono tagliate, se sono fritte con la buccia, se sono impacchettate oppure cucinate in casa.
     

    Quanto ci può rivelare un idioma!  

     

    Non a caso, mentre in Italia la tradizione dell’aperitivo si è trasformata dando origine all’attualissima "apericena", neologismo deliziosamente tricolore, gli inglesi non hanno a disposizione un solo vocabolo ‘autoctono’ per descrivere l’ora dell’aperitivo. Usano infatti la parola francese "aperitif". Come la parola,  questa abitudine non gli appartiene, mentre la passione per le patate fritte è senza dubbio testimoniata dal vocabolario.
     

    L’amore per le "potato snacks" viene confermata anche dai numeri: secondo il quotidiano The Guardian qui ogni anno vengono venduti 6 miliardi di sacchetti di patatine. Non a caso si trova a Leicester la fabbrica di crisps più grande del mondo, che lavora 800 tonnellate di patate al giorno. L’Inghilterra è ai primi posti nelle classifiche dei paesi consumatori di  crisps.
     

    Cibo senza dubbio pratico, facile da portarsi in giro nei sacchettini che riempiono coi loro colori gli scaffali dei supermercati, negozi di alimentari, stazioni di servizio e edicole. I pacchetti sono vere e proprie forme d’arte. Ce ne sono di seri e di spiritosi, per bambini e adulti, alcuni giurano che il loro contenuto è dietetico o artigianale. I multi-packs sono alti circa mezzo metro.
     

    Tornando alla lingua, a scuola durante la prima lezione di inglese dovrebbero insegnarci come ordinare la cosa giusta quando alle nove e mezza di un venerdì sera, ormai mezzi tramortiti, apriamo il sesto pacchetto di crisps.
     

    Dopo aver provato quelle più popolari ai gusti di formaggio e cipolla, aceto e bacon ci si può avventurare nel mondo delle patate aromatizzate al pollo arrosto, agli spaghetti Bolognese (giuro!), o perchè no, al cocktail di gamberi.

     

    Io sto aspettando che inventino quelle al tiramisu, così posso farmi una bella e sostanziosa cena completa in sacchetto!

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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