SANT’APPIANO (BARBERINO TAVARNELLE) – Riccardo Guazzini, di Sant’Appiano (Barberino), ad aprile quarant’anni, non smette mai di stupirci e di stupirsi.
Orgoglio musicale del nostro territorio, ha appena conseguito niente meno che la sua quarta laurea. In composizione jazz, con 110 e lode. Martedì 25 febbraio a Villa Favard, presso il Conservatorio Cherubini (a Firenze). Con titolo “Focus di Eddie Sauter” e sottotitolo “Oltre i generi”.
Dopo le lauree in sassofono vecchio ordinamento, sassofono nuovo ordinamento e sassofono jazz, quest’ultima è stata la ciliegina sulla torta. Il coronamento di un percorso di studi completo e bilanciato che mira ad abbattere gli attriti tra classico e jazz, unendo entrambi i generi.
L’ulteriore merito di Riccardo – del quale la passione, la dinamicità e la sete di sapere sono inestimabili – consiste nel fatto che nel frattempo si è dedicato anche a tantissime altre cose, dandosi veramente un gran da fare.
Con il quartetto di sassofoni Freem ha dato vita ad un disco, peraltro andato molto bene. Ha fatto (e fa) parte della marching band Fantomatik Orchestra. E – come se non bastasse – insegna al corso pre-accademico del Conservatorio di Siena e alla scuola media di Orbetello.
“Ho iniziato in quinta elementare con il direttore della Banda di Marcialla Scoccati – inizia Riccardo – E ho proseguito suonando nella Banda. A ventun anni ho finito il conservatorio, durato sette anni. Tra i ventinove e i trentun anni ho frequentato il biennio di conservatorio a La Spezia”.
“Nell’anno accademico 2016/2017 ho aperto un nuovo capitolo – racconta – Ho avviato gli studi di sassofono jazz, laureandomi nel 2017/2018. E subito dopo ho cominciato a studiare composizione jazz”.
“Avevo il desiderio di mettermi alla prova – prosegue – La fatica c’è stata, ma ne è valsa la pena, perché ho imparato cose nuove e scoperto che riesco sempre a trovare delle risorse dentro di me”.
“Mi ha fatto piacere – aggiunge – toccare con mano che oggi fra musicisti classici e jazz vi sono stima reciproca e interesse. L’intersecarsi dei generi è un messaggio da proporre sempre di più al pubblico. Per gli studenti l’ideale sarebbe portare avanti studi di tipologia diversa”.
“Nella mia ultima laurea – spiega – ho presentato quattro brani scritti da me. E ho esposto la mia ricerca sul disco “Focus” del 1960. Nel quale sulle musiche di Sauter dalle influenze classiche il sassofonista Stan Getz ha improvvisato con un’impronta jazzista”.
“La proclamazione è stata un momento speciale – ricorda – condiviso con la mia famiglia, grandi amici musicisti e i miei insegnanti. Ottenere il massimo dei voti e la lode mi ha regalato una gioia immensa”.
“Quando ero piccolo la musica era un modo per identificarmi in qualcosa – dice – Poi è diventata il piacere di esprimere me stesso lavorando, di dire chi sono attraverso ciò che faccio”.
“Ora studierò pianoforte, ma non all’interno di un percorso accademico – conclude Riccardo – Con Freem abbiamo in cantiere il secondo disco. Suonerò ancora con la Fantomatik. E continuerò ad insegnare”.
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