In questo periodo dell’anno il torrente Pesa, privo di acqua, è facilmente percorribile lungo quasi tutto il suo tratto camminando sul suo letto di sassi.
Ed è facile arrivare nei punti di solito irraggiungibili. Ad esempio è facile percorrere il tratto lastricato della pescaia a La Botte.
Proprio in quel punto abbiamo notato che alcune lastre di pietra si sono staccate. E con la forza del fiume nei momenti di piena trascinate in fondo alla pescaia.
Il parco La Botte, al Calzaiolo (San Casciano), è uno di quei luoghi dove molti sancascianesi (e non solo) amano trascorrere il loro tempo libero.
Fino a qualche anno fa la pescaia non solo era un posto frequentato da pescatori, ma era un po’ il “mare” dei giovani delle vecchie generazioni. Dove si faceva il bagno e dove i più coraggiosi si tuffavano priprio dalla pescaia, nel punto preciso dove l’acqua era più profonda.
Non solo, dalla pescaia veniva anche incanalata l’acqua che andava fino al vecchio mulino al Ponterotto. Negli anni ha avuto dei rifacimenti, uno degli ultimi è stato eseguito dopo l’alluvione del 1966.
"Io posso dire di essere nato nella pescaia – ci racconta Carlo Goli – in estate scappavo sempre da casa per andarci a fare il bagno, e puntualmente ero rimproverato dalla mia mamma che, giustamente, quando non mi vedeva in casa veniva a riprendermi nell’acqua".
"Ricordo che la pescaia non era così – prosegue Carlo – aveva più cascate e non c’era quel grosso muro di cemento. Quello fu fatto dopo l’alluvione del ’66".
Quanto racconta Carlo lo conferma anche Ivetta Goli. Entrambi ci mostrano delle bellissime foto in bianco e nero: del ’53 e dopo l’alluvione del ’66.
"Si vedono ancora oggi dei blocchi di cemento nel letto del fiume sotto la pescaia – raccontano – questi fanno parte anche del ponte distrutto dall’alluvione, rimasti lì a testimonianza di quanto la forza dell’acqua riesce smuovere".
"Da alcuni anni però – ci spiegano – una parte delle pietre nel primo tratto della pescaia si sono mosse e di conseguenza nel tempo si stanno creando delle vere e proprie buche, che si allargano sollevando le altre pietre. Vogliamo sperare in un intervento di ripristino prima dell’arrivo della brutta stagione. Forse adesso la spesa è contenuta, ma se si lascia che il tempo faccia la sua parte, il rischio è di trovarsi una pescaia… groviera”.
In questo caso dovrà essere il Consorzio di Bonifica 3 Medio Valdarno ad occuparsene: a Carlo e Ivetta Goli vanno i ringraziamenti per le belle foto forniteci.
Antonio Taddei
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