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giovedì 25 Aprile 2024
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    Molluschi asiatici nei nostri fiumi e torrenti: fate attenzione

    Il mollusco in questione è la “Sinotaia Quadrata”, una specie di lumaca d’acqua dolce con una branchia e un opercolo, un mollusco gasteropode acquatico.

     

    Non autoctono delle nostre zone, ma di origine asiatica. Viene raccolto e mangiato, ma è potenzialmente tossico.

     

    Il comune di Montelupo Fiorentino ha fatto a questo proposito un’ordinanza per impedire questa pratica e interessa i Comuni vicini e la Regione Toscana affinchè intervengano in maniera analoga.

     

    La sua presenza nell’Ombrone pistoiese, ad esempio, è documentata da tempo. Da dove nasce il problema?

     

    Negli scorsi mesi sia la polizia municipale dell'Unione di Comuni, sia le pattuglie della locale stazione dei carabinieri, hanno fermato a più riprese e talvolta identificato i raccoglitori di molluschi trovati immersi in Arno.

     

    Sono tutti originari della Cina e arrivano prevalentemente dalla piana fiorentina o pratese e hanno dichiarato più volte di utilizzare i molluschi per scopo alimentare.

     

    Le quantità raccolte sono stimate in diversi chili (dai 10 ai 20 cadauno) e fanno escludere il mero consumo personale, ma ipotizzare l’esistenza di un commercio dei molluschi a fini alimentari.

     

    Le problematiche che si aprono sono molteplici. In primo luogo la sicurezza. Lo stato delle acque del fiume Arno nel tratto empolese, secondo il monitoraggio periodico effettuato da ARPAT, non è certo dei migliori. Inoltre il fiume può essere soggetto a improvvisi innalzamenti di livello dovuti ai rilasci effettuati dai bacini artificiali posti a monte.

     

    Altro elemento di pericolosità per la balneazione è rilevabile nella presenza della centrale idroelettrica, dotata di un opera di chiusa mobile, di recente realizzazione nel Comune di Carmignano.

     

    Per questi motivi già lo scorso anno sia il comune di Montelupo che quello di Lastra a Signa avevano imposto il divieto di balneazione nei tratti fluviali di propria competenza.

     

    Un’altra questione ancor più problematica è collegata al tipo di utilizzo che viene fatto. Questa specie può essere consumata, se raccolta in acque pulite; ma non è il caso dell’Arno.

     

    Grazie alla collaborazione e alla disponibilità della Azienda USL Toscana Centro, dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e della Toscana e di alcuni volontari sono stati raccolti nel tratto di Arno interessato campioni di Sinotaia Quadrata.

     

    È stato così possibile effettuare alcune analisi ufficiali finalizzate a valutare l’esistenza di un pericolo in caso di utilizzo a fini alimentari. I referti escludono salmonella, epatite A, ma individuano alti livelli di carica batterica tali da esporre i consumatori di questi gasteropodi a rischi reali per la loro salute.

     

    Ad esempio per la Escherichia Coli il livello massimo consentito è 230mnp/100g ; mentre quello rilevato è 54000mnp/100g. Oltre 234 volte il limite.

     

    Il fatto poi che la raccolta riguardi grandi quantità di prodotto apre il problema dell’utilizzo finale dei molluschi, per comprendere il quale si auspicano indagini specifiche. Infine, ma non meno importante, è da tenere presente l’impatto sull’ambiente. I molluschi sono una specie “importata” e non sappiamo ancora quali danni possono creare alla fauna e alla flora del territorio.

     

    “Il nostro presidio continuo sui corsi d’acqua – spiega Lorenzo Nesi, vicesindaco e assessore all’ambiente del comune di Montelupo – ha fatto emergere l’anomalo sviluppo del primo caso in Europa di coltivazione e raccolta di questo mollusco asiatico nell’ambiente naturale, da cui derivano problematiche per la salute pubblica della comunità cinese della Toscana centrale, per l’ambiente, e per l’invisibilità della probabile catena commerciale a valle della raccolta".

     

    "Fenomeno – conclude Nesi – che interessando il territorio di oltre 10 Comuni su almeno 3 province, per motivi di efficacia abbiamo deve essere affrontato dalla Regione con proprio provvedimento. Ringrazio i volontari che sia sulla Pesa che sull’Arno hanno dato fondamentale contributo a questa ricerca corale portata avanti da Montelupo Fiorentino insieme all’azienda sanitaria, all’istituto zooprofilattico sperimentale, alla polizia municipale e ai carabinieri”.

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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