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venerdì 20 Giugno 2025
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    Popolo Rom: pregiudizi, false credenze. Fatevi sempre… due domande

    Vorrei dedicare l’articolo di questa settimana al popolo Rom (composto principalmente dai gruppi rom, sinti, kale, monouches e romanichales) perchè sul loro popolo gravano pesanti pregiudizi, svariate leggende metropolitane e storie del tutto false che mirano a screditare ed emarginare un’intera popolazione.

     

    Cercherò in questo articolo di spiegare le false credenze e di approfondire la loro cultura cosicchè, magari, la prossima volta che incontrate un Rom, vi facciate due domande in più prima di etichettarlo come persona sgradita.

     

    Iniziamo dai numeri, l’intera popolazione mondiale di Rom è composta da circa 20 milioni di persone, delle quali circa 190.000 presenti in Italia.

     

    Delle 190.000 persone presenti in Italia 50.000 sono Rom di antico insediamento (circa verso il 1400), altri 50.000 sono Sinti sempre di antico insediamento, altri 50.000 circa arrivano dalla Romania o dall’ex Jugoslavia o scappano da guerre, in ogni caso Rom non vuol dire Romeno poichè questo popolo proviene originariamente da una zona del nord dell’India e attraverso le migrazioni sono arrivati in tutto il mondo.

     

    Questi 150.000 di cui si parla sono più o meno tutti integrati, lavorano, hanno famiglia, alcuni (i Sinti soprattutto) sono circensi famosissimi come gli Orfei e i Togni, oppure giostrai che girano l’Italia per lavoro.

     

    I restanti 40.000 abitano invece nei campi Rom (parola brutta “Campi” perchè ricorda tanto Auschwitz, per cui chiamiamoli villaggi da ora in avanti sia nell’articolo che quando parliamo coi nostri amici).

     

    Quest’ultimi spesso vivono di espedienti poichè così fa chiunque vive il degrado, ha difficoltà a trovare un lavoro e non ha prospettive di vita.

     

    Queste persone chiedono l’elemosina e si vedono a giro per le strade per cui tendiamo erroneamente a pensare che tuti i Rom siano così, ma questa è una falsità e potremmo dire che la percentuale di Rom disonesta è più o meno la stessa percentuale di Italiani disonesti, poichè questo è un aspetto innegabile dell’essere umano e non è che chi evade le tasse, o sfrutta le persone sul posto di lavoro pagandole poco e costringendole ad orari massacranti sia migliore, anzi, probabilmente è peggiore, ma non per questo tutto il popolo italiano è così.

     

    Altra leggenda metropolitana molto diffusa è che siano nomadi, in realtà non lo sarebbero ma si vedono necessariamente costretti ad esserlo perchè non vengono quasi mai accettati dove si fermano e quindi prima o poi son costretti a ripartire per trovare un altro luogo, ciò nonostante sono l’unico popolo che non ha una terra ufficialmente riconosciuta che non ha mai imbracciato le armi per conquistare qualcosa e questo è un pregio non di poco conto a mio avviso, i Rom non hanno mai fatto una guerra.

     

    Preferirebbero vivere in delle case come tutti noi e possiamo tranquillamente dire che con tutti i soldi stanziati negli anni sia dalla comunità europea che dall’Italia a quest’ora potrebbero quasi vivere in villette anzichè in situazioni di degrado come alcuni di loro, ma i soldi stanziati volti all’inclusione spesso da noi vengono dirottati in altri luoghi, usati per sgomberarli o addirittura rubati dai politici e i trafficanti di turno, e poi fa comodo a tutti puntare il dito su un popolo che in fin dei conti non ha nessuna colpa, questo atteggiamento, visto che riguarda una specifica etnia, ha un solo nome: razzismo.

     

    In ogni caso non tutti i villaggi in cui vivono sono degradati, un esempio bello e dignitoso esiste a Milano e si chiama Villaggio Chiesarossa, abitato da oltre 200 persone Rom e per chi volesse vedere un video vi metto un link ad un filmato così vi rendete conto http://www.milanotoday.it/video/villaggio-rom-chiesa-rossa.html.
     

    Per fare questo articolo ho parlato con diverse persone che sono vicine a questa cultura e Marcello Zuinisi, uno dei rappresentanti della popolazione Rom in Italia mi ha detto: digli alle persone che quando incontrano un Rom per strada lo fermino e gli chiedano dove erano 70 anni fa i suoi nonni o i bisnonni, vedrai che quasi tutti ti risponderanno.

     

    Nei campi di concentramento insieme agli Ebrei, solo che di questo sterminio se ne parla molto meno.

     

    Altra cosa da non fare è chiamarli Zingari poichè è un’accezione negativa che può equivalere al Negro per intendersi, per contro chi li chiama così loro lo chiamano Gagè, ossia non Rom, ma soprattutto non degno del loro rispetto ed hanno ragione, come possono rispettare chi li emargina da sempre?

     

    Come possiamo stabilire inclusione e legami umani con persone che guardiamo sempre dall’alto in basso? Normalmente gli esseri umani trattati così tendono ad isolarsi fra di loro e a non voler parlare con gli altri.

     

     

    La bandiera del popolo Rom è quella nella fotografia dell’articolo, ossia un a ruota rossa su campo verde e blu, il verde rappresenta il loro legame con l’erba, la natura e la terra, il blu con il cielo e la ruota di carro rossa le continue migrazioni che sono costretti a fare ma anche l’umanità, Rom in fondo in lingua romanì significa semplicemente “Uomo” cioè uguale a tutti gli altri.

     

    Un'altra leggenda metropolitana vorrebbe che il popolo Rom rapisca i bambini, ma è un’affermazione falsa poichè non esiste al mondo nessuna sentenza che lo affermi, inoltre è un popolo molto prolifico e hanno i loro figli, non hanno bisogno di quelli degli altri.

     

    Per fare un parallelismo potremmo dire che i Rom rubano i bambini come i comunisti li mangiano.

     

    Al sud molti allevano cavalli, oppure hanno concessionarie di auto o macellerie equine, sono operai, magazzinieri o lavorano in un corriere oppure sono artisti e musicisti, ma l’unica cosa che hanno in comune tutti è che per loro è tutto più difficile vista la mole enorme di pregiudizi.

     

    Al loro popolo si deve la musica come il flamenco, il jazz autoctono europeo chiamato jazz manouche nonchè tutta la musica balcanica (quella dei film di Emir Kusturica per capirsi), tute le arti circensi, l’ammaestramento di orsi (gli ursari) e cavalli, nonchè la lavorazione e fusione dei metalli e del rame in particolare che hanno portato in tutto il mondo.

     

    Hanno fra di loro artisti di fama mondiale come Django Reinhardt (un famosissimo chitarrista jazz francese) oppure Santino Spinelli laureato in lingue e letterature straniere e in musicologia nonchè musicista e compositore, Antonio Banderas (kalè), Yul Brinner (rom), Michael Caine (romanichael), Charles Chaplin (romanichael da parte di madre), Joaquin Cortès (kalè), Rita Hayworth che era la nipote di Antonio Cansino (creatore della danza spagnola moderna), Bob Hoskins (attore americano di origine sinta), Zlatan Ibrahimovic (rom da parte di padre), August Krogh (premio Nobel per la medicina), Juscellino Kubitschek de Oliveira (ex presidente del Brasile), Elvis Presley (padre sinto, madre romanichael) etc. etc.

     

    Un’altra cosa che molti non sanno è che molti Rom furono anche partigiani e parteciparono attivamente alla liberazione dell’Italia.

     

    Una storia particolare è il caso della famiglia di Gnugo che riesce a riprendere l'attività circense e con altri sinti costituisce la Formazione partigiana dei Leoni di Breda Solini che operò sul confine tra Mantova, Modena, Cremona e Reggio Emilia.

     

    Concludo questo articolo invitandovi giovedì 15 giugno in piazza a Colle Val d’Elsa (SI) alle 20.30 per la proiezione gratuita del film-documentario sul popolo romanì OPRE ROMA (che vuol dire in lingua romanì “Alzati Rom”) a cura e alla presenza del regista Paolo Bonfanti (che ringrazio essendo stata una delle persone che più mi ha aiutato per questo articolo) così da poter riflettere sul nostro razzismo interiore che è sicuramente presente più o meno in tutti noi e per iniziare a combatterlo per diventare esseri umani migliori.

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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