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venerdì 29 Marzo 2024
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    Il terremoto in Centro Italia può generare stress anche da noi? La risposta è… sì!

    Può un evento che non provoca vittime, feriti, danni materiali oppure un evento che è geograficamente distante da noi ma del quale avvertiamo la scossa, essere una forte fonte di stress psicologico?

     

    Insieme alla dottoressa Maddalena Mancioli, psicologa e psicoterapeuta intervenuta come psicologa in zone colpite dal sisma, abbiamo cercato di rispondere a questa domanda, riportando brevemente anche piccoli suggerimenti per poter far fronte a certe esperienze.

     

    Prima di tutto la risposta fornita da alcuni studi è che può succedere.

     

    Come professionisti sappiamo che eventi che hanno provocato vittime e ingenti danni ma sono distanti da noi o più vicini ma che non hanno portano a conseguenze gravi, possono generare stati d’ansia o anche depressione nelle persone. In realtà, quello che da un punto di vista psicologico fa la differenza, non è l'entità oggettiva di un evento, quanto piuttosto il significato che gli viene dato da chi l'ha vissuto.

     

    La paura che si genera nel preciso momento in cui avvertiamo una scossa è un’emozione che accompagna tutta una serie di attivazioni fisiologiche che hanno uno scopo ben preciso, fornirci tutte le risorse necessarie da un punto di vista fisico per correre più velocemente possibile e reagire senza pensare.

     

    Dunque, anche le emozioni poco piacevoli, che di solito cerchiamo di evitare, hanno in realtà una funzione adattiva rispetto all'ambiente, garantendo la nostra sopravvivenza.

     

    Quindi è più che normale percepire emozioni come ansia, paura e panico nel momento stesso in cui avverto una scossa, è fisiologico, così come percepiamo dolore quando ad esempio sbattiamo contro un oggetto.

     

    Più problematico diventa quando una volta passata la scossa, ci rendiamo conto che viviamo in uno stato più o meno costante di attivazione, di allerta, con una sensazione di nodo alla gola o di pressione sul petto più o meno forte.

     

    Oppure quando ci ritroviamo a rimuginare molto spesso su quello che è successo, che potrebbe succedere o quando tutto ciò comporta anche insonnia o preoccupazione eccessiva per qualsiasi evento o luogo che ci ricorda quanto accaduto.

     

    Può anche accadere che si possano provare emozioni come frustrazione, demotivazione e tristezza quando le scosse si ripetono come nello sciame sismico.

     

    La mente umana cerca sempre di darsi una spiegazione di ciò che ci accade intorno, di capire se può fare qualcosa per evitare che riaccada, cerca di raggiungere una percezione di controllo o di fare previsioni, è così che più o meno funzioniamo tutti.

     

    Un evento come il terremoto ci mette di fronte al senso di impotenza, di minaccia: le nostre case, nostri rifugi, non sono più sicure; noi stessi abituati ad essere culturalmente abili ed efficienti, di fatto non abbiamo strumenti per fronteggiare nell'immediato la scossa e anche quello che utilizziamo come punto di riferimento principale per muoversi nello spazio, la terra, non è più stabile.

     

    E' comprensibile quindi il perchè i sentimenti e le emozioni che ne scaturiscono sono così potenti e psicologicamente devastanti. Riconoscerle, concedersi di essersi sentiti deboli, impotenti, condividere le paure con amici e conoscenti, che magari hanno avuto la nostra stessa esperienza, ma l'hanno vissuta in maniera diversa, è fondamentale per far sì che le nostre emozioni non si cristallizzino e non vadano a canalizzare i nostri processi di pensiero, di fatto intrappolandoci nell'evento traumatico. Il condividere la propria esperienza è utile sia per gli adolescenti, che per gli adulti e gli anziani.

     

    Non a caso, uno dei primi interventi che si fanno in psicologia dell'emergenza, è proprio quello di invitare le persone a parlare, a condividere con gli altri la propria esperienza. La rete sociale è un indispensabile e prezioso strumento di “guarigione”.

     

    Uno psicologo, lavorando in gruppo insieme ai vigili del fuoco, alla protezione civile in una situazione protetta da un punto di vista emotivo, può aiutare le persone a dare un significato all'esperienza vissuta, facilitando le strategie adattive delle persone.

     

    A volte ciò che aiuta a comprendere come mai per noi un evento come questo, anche se non ha prodotto danni o ne ha prodotti e causato molte vittime ma molto lontano dai noi, è così allarmante, è quello di capire che immagini, ricordi e pensieri ci evoca tale esperienza, anche mettendoli per iscritto.

     

    Può capitare spesso che un evento di questo tipo possa ricollegarsi a ricordi collocati più nel passato, anche ad una esperienza simile magari vissuta durante l’infanzia facendo emergere la paura vissuta a quel tempo.

     

    Anche in questo caso può aiutare raccontare o scrivere l’esperienza avuta quando eravamo piccoli, in certi casi abbasserà la paura collegata al ricordo.

     

    Con i bambini è utile essere sinceri e spiegare cosa è successo, parlarne con tranquillità e fornire spiegazioni sul come funzionano tali eventi e di quello che facciamo come esseri umani per prevenirli, ad esempio costruendo case più sicure o istruirli su quali sono le cose più giuste da fare durante un evento sismico.

     

    Nella maggior parte dei casi passato qualche giorno da un evento come questo la nostra mente è in grado da sola di tornare ad uno stato di equilibrio, però, nel caso che dopo qualche settimana ci rendiamo conto che siamo ancora in uno stato di attenzione per ogni rumore, non riusciamo a dormire, notiamo che pensiamo spesso a quello che è successo o che sarebbe potuto accadere, sperimentiamo una perdita di concentrazione a lavoro o a casa, ci sentiamo abbattuti o proviamo tristezza per diverso tempo, allora in questi casi sarebbe meglio rivolgersi ad uno psicologo.

     

    Ciò che può aggravare certi sintomi è anche lo spostare nel tempo la possibilità di consultare un esperto. Mettersi in contatto con un professionista è una soluzione pratica che prendiamo per noi stessi e che ci può permettere di affrontate meglio l’esperienza vissuta.

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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