Nel mio articolo di questa settimana desidero affrontare un tema che suscita reazioni contrastanti tra le persone, c’è chi è d’accordo e chi è contrario, oggi parliamo della cura con la cannabis terapeutica.
Io ho deciso di informarmi meglio per dare a tutti l’opportunità di farsi un’idea precisa e di sapere come fare, qualora avessero voglia e bisogno di curarsi con questo metodo, e per fare questo ho parlato con Catiuscia ed Osvaldo.
Osvaldo è stato il primo paziente che ha avuto accesso a questa cura in Toscana a carico del servizio sanitario regionale e la utilizza dal 23 maggio 2014 ed ha accettato di raccontarci la sua storia e i benefici che trae da questa cura.
Osvaldo è un paziente abbastanza giovane poichè ha 52 anni ma ha una situazione di salute complessa, da giovane ha fatto uso di sostanze stupefacenti, poi è entrato in comunità ed è riuscito a smettere ma si è ritrovato malato di HIV.
Avendo preso poi farmaci retrovirali come l’AZT si è poi compromesso i reni ed è quindi in dialisi peritoneale dal 2004, inoltre ha anche una grave forma di neuropatia agli arti inferiori che gli dava molto dolore e che lui teneva a bada con vari antidolorifici, che ovviamente avevano anche diversi effetti collaterali.
La notte non riusciva a riposare per via dei dolori e delle scosse continue alle articolazioni ed era arrivato a un punto tale di dolore da non essere più sopportabile. Ma raccontiamo come e perchè si può utilizzare questa sostanza.
Un decreto del ministro della Salute del 2007 rende infatti possibile l’utilizzo dei principi attivi della cannabis nella terapia farmacologica.
Il provvedimento prevede la possibilità di prescrivere cannabis e curarsi con essa solo privatamente cioè con regolare ricetta per poi poter fare l’acquisto in farmacia galenica privata.
Successivamente (dal 2012 in Toscana) è stato possibile accedere a questi farmaci tramite le farmacie ospedaliere, “nei limiti del budget aziendale”, e tramite le unità sanitarie locali.
IL VAPORIZZATORE
Nel 2012 infatti la Toscana è la prima regione in Italia ad approvare una legge che facilita l’uso della cannabis a scopo terapeutico mediante l’uso di farmaci cannabinoidi o preparazioni “magistrali” per curare malattie gravi e molto dolorose.
Nel 2012 Osvaldo viene a conoscenza che può avere accesso a questa cura e da lì inizia un iter lungo per poter realizzare questa cosa.
La legge era del 2012 ma mancava il decreto attuativo e quindi in realtà ancora non era possibile averla. Per avere accesso alla terapia gratuitamente si deve fare una visita specialistica con la richiesta del medico di base (ma va bene anche fatta da altro specialista) presso uno specialista oncologo algologo neurologo o eccezionalmente fitoterapico.
Se questo specialista decide che il tuo caso può essere adatto per accedere a questa cura allora puoi far richiesta ed iniziare. Osvaldo ci ha messo quasi due anni per avere accesso a questa cura. Inizialmente poi andava all’ospedale di Torregalli per fare un day hospital per l’assunzione.
Entrava la mattina alle 8 e beveva la tisana che gli facevano col thc ma con poca sostanza, a bassi dosaggi, poi aspettava 4 ore e poi usciva.
Alle 17 rientrava e prendeva la seconda tisana aspettava fino alle 20 e tornava a casa e tutto questo una volta a settimana o ogni 10 giorni, poi gli davano bustine da portare a casa, la dose che lui usava era di 0.5 grammi due volte al giorno di bedrocan (o cannabis sativa, una varietà di cannabis terapeutica con alto contenuto di thc).
Grazie a questa cura si rilassavano i muscoli e stava bene, tanto che riuscì a sorridere per la prima volta dopo tanto tempo. Anche il dolore è sparito e oramai lui non prende più antidolorifici da anni. Ma come si assume la cannabis terapeutica?
La Cannabis (Bedrocan) la si può assumere sotto forma di olio, di burro, di biscotti, di tisana o con un vaporizzatore. Sotto forma di olio o burro. Si prendono circa 10 grammi di cannabis e la si mette in circa 200 grammi di olio o burro a bagnomaria in forno a 100 gradi per circa 40 minuti.
Per i biscotti si fa semplicemente un impasto tipo pasta frolla usando burro già preparato come descritto sopra e poi si cuociono i biscotti in forno. L’olio lo si può usare per condire ai pasti oppure anche prenderlo così come è.
Se invece vogliamo vaporizzarlo occorre acquistare un vaporizzatore (una specie di sigaretta elettronica per capirsi) con il quale si vaporizza diverse volte al giorno a seconda del bisogno.
La cannabis a Firenze viene coltivata e distribuita dall’istituto farmaceutico militare. In tutta Italia qualsiasi medico può prescrivere cannabis terapeutica in modo anonimo ovviamente con i costi a carico del paziente che attualmente vedono fissato il prezzo della cannabis a 9 euro al grammo ma con costi di preparazioni molto alti (può arrivare a costare anche 32 euro al grammo infatti) e se consideriamo che la dose consigliata ad Osvaldo è di due grammi al giorno è ovvio che non tutti possono permettersi di pagare questo tipo di cura.
L'OLIO
Osvaldo e Catiuscia stanno inoltre lottando insieme ad altri pazienti e medici per farsi passare dalla Asl anche il vaporizzatore che costa abbastanza e che ancora non viene passato dal servizio sanitario e proprio per questo hanno da poco partecipato ad un tavolo di discussione in regione con toscana a sinistra con Tommaso Fattori capogruppo di SI Toscana a Sinistra, Monica Sgherri come rappresentante di Rifondazione Comunista oltre a pazienti, medici e anestesisti.
Alcuni pazienti (tra cui ovviamente Osvaldo) si stanno costituendo come associazione per trattare questi temi e si chiamano “Comunisti in erba”.
La cannabis terapeutica è in grado di curare malattie come: dolore cronico, dolore oncologico, fibromialgia, mal di testa, asma. Ci sono ancora diversi dottori che si rifiutano di prescriverla, una sorta di “Obiezione di coscienza” e Catiuscia ed Osvaldo mi hanno detto che sperano presto possano cambiare idea su questa cura poichè davvero riesce a dare molto sollievo e con nessun effetto collaterale come invece i farmaci di solito hanno.
Questa pianta inoltre può servire anche a curare vere e proprie patologie poichè il nostro corpo ha un sistema endocannabinoide interno.
Ma cosa è il sistema endocannabinoide? Il sistema endocannabinoide è un complesso sistema endogeno di comunica¬zione tra cellule.
Esso è composto da recettori cannabinoidi, i loro ligan¬di endogeni (gli endocannabinoidi) e le proteine coinvolte nel metabolismo e nel trasporto degli endocannabinoidi. Questo sistema è di grande importanza per il normale funzionamento dell’organismo.
Prende il suo nome dalla pianta di cannabis poichè alcuni fitocannabinoidi in essa presenti, tra cui il THC, mimano gli effetti degli endocannabinoidi legandosi ai medesimi recettori. In base alla localizzazione dei recettori cannabinoidi nell’organismo, è stato ipotizzato che il sistema endocannabinoide sia coinvolto in un gran numero di processi fisiologici, tra i quali il controllo motorio, la memoria e l’apprendimento, la percezione del dolore, la regolazione dell’equilibrio energetico, e in comportamenti come l’assunzione di cibo.
Altre funzioni del sistema endocannabinoide, nella normale fisiologia, potrebbero essere correlate alle funzioni endocrine, alle risposte vascolari, alla modula¬zione del sistema immunitario, alla neuroprotezione.
Altre ricerche suggeriscono che la marijuana terapeutica può aiutare a trattare efficacemente alcuni sintomi del morbo di Alzheimer.
A quanto pare, il THC ha la capacità di rallentare la produzione di proteine, le principali responsabili dei problemi cerebrali dei pazienti affetti da Alzheimer, riducendo il numero di quelle potenzialmente tossiche per il cervello.
Il proibizionismo della marijuana ha ostacolato il lavoro dei ricercatori, che per decenni non sono riusciti ad approfondire le sue interessanti proprietà.
Tuttavia, la recente legalizzazione approvata in diversi Paesi sta cambiando il panorama internazionale e le ricerche sono riprese a pieno ritmo.
Concludo con una domanda a Osvaldo e Catiuscia: cosa sperate per il futuro?
"La nostra Regione – rispondono – ha una buona legge ma nonostante ciò non si riesce ancora ad applicarla adeguatamente in tutti i presidi sanitari dove invece dovrebbe essere prescritta. Ci auguriamo fortemente che questa situazione possa cambiare a breve, che questa pianta sia liberata e che l’accesso alla cura sia più facile ed omogeneo in tutto il territorio nazionale".
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