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martedì 30 Aprile 2024
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    Cittadini di Bagno a Ripoli, solidarietà ad Alex Zanardi: “Vorremmo che facesse riflettere sulla disabilità”

    "Come lui, tante persone che non si trovano ad affrontare solo la loro disabilità, ma anche tanti, tanti, tantissimi scalini. Non soltanto architettonici, fisici, ma anche e soprattutto mentali"

    BAGNO A RIPOLI – “Solidarietà ad un campione, nella vita e nello sport, come Alex Zanardi“.

    Ad esprimerla pubblicamente è la lista civica Cittadini di Bagno a Ripoli. Che parte dalla solidarietà al campione romagnolo per allargare il discorso al mondo della disabilità.

    “La reclusione dovuta alla pandemia – spiegano – ha portato molti di noi a domandarsi come si vive con una qualsiasi disabilità; a non poter uscire o a poterlo fare solo stando sotto determinati obblighi. L’attenzione verso le esigenze e le problematiche della disabilità subisce spesso delle altalene mediatiche che poi, però ci fanno tornare ad una sorta di “normalità” con la quale vediamo il mondo e non ci si pensa più. Fino ad oggi, con Zanardi che ha ricordato a tutti noi quanto dura e limitata è la vita nella disabilità e quanto forza è nascosta nell’anima”.

    “Quest’oggi – proseguono – vorremmo appellarci a tutti coloro che stanno manifestando supporto ed empatia verso una persona con abilità diverse da quelle a cui siamo abituati, per far sì che questi riflettori rimangono sempre accesi e non dover più permettere che succeda qualcosa per alzare l’attenzione”.

    “È un po’ quello che accade quando eventi tragici colpiscono la popolazione – aggiungono – Tutti pronti a lottare, a condividere e ad empatizzare; fermo restando che, dopo qualche mese, per la maggior parte della gente, tutto cade nel dimenticatoio e ci si appoggia alle associazioni, che comunque, fanno fatica, fanno tanta fatica e spesso niente gloria o supporto tangibile”.

    “Vorremmo che Zanardi – auspicano – non debba essere una vittima sacrificale necessaria all’altare dei perbenismi per rendere le città più accessibili, le strade più sicure, le persone più consapevoli: insomma, per avere un mondo all’altezza della disabilità”.

    “Vorremmo che le persone – riprendono – comprendessero bene che Zanardi, come tantissime altre persone (disabili, handicappati, diversamente abili, scegliete voi, ma comunque persone: Lorenzo, Margherita, Iacopo, Elena, Stefano) e i loro care giver, sono tutte persone che non si trovano ad affrontare solo la loro disabilità, ma anche tanti, tanti, tantissimi scalini non soltanto architettonici, fisici, ma anche e soprattutto mentali, la mente dell’altro (non la loro!), si perché la nostra normalità non coincide con chi, invece, ha la necessità di dare a questa parola un’interpretazione diversa”.

    “Loro – sostengono – come il loro care givers, re-inventano gli sport e si adattano, si adattano sempre: In vacanza, nello sport, a lavoro perché questa società, inconsciamente, in molti ambiti, ha cittadini di serie A e di serie B”.

    “Vorremmo arrivasse bene il concetto – dicono ancora da Cittadini di Bagno a Ripoli – che lo sport è una delle poche ancore di salvezza che questa società lascia alla disabilità: abbiamo progetti ad hoc per farli tornare a lavorare (nell’unico modo concepito da chi non è disabile, e quindi a modo nostro, non a modo loro), e poi…”.

    “Non abbiamo bancomat accessibili – denunciano – ( o comunque sono pochissimi), non abbiamo veri e propri spazi per lo sport-abile, non abbiamo la loro fantasia. La maggior parte di noi non sa quale scalino è effettivamente un problema, non sa nemmeno come rapportarsi con un disabile, non conosce la difficoltà di comprare un paio di jeans o prendere il pacco di pasta in alto al supermercato (e si parla solo di problematiche legate alla sedia a rotelle)”.

    “Poi c’è tutto un mondo che riguarda le disabilità – rimarcano – Sì perché, signori, la legge Basaglia ci ha fatto vedere qualcosa, ma non tutto. Noi viviamo beati nella nostra “normalità” e spesso si guarda con pena, pietà o compassione per poi pensare di quietare la coscienza facendo una buona azione”.

    “Le disabilità – argomentano – sono un mondo infinito che spesso non vediamo perché è la nostra società a non permettere una vita “normale”. Un po’ come avvenne con l’omosessualità che non veniva riconosciuta perché non manifestata, ma il punto è sempre lo stesso: se la società non mi accoglie, meglio non mostrarsi, meglio restare in casa”.

    “Vorremmo dare lo spunto per una buona azione – propongono – alziamo l’attenzione sulla disabilità, sulle 258 euro di pensione di invalidità (non costituzionali ed aumentate solo per redditi superiori a circa 6.000 euro l’anno), sulle barriere architettoniche, sulla cura e l’attenzione alla guida, sul senso civico, sul bene dell’altro prima del nostro!”.

    “Ieri era Manuel Bortuzzo – concludono – oggi è Alex Zanardi. Finita la bufera mediatica vorremmo non rimanesse solo polvere. Forza Alex… forza!”.

    @RIPRODUZIONE RISERVATA

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