Oggi vi parliamo di un argomento tanto caro ad ognuna di noi, ma anche ad ognuno degli uomini che ci sta accanto … fidanzati, padri, colleghi e poveri amici…
Ogni donna una volta al mese, subisce un mutamento nel fisico e nell'umore, che la trasforma in una belva famelica che divora tutto ciò che trova sul suo cammino, cibo spazzatura e uomini pazienti e terrorizzati che spesso, nel vano tentativo di placare l'equilibrio psico-fisico della partner, non fanno altro che peggiorare la situazione, diventando loro facili prede.
Il genere maschile non si spiega come, di punto in bianco, da un affettuso saluto, una piacevole serata, una tranquilla cena, le donne possano trasformarsi in isteriche creature che tirano fuori il peggio di se stesse.
Stiamo parlando proprio di lei, ebbene sì, la SINDROME PREMESTRUALE!
La patologia ha il seguente decorso clinico: irritabilità costante, dolorini diffusi in tutto il corpo (anche sulle doppie punte), possibilità che qualsivoglia evento quotidiano ci faccia esplodere in un pianto isterico, necessità di avere sempre l'ultima parola su tutto, bisogno fisico di buttarci a capofitto in secchi di “junk food” cibo sbazzatura, per dirla come gli americani; disposte a ingozzarci fino a scoppiare, pur di placare, almeno per un momento, quella strana e fastidiosa sensazione di ansia mista a malinconia, insofferenza, rabbia ingiustificata e malessere fisico generalizzato.
A ciò spesso seguono irrimediabili crisi depressive dovute al senso di colpa per l'ingordigia e per l'incapacità di frenare il desiderio compulsivo di cibo dolce, grasso, salato o poco salutare.
Per alcune di noi non c’è niente di più rilassante di una seduta di shopping. Anche se Carrie Bradshaw sosteneva che è meglio stare lontane dalle vetrine in periodi critici (fine di una storia d’amore, post-lincenziamento in tronco, sindrome premestruale), in fondo sapeva, che è una tra le terapie possibili. Altre al contrario, vedendosi e sentendosi fisicamente al peggio, stanno alla larga da quelle tremende luci dei negozi che risalterebbero anche il più microscopico poro del vostro viso!
Ma più che alle donne, le quali gioco forza nella vita dovranno imparare a convivere con “quei giorni lì”, ci sentiamo in dovere di fornire agli uomini, vittime di riflesso della follia di Madre Natura, quelle poche informazioni che gli permettano di sopravvivere incolumi alle mutazioni ormonali della propria compagna.
Durante questa fase, mai dire ad una donna “Tesoro, come sei bella!“. Sbagliato.
Una donna in preda alla sindrome premestruale non si sente bella. E’ gonfia come un pallone, e sa che quel gonfiore le passerà solo attraversando i giorni del ciclo che stanno dolorosamente per arrivare. Meglio tacere e evitare di incappare in banali errori e fraintendimenti.
Una donna in preda alla sindrome premestruale infatti, piange con facilità. Molta facilità.
Una donna in preda alla sindrome premestruale non ha voglia di coccole, per non parlare della voglia di sesso, pari a zero. I vostri approcci la faranno solo sentire un mero strumento del vostro piacere personale e inaspriranno una situazione già delicata.
Ricordatevi però che assecondare indistintamente il paziente non garantisce necessariamente la vostra sopravvivenza. Per tal motivo meno fate e meglio sarà, anche se in questi casi certezza non vi è.
Una donna in preda alla sindrome premestruale vuole starsene sola, sul divano, abbracciata alla borsa dell’acqua calda, aspettando che le passi quel tremendo mal di pancia, che si allentino tutte le sue tensioni e possa finalmente tornare alla “normalità”.
La cosa “divertente” è che così come arriva questa tempesta, al primo raggio di sole, torna a farci risplendere, come se nulla fosse successo! Non ci spieghiamo il perchè, ma funziona così e non possiamo davvero farci niente, se non impegnarci a riconoscere il nostro problema e cercare di tamponarlo e gestirlo al meglio, senza commettere troppi errori e ridurre al massimo i danni!
Come a voi uomini non rimane che accogliere caldamente la rediviva, come se niente fosse successo e come se la tempesta fosse ormai lontana… benchè in realtà sta proprio lì… ad appena ventun giorni di distanza.
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