SAN CASCIANO – Dopo il grande spavento per la caduta del pino di circa 20 metri, abbattutosi intorno alle 23 di mercoledì 29 luglio in piazza della Repubblica (sono rimasti feriti un uomo e una bambina), abbiamo provato a ricostruirne la storia.
Il tutto grazie alla testimonianza di Umberto Marini, conosciuto dai sancascianesi come “Cencino”. E alle preziose fotografie gentilmente concesse dal Gruppo Culturale “La Porticciola” di San Casciano.
“Il mio babbo – inizia a raccontarci Umberto Marini, classe 1928 – mi diceva che il pino era stato piantato nel 1922, così come gli altri alberi tutto intorno al Piazzone messi in memoria dei morti sancascianesi della prima guerra mondiale del ’15-’18 tanto che ogni albero riportava il nome del caduto”.
In realtà, secondo la nostra ricostruzione fatta con le quattro foto gentilmente messe a disposizione da “La Porticciola”, il pino è stato piantato negli anni che vanno dal 1932 al 1936.
“Si dice – prosegue “Cencino” che quando nel dicembre 1931 muore a quarantasei anni Arnaldo Mussolini, fratello di Benito, il Duce ordinò di piantare in memoria del fratello, presidente del Comitato Nazionale Forestale, un albero in ogni comune d’Italia”.
Così, molto probabilmente, avvenne anche a San Casciano. Ma non subito, perché ancora nel 1932, grazie a un’altra foto de “La Porticciola”, vediamo quello che sembra un cedro in quel punto del Piazzone.
“Nel 1936 – continua nel suo racconto Umberto – ricordo di aver partecipato vestito da Balilla, insieme a tanti altri sancascianesi, alla cerimonia dell’intitolazione del pino in questione ad Arnaldo Mussolini, tanto che i più anziani ancora oggi lo chiamavano… il pino di Mussolini”.
Infatti, prima in una foto che non siamo riusciti a datare, e poi in quella di quel giorno del 1936 dedicato all’intitolazione, ecco comparire il pino in questione.
Come ha saputo della sua caduta?
“Mi ha telefonato mia figlia – risponde – così sono andato immediatamente a vedere cosa era successo, tanto che mentre andavo nel Piazzone in molti mi dicevano: “E’ caduto il tuo albero!”. Ma non era certo il “mio albero”, io a quella manifestazione dell’intitolazione ero andato perché obbligato”.
Che cosa ha provato quando ha visto il “gigante” caduto?
“Ho pensato che è andata bene, poteva succedere una vera tragedia. Il Piazzone per noi sancascianesi è un punto di ritrovo, di passeggio, di bambini e anziani che passano ore di serenità anche solo seduti su una panchina all’aria buona. Sono rimasto molto male”.
Ringraziamo Umberto e “La Porticciola”, grazie ai quali siamo riusciti a ricostruire, almeno in parte, la storia di questo angolo di paese al centro, dalle 23 di mercoledì 29 luglio, della cronaca.
Chi avesse altre testimonianze o, meglio ancora, foto che documentano il “percorso” del Piazzone, e in particolare di questa parte dove era collocato il pino, può inviarle a redazione@gazzettinodelchianti.it, o via Whatsapp al 3391552376.
Ci piacerebbe, con le foto dei sancascianesi, ricostruire il legame della comunità con quest’albero. Che schiantandosi al suolo ha portato giù con sé anche molti dei nostri ricordi.
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