BADIA A PASSIGNANO (TAVARNELLE) – Per adesso si sa solo che la Diocesi di Fiesole, sotto la cui "giurisdizione" ricade il monastero vallombrosano di Badia a Passignano, avrebbe posto sotto indagine padre Abele, l'ex Abate della Badia, sostituito alla sua guida da tempo.
Da molti mesi in paese le voci si rincorrevano in seguito alla partenza dal borgo di un Abate che, e questo è un dato di fatto, negli ultimi anni aveva letteralmente "sigillato" il monastero. Isolandolo dal mondo.
Arrivando da un passato nel quale la Badia era visitata da centinaia di migliaia di persone ogni anno, il contrasto era apparso stridente: più volte in paese si erano alzati malumori. Anche da parte dell'amministrazione comunale di Tavarnelle.
Un religioso un po' particolare quell'Abate cubano: tanto per fare un esempio nel 2003, in polemica con il sindaco di Tavarnelle Stefano Fusi, era andato a trovare l'allora sindaco di Greve in Chianti per chiedere se a Badia si poteva fare un referendum… per il cambio di comune.
Non è dato di sapere i motivi per i quali padre Abele sia stato messo sotto indagine: la "vox populi" parla di questioni di soldi, di arredi sacri "volatilizzati", di mille altre cose tutte da verificare sul campo.
Niente di concreto, per carità: ma se la Diocesi fiesolana ha deciso di aprire un'indagine sull'ex Abate di Badia a Passignano (che potrebbe portare anche alle estreme conseguenze di un processo canonico e addirittura di una sua riduzione allo stato laicale), evidentemente vuor fare fino in fondo luce e chiarezza.
Intanto però cittadini e turisti sono tornati a godersi un monastero che, dopo gli anni della chiusura, è stato finalmente riaperto… al mondo.
di Matteo Pucci
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