È passato qualche giorno, ma non è che mi sia sbollita molto la rabbia.
Dove eravamo rimasti? Ah già, quella mia inutile predica della settimana scorsa, dove chiedevo gente incazzata, coltello tra i denti… .
Una partita dove dopo 40 minuti avevamo preso 3 gol e 1 palo a porta quasi vuota. E dove avevamo fatto sì e no un tiro sbilenco. E nonostante questo ho sentito alzarsi un coro unanime contro “il sistema calcio”, contro l’arbitraggio, contro la (solita) sfortuna…
Ok, stavolta qualcosa di vero c’è. L’arbitraggio ci ha penalizzati, anche se parliamo di casi sfortunati e davvero al limite.
Il fuorigioco sulla prima rete era millimetrico ma non sembrava una decisione troppo complessa. Purtroppo l’assistente non è perfettamente allineato e si perde i centimetri decisivi.
Florenzi tocca la palla di mano sul 2-0 e anche dopo una ventina di replay e di elaborazioni varie… ancora non sappiamo se è dentro o fuori area. A noi danno punizione, ad altri forse avrebbero dato rigore… . Ma è una decisione che ancora oggi è difficile criticare.
Il 3-0 nasce da una dormita del buon Roncaglia (“buon” perchè in confronto agli altri due centrali ha giocato un partitone e non sto scherzando) che chiede un fuorigioco che nessuna telecamera al mondo riesce ad immortalare.
Per rimediare il nostro capitano pensa bene di entrare in scivolata con mezz’ora di ritardo sul giocatore più veloce del campionato… . Saltato facile e 3-0 depositato a porta vuota. Un vero peccato che un gran difensore come Gonzalo alla soglia dei 32 anni continui a cedere all’istinto in questo modo, per l’ennesima volta.
E poi infortuni, forse qualche scelta discutibile da parte di Sousa… . Insomma, un 4-1 che alla Roma sta pure stretto. È girato tutto storto ed è andata così. L’arbitro e il “sistema calcio” non c’entrano niente.
Non quest’anno, dove (ribadisco per la milionesima volta) abbiamo avuto rigori su tutti i campi, a Milano, a Torino e ai primi minuti di gioco. Cose mai viste in tutta la vita.
Il vero nocciolo di questa partita vergognosa, al di là della poca grinta messa in campo, al di là degli errori arbitrali, al di là di tutte le storie che ci raccontiamo per farci pena a vicenda è da ricondurre ad un solo elemento del nostro club. E non alla Lega, agli arbitri, al surriscaldamento globale o alle unioni civili.
Chi è che non tutela la nostra squadra che nella partita più importante dell’anno ha ben due giorni in meno di riposo?
Nè una dichiarazione ufficiale, nè un dirigente che dicesse che non era corretto nei nostri confronti, niente di niente. Squadra lasciata a sè stessa, nessuno che si interessasse della cosa più importante di tutte, che si giocasse adarmi pari.
Banalità in serie, vomitevoli. “Non ne usciamo ridimensionati” e bla bla bla. Ho 34 anni ma una società che lascia così sola la propria squadra di calcio, il proprio valore reale e concreto io non l’avevo mai vista. Un atteggiamento incredibile. Ripetuto.
Per non ritornare poi sulla questione mercato. Benalouane non è ancora convocabile, Konè deve ancora entrare in campo. Due giocatori presi all’ultimo minuto dell’ultimo giorno disponibile per il mercato, acquisti fatti senza neanche fare le visite mediche. Soldi spesi “sulla fiducia”. Due calciatori che negli ultimi 4 mesi avevano collezionato 100 minuti di calcio giocato, forse meno.
A metà gennaio avevamo trattato per giorni sia Perotti che El Shaarawy e la Roma era ancora prigioniera di Garcia… . E anzichè affondare qualche colpo “serio” abbia deciso di far finta di comprare i vari Mammana e Lisandro Lopez. Ennesimo teatrino.
Non vedo l’ora che qualcuno ci spieghi perchè nonostante i ricavi aumentati vistosamente (parole di Rogg) e una serie di cessioni e di svincoli molto importanti sul piano finanziario (Cuadrado, Savic, Joaquin, Aquilani, Pizarro, Vargas, Salah, Richards, Neto, Gomez, El Hamdaoui, Basanta e qualcuno lo dimentico sicuramente), la Fiorentina risulta ancora un’azienda in forte perdita.
Qua si racconta alla gente che si vuol spendere e che ci si vuol rinforzare, salvo poi dire che si deve ripianare.
Si racconta alla gente che si punta al “sogno” Champions, salvo poi dire che andare in Champions League è un grande rischio finanziario.
Si racconta alla gente che proprietà e dirigenza lavorano per squadra ed allenatore, salvo poi fottersene totalmente quando nello scontro più importante del campionato ci sono due giorni e mezzo di riposo in meno.
Il calendario adesso si fa più agevole, tranne la Juve (da incontrare in casa) non avremo gare “impossibili”. 10 partite e 4 punti da recuperare alla Roma. Non una cosa semplice, certo che no. Ma ci possiamo provare. Riusciremo a fare uno sgambetto… al loro progetto?
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