Nei giorni scorsi la 1A del liceo linguistico “Gobetti-Volta” ha incontrato una persona davvero speciale, Aneta Pulaj, che ha accettato di raccontare ai ragazzi come in Italia ha iniziato una nuova vita.
Aneta è originaria dell’Albania, dove negli anni Novanta ci fu una terribile guerra civile causata dal crollo del rigido regime comunista e dai vari problemi economici che azzerarono l’economia del Paese.
“Era una vita impossibile – racconta Aneta – tutti avevano a disposizione delle armi, la violenza dilagava senza controllo, rischiavi che ti sparassero per strada senza alcun motivo. Non potevo restare”.
Molta gente decise di emigrare in altri Paesi, soprattutto in Italia che aveva una politica poco restrittiva riguardo all’immigrazione.
Aneta è arrivata qui in Italia nel ’98 mentre il marito nel ’94; lei aveva 24 anni ed era incinta della prima figlia. Il marito, arrivato qui, ha trovato lavoro come muratore, mentre in Albania era poliziotto; col tempo sono arrivati gli altri parenti.
Il viaggio fu lungo e pericoloso: “Ero con mia cognata e i miei nipoti. Ricordo che ero praticamente seduta sul motore del gommone. Arrivati vicino alla riva ci fecero togliere le scarpe e raggiungere la battigia a piedi. Dalla stazione di Brindisi arrivai a Roma dove mi portarono in ospedale perchè non mi sentivo bene e mio marito mi venne a prendere”.
Il fatto che lui lavorasse già regolarmente permise ad Aneta di ottenere il permesso di soggiorno abbastanza in fretta e andarono a stabilirsi a Greve in Chianti.
All’inizio non fu facile, soprattutto imparare la lingua, ma il Comune di Greve aveva organizzato dei corsi per stranieri e Aneta li frequentava con grande impegno, anche portandosi dietro la carrozzina con la figlioletta che nel frattempo era nata.
Aneta, attualmente, lavora in alcune famiglie ed è felice della sua nuova vita. Alla domanda se avrebbe desiderio di tornare in Albania, adesso che le cose sono cambiate, risponde: “Ormai la mia vita è qui, più che altro la vita delle mie figlie è qui e noi genitori facciamo sempre tutto per loro”.
Inoltre a novembre Aneta ha finalmente ottenuto la cittadinanza italiana. Comunque il contatto con la patria d’origine non è perso: ogni estate la famiglia va in Albania e per questo le figlie di Aneta sanno parlare entrambe le lingue, italiano e albanese.
Aneta saluta i ragazzi raccomandando loro di mantenere una mentalità aperta e fiduciosa, perchè questo secondo lei è solo un altro momento di passaggio e grande cambiamento storico, rispetto al quale non bisogna avere paura, anche se le cose non sono certo facili.
“Quando sono arrivata io la gente era molto più accogliente e paziente, ora invece ha meno fiducia negli stranieri a causa del grosso flusso di immigrati. Ricordatevi che talvolta basta anche solo un sorriso per far sentire l’altro accolto!”.
Articolo di: Martina Martucci e Claudia Morara
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