I primi di agosto sono andata al ristorante indiano vicino a casa mia, un locale piuttosto conosciuto che esibisce la gigantografia della regina accanto ad un signore che presumo sia il gestore, entrambi sorridenti davanti ad un piatto di curry fumante.
Un cartello avvisa che non vendono alcolici, e quindi insieme ad un delizioso butter chicken (pollo con burro pomodoro e mandorle) e garlic nan, focaccia all’aglio, ordiniamo acqua minerale. Mi stupisco che il locale sia praticamente deserto nonostante sia venerdì sera, di solito qui la gente mangia presto.
Dopo circa mezz’ora, come per magia, il locale si riempie. Una fila di persone si snoda tra l’entrata e il buffet che nel frattempo è stato rapidissimamente improvvisato. Sono tutti asiatici, alcune donne coi capelli coperti dai foulard, famiglie intere e tanti ragazzi che si servono allegramente polpettine e verdure profumatissime.
“Se volete favorire, il buffet è gratis”, ci dice il cameriere, “è per il Ramadam”.
E tutto acquisisce un senso. Sono le 21 e il periodo di digiuno diurno dei musulmani si è appena concluso, ora che il sole è tramontato possono di nuovo pasteggiare. Ho controllato più tardi. A Leeds quel giorno il sole tramontava alle 20.54, quindi erano tutti puntualissimi e dovevano essere piuttosto affamati visto che non mettevano niente in bocca da prima dell’alba.
Ho scoperto che durante il “mese caldo” (traduzione letterale di Ramadam) i ristoranti, che come consuetudine offrono sconti e e qualche pietanza gratuita ai clienti, fanno ottimi affari visto che le notti diventano un’occasione per festeggiare.
Visto che ci è stato offerto mi avvicino timidamente al buffet.
“Prego! Siamo famosi per il nostro lassi” mi dice gentile quello che riconosco dalla foto con la regina mentre mi porge un bicchiere pieno di lassi al mango, una bevanda fatta con yogurt e spezie con cui vedo tutti stanno pasteggiando.
Mi piace il fatto che mi sta invitando anche se, ovviamente, non seguo la sua stessa religione visto che prima che il sole andasse giù mi stavo già abbuffando.
Lo assaporo mentre mi guardo attorno e dagli altoparlanti una preghiera si diffonde nella sala. C’è una bella atmosfera. E che buono… il lassi.
Forse perchè è gratis o forse perchè sto condividendo qualcosa anche senza comprenderlo del tutto, mi sembra una delle cose più dolci che abbia mai bevuto.
L’Inghilterra è anche questo, un esempio di integrazione, anche se non sempre facile, tra differenti etnie, un complesso e variopinto mix di razze e culture.
E di pietanze. A pochi chilometri da Leeds si trova Bradford, incoronata “la capitale inglese del curry” dove gli appassionati di cucina orientale che non possono volare fino in Asia, trovano tanti tipi di leccornie esotiche.
Mi viene in mente che se invece di contrapporci per differenze di credo e vedute cercassimo i punti che abbiamo in comune, come l’amore per il cibo, nel mondo ci capiremmo di più e sarebbe più facile convivere.
© RIPRODUZIONE RISERVATA