OSTERIA NUOVA (BAGNO A RIPOLI) – Nei giorni scorsi abbiamo dato conto delle critiche del Comitato civico di Osteria Nuova alle costruzioni previste nell'ambito del piano attuativo per via Lazzeri.
Riceviamo e pubblichiamo la replica della controparte, nella forma di lettera aperta, con le posizioni della Cooperativa Aquilone.
"Lettera aperta ai cittadini del Comune di Bagno a Ripoli e in particolare di Osteria Nuova
Dopo aver letto negli ultimi giorni quanto riportato sui giornali locali a firma di comitati che poarlano a nome della comunità di Osteria Nuova, ci siamo sentiti in dovere di rispondere alle loro affermazioni .
L’argomento trattato in quegli articoli, riguarda l’adozione da parte dell’amministrazione comunale di un piano attuativo che prevede la realizzazione di 21 alloggi di superficie media di circa 86 metri quadri lungo via Lazzeri.
Tale piano prevede inoltre le opere compensative, fra cui un ampio giardino pubblico, parcheggi pubblici, rifacimento di una parte del tracciato di via Lazzeri e la corresponsione di oneri per il rifacimento del parcheggio dell’asilo Arabam (o altre analoghe opere).
Innanzitutto vogliamo precisare che quando si parla di un “privato” portatore dell’interesse a edificare, non si deve pensare a un singolo, o a una società di costruzioni, né tantomeno a qualche fantomatico speculatore, bensì si tratta di una vera cooperativa di famiglie del luogo (ormai una rarità) che difendono il loro desiderio di vivere a Osteria.
Correttamente negli articoli si fa cenno al 1999, ma la previsione di edificazione in quell’area risale in effetti agli anni ‘70, quando furono costruite gran parte delle residenze di via Lazzeri.
L’intervento previsto, infatti, è volto a realizzare il completamento dell’abitato della via e non, come si legge, a cementificare le nostre colline.
E certamente non si può parlare nemmeno di “vecchio progetto”, dal momento che è stato più volte rivisto fino a dimezaarne la volumetria prevista, proprio per ridurrne al minimo l’impatto e rispettare le stringenti normative a tutela del territorio.
Occorre anche ricordare che in passato, certi comitati avevano fatto ricorso al Tar contro questa previsione edificatoria, probabilmente per chi una casa a Osteria ce l’ha già.
Così sono iniziate le nostre tribolazioni, quando il terreno edificabile acquistato con tanti sacrifici, è rimasto "congelato" in attesa di un giudizio di grado superiore. Sospesi in un limbo giudiziario, abbiamo atteso a lungo, mentre intanto gli affitti degli alloggi di molte delle famiglie della Cooperativa continuavano a dover essere corrisposti, al posto delle rate dei mutui delle nuove case.
Ma alla fine, il Consiglio di Stato ha riconosciuto le ragioni di chi adesso vi scrive, non per tutelare la speculazione, ma il diritto di proteggere giovani famiglie desiderose solo di potersi costruire un proprio alloggio ad un prezzo calmierato e comunque con i sacrifici di una vita.
Per questi motivi desideriamo portare all’attenzione di tutta la comunità ripolese anche la nostra verità quando si parla di queste 21 abitazioni".
I soci della Cooperativa Aquilone
di Redazione
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