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mercoledì 14 Maggio 2025
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    Vino, buone notizie: per Le Chiantigiane un 2015 con il fatturato in crescita del 2%

    E' la più grande cooperativa vitivinicola della Toscana. In controtendenza, "tira" molto il mercato italiano

    SAMBUCA (TAVARNELLE) – In via Michelangelo, alla Sambuca, a "bordo" Autopalio, la cooperativa agricola Le Chiantigiane, la più grande cooperativa vitivinicola della Toscana, ha presentato oggi il bilancio 2015. E sono numeri che permettono di essere ottimisti.

     

    + 2% DI FATTURATO AL 31 AGOSTO 2015

     

    Più 2% per il fatturato al 31 agosto 2015, che tocca quota 21,5 milioni di euro. In Italia Le Chiantigiane si conferma la prima etichetta di Chianti per diffusione nella grande distribuzione.

     

    Anche gli IGP maremmani (parliamo della più grande realtà cooperativa vitivinicola della Toscana, che produce Chianti, Chianti Classico, Vernaccia e Morellino) trainano il buon risultato 2015: a fianco del Chianti che mantiene il suo apporto tradizionale.

     

    In un anno il Consorzio ha imbottigliato 4,5 milioni di bottiglie di Chianti, un milione di vini toscani, 550mila bottiglie di Vernaccia di San Gimignano, 500mila di Chianti Riserva, 500mila di vini Doc maremmani e 500mila di Morellino di Scansano.

     

    "Molto buoni – si dice – anche i prezzi delle liquidazioni dei vini, che hanno toccato quota 147,8 euro per il Chianti 2014 e 87,5 per gli Igp Toscani, a riprova del ruolo importante del consorzio nella valorizzazione delle uve conferite dai soci".

     

    I MERCATI DI RIFERIMENTO

     

    In controtendenza con molti competitor nel settore, a tirare qui è il mercato interno: con il 79% infatti il mercato italiano fa la parte del leone. Il 21% di export (si lavorerà per aumentarlo con nuove collaborazioni e partnership) finisce in Europa, Asia e Stati Uniti.

     

    Il bilancio è stato presentato nello stabilimento di Tavarnelle dal presidente Davide Ancillotti, alla presenza di David Baroncelli, sindaco di Tavarnelle ("La presenza de Le Chiantigiaane alla Sambuca è un elemento qualificante per tutto il territorio"), Giovanni Busi, presidente Consorzio Vino Chianti, Giovanni Luppi, presidente Legacoop Agroalimentare e Roberto Negrini, presidente Legacoop Toscana.

     

    LA REALTA' DE LE CHIANTIGIANE

     

    La cooperativa conta 46 dipendenti (stabili i livelli occupazionali, buoni i rapporti sindacali) fra gli stabilimenti di Tavarnelle e Grosseto, e 38 cantine socie sparse su tutto il territorio nazionale, principalmente nelle zone del Chianti fiorentino e senese e nel grossetano.

     

    Con 2.460 ettari di vigneto in produzione e circa 2.000 produttori toscani che, attraverso l’adesione alle cantine sociali, gli conferiscono il vino per imbottigliarlo e commercializzarlo, il consorzio Le Chiantigiane arriva dopo una storia quarantennale ad essere un emblema del buon bere toscano nel mondo.

     

    IL PRESIDENTE: "CRESCIAMO NONOSTANTE LA CONGIUNTURA"

     

    “Nonostante la congiuntura economica sfavorevole – dice il presidente Ancillotti – Le Chiantigiane chiude un 2015 positivo. Siamo soddisfatti e abbiamo potuto remunerare adeguatamente i nostri soci, che sono una fetta importante del comparto vitivinicolo della regione".

     

    "Per il 2016 – annuncia – vogliamo puntare ad un ampiamento dell’export, mantenendo fermi i nostri valori fondamentali, la qualità del vino e l’approccio da “cantina” anche se abbiamo ormai raggiunto dimensioni da grande azienda”.

     

    LE STRATEGIE DEL CONSORZIO VINO CHIANTI

     

    E' stato invece il presidente del Consorzio Vino Chianti, Giovanni Busi, a tracciare il quadro di quella che sarà l'attività 2016 di quella che è, per Le Chiantigiane, la denominazione di riferimento.

     

    "Il Consorzio – spiega – è partito da un ragionamento iniziale che veniva dal mercato, dalle oscillazioni continue del Chianti da 160-170 euro ad ettolitro fino ai 60/70. Un fatto storico ma assolutamente negativo per la nostra denominazione".

     

    "Il buon prezzo – sottolinea – è sui 130-140 euro ad ettolitro. Quando si sale il mercato subisce dei contraccolpi, la bottiglia in molti casi non viene più assoggettata a promozioni dalle catene di distribuzione. E si hanno effetti negativi sulle vendite. Bisogna quindi cercare la giusta retribuzione all'agricoltore e si è pensato di farlo con l'aumento della produzione per ettaro: solo così l'agricoltura ce la fa".

     

    "Poi – continua – stiamo procedendo con la valorizzazione del prodotto e del prezzo, con la presenza in tutto il mondo, anche con i piccoli che spuntano prezzi medi più alti e valorizzano la denominazione. Inoltre inizieremo con un grande battage pubblicitario anche in vista dell'anteprima, che abbiamo deciso di aprire al pubblico (siamo partiti lo scorso anno con un successo clamoroso) a differenza delle altre denominazioni".

     

    "In Italia – conclude – lavoreremo con Conad a maggio, con Coop luglio ed Esselunga a settembre. Saremo nei loro supermercati con identificazione precisa sugli scaffali, degustazioni in alcuni negozi con sommelier, gadget. Infine, vogliamo stringere un miglior rapporto con le guide e gli opinion leader nel mondo del vino. Tutti pezzi che stiamo mettendo assieme per migliorare ruolo e performance della denominazione Chianti".

    di Matteo Pucci

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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