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domenica 13 Luglio 2025
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    La scuola vissuta all’estero: i ragazzi del “Gobetti-Volta” la raccontano… passo dopo passo

    Un anno di scuola all’estero è sicuramente un’esperienza che cambia se stessi e il modo di pensare. Ti porta a conoscere, non solo una nuova lingua e nuove persone, ma anche nuovi popoli, nuovi stili di vita, nuove culture, nuovi punti di vista.

    In questo anno si impara a conoscere e a saper amare un posto che non è la propria casa. E’ un’esperienza nella quale si cresce e si impara a conoscere se stessi sotto altri aspetti.

    Molti ragazzi che hanno vissuto questo viaggio sono rimasti molti contenti di aver vissuto un viaggio anche interiore. Sono cresciuti, sono diventati più indipendenti, ma soprattutto hanno anche imparato il valore che ha la propria famiglia nella loro vita.

    “Per vivere questa nuova avventura non bastano solo la forza di volontà e una grande capacità di adattamento, bisogna fare delle iscrizioni che porteranno poi a dei colloqui (sia individuali che con i genitori) per capire se si è all’altezza per sopportare anche la lontananza da casa, dai propri amici e dalle proprie abitudini”.

    Sono le parole di Brando Filippeschi, Andrea Lilla, Irene Ragnini e Emiliano Ciampi, quattro ragazzi del “Gobetti-Volta” di Bagno a Ripoli che questa esperienza l’hanno vissuta in ogni suo passaggio.

    Le selezioni infatti permettono alle famiglie di conoscere meglio il contenuto dei programmi e la proposta educativa e nello stesso tempo consente ai volontari di aiutare e guidare i ragazzi verso la scelta più adatta a loro.

    “I volontari ci hanno chiesto di scegliere minimo tre luoghi in cui andare, così che se non fosse possibile andare nel posto in cui volevamo, avevamo altre opzioni. Anche perchè il valore di questa esperienza di vita dipende soprattutto dal potersi confrontare con una cultura di un altro Paese, indipendentemente dal quale esso sia” racconta Andrea.

    Queste scelte servono inoltre per acquisire gli elementi di valutazione per l’assegnazione dei posti e delle borse di studio disponibili.

    “Le famiglie che ci hanno ospitato sono state scelte dai volontari. Li abbiamo incontrate all’aeroporto ed è stata un’esperienza unica” prosegue Emiliano.

    In alcuni casi ci si sente subito parte della famiglia, in altri invece ci vuole un po’ più di tempo, ma piano piano tutti i problemi svaniscono. Vivere con una nuova famiglia vuol dire adattarsi alle loro regole e seguire il loro stile di vita. Nel caso che ci fossero problemi, i volontari dell’associazione intervengono per sostenere e facilitare la risoluzione dei problemi.

    Irene racconta: “Io per fare questa esperienza in Brasile ho dovuto imparare una nuova lingua durante il percorso con l’associazione. Nella nuova famiglia, mi sono sentita subito accettata, soprattutto dai nonni. Io per loro ero entrata a far parte della famiglia, tanto che ormai li chiamavo mamma, papà e nonno e nonna. Non ero l’unica adolescente, c’era un ragazzo in casa che mi considerava davvero una sorella, infatti era molto protettivo e geloso”.

    A seconda della durata del soggiorno scelta, la partenza varia. Ci sono i viaggi annuali (uno di questi fatto da un ragazzo in Giappone), i semestrali (sei mesi fatti da tre ragazzi: due in Russia e una in Brasile), i trimestrali, i bimestrali e gli estivi (quattro settimane in un luogo a propria scelta).

    Il costo del viaggio e del soggiorno varia soprattutto in base al luogo e alla durante che viene scelta da ogni ragazzo, ma anche in base alla fascia del reddito che una famiglia possiede. Alcune famiglie potrebbero richiedere la borsa di studio.

    “Quando siamo tornati a scuola abbiamo dovuto fare degli esami integrativi. Per noi ragazzi che abbiamo fatto i semestrali, per rimetterci in pari con il programma non abbiamo avuto problemi perchè siamo tornati alla fine del trimestre” dice ancora Brando.

    Per Emiliano, avendo fatto l’annuale, ci sono stati molti più problemi, infatti ha deciso di ripetere l’anno di sua spontanea volontà.

    Gli studenti, infatti, hanno la responsabilità di concordare con i propri insegnanti le modalità di riammissione alla classe e di recuperare il programma delle materie che non hanno potuto studiare all’estero.

    Articolo di: Martina Focardi

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

    Un laboratorio di giornalismo che ormai va avanti da oltre due anni, grazie alla splendida collaborazione degli insegnanti e della dirigenza dell’Istituto Statale di Istruzione Superiore “Gobetti-Volta” di Bagno a Ripoli.

    Il Gazzettino del Chianti ha deciso quindi di dare una organicità a questa collaborazione creando questo apposito spazio in cui troveranno spazio tutti gli articoli scritti dagli studenti e dalle studentesse di quella che è l’unica scuola superiore presente nel nostro territorio.

    Scriveranno anche di questo, del territorio in cui vivono e dal quale tutti i giorni “partono” per andare a scuola. Ma anche della scuola stessa, di quello che vi accade.

    Articoli scritti da ragazzi dalla prima alla quinta superiore, seguiti dalla nostra redazione ma lasciati liberi nella scelta degli argomenti. Anche di sbagliare. In un piccolo-grande laboratorio di giornalismo aperto e plurale. Buona lettura!

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