Questa settimana vi voglio parlare di un pezzo del mio giardino privato degli affetti e delle meraviglie.
Quel giardino interiore che ognuno di noi prova a costruire e arredare meglio possibile vivendo, facendo esperienze, a volte soffrendo e anche innamorandosi e scontrandosi col mondo.
Io tanto di quel percorso giovanile di crescita personale l’ho fatto on the road, ossia lavorando come artista di strada e confrontandomi, ad appena 20 anni e fino ai 35, con un mondo bello, ricco di meraviglia e rispetto, di gioco e stupore e, perchè no, di amicizia e lavoro condiviso, creato dal nulla, tirato su rapportandosi con le persone che incontravamo per strada nei vari festival e spettacoli.
Quel pubblico composto dal cerchio magico di persone che, se sei bravo e disponibile a regalare emozioni, riesci a ricreare ogni volta.
Poi un giorno tutto questo è finito, una mattina in tanti ci siamo alzati e ci siamo accorti che il mondo era cambiato, per carità, nessun problema, il mondo cambia sempre, ma ogni volta che devi lasciare un pezzetto di vita ti dispiace un poco.
Ovviamente le persone con cui lavoravi, e che spesso le persone del pubblico scambiavano per un circo anzichè per artisti e compagnie tutte diverse riunitesi per un festival o una festa di piazza, dimostrava in maniera chiara che eravamo uniti negli intenti e nello spirito tanto da sembrare quasi una compagnia unica ed era un bel complimento quando ti chiedevano: ma voi di che circo siete?
Bene, quelle persone, a distanza di diversi anni si sono riunite di nuovo e hanno condiviso di nuovo le loro vite ed arti in un incontro privato durato tre notti e tre giorni il 17, 18 e 19 maggio scorsi, alla chiesetta di Spugnole (Scarperia-San Piero).
Questo è stato il primo Incontro Informale degli Artisti di Strada Storici. Il nome scelto per questo incontro è stato Annaffiare – Di Vino – Le Radici.
Passo adesso la parola a Sarah Georg (Ass.Cult. Melquiades/ DrumRum Teatro), una delle organizzatrici, che con questo comunicato ha cercato di trasmettere lo spirito, non solo alcolico, di questo incontro.
"Si è trattato di un incontro interno, ad uso e consumo di quegli artisti che, tra i venti e i trent’anni fa, hanno riportato per le strade d’Italia una forma d’arte antica e popolare.
A volte lasciandosi alle spalle mestieri ben più remunerativi e di certo socialmente accettati, senza grandi mezzi, a volte inventandosi di sana pianta strumenti, modalità e tecniche, queste persone sono scese in strada perchè lì avrebbero trovato le persone vere, e con queste avrebbero potuto comunicare.
All’invito hanno risposto in molti, e una trentina di loro, quelli che hanno potuto, da Nord come da Sud, da Est come da Ovest, si sono messi in cammino e si sono arrampicati per l’impervio sterrato. Non si pensi ora a una rimpatriata di vecchietti con festa, anche se questo aspetto c’è stato (sia i vecchietti – anche se preferiscono essere chiamati Dinosauri- che la festa).
L’idea di partenza era che queste persone, che di fatto hanno profondamente modificato il panorama culturale italiano, sono tutti artisti, tutti attivi, con una solida esperienza e con degli importanti principi etici da portare avanti.
Per anni si sono incontrati in maniera spontanea ai primi festival, hanno fatto nascere coordinamenti regionali, movimenti nazionali, dato vita alla stessa FNAS (Federazione Nazionale Artisti di Strada), offerto materiale umano ed intellettuale per la nascita e la diffusione di innumerevoli manifestazioni e festival.
Poi, per l’ingrandimento del mercato, per il fisiologico cambiamento delle mode, forse per qualche disillusione avuta Strada (la maiuscola è voluta) facendo, per la diminuzione di interesse verso spettacoli che richiedono un pubblico disposto a una comunicazione reale e predisposizione all’ascolto ed organizzatori sempre più alla ricerca dell’evento spettacolare e di intrattenimento disimpegnato, sono scivolati lentamente in secondo piano, e i rapporti interpersonali si sono fatti più distanti.
Riunirli significava riallacciare fili, far ripartire sinapsi, mettere in moto collaborazioni e progetti, ricordarci che c’è ancora tantissimo da dare non solo come singole compagnie, ma con la forza del gruppo. Un primo incontro non può che essere un primo passo, a cui tanti dovranno seguire".
Ma il calcio d’inizio e stato dato, e qualcosa si è messo in moto. Per riassumere i contenuti, sviluppati dagli artisti presenti fra un bicchiere di vino e una canzone, mi avvarrò delle parole di Beppe Boron, presidente attuale della FNAS (Federazione Nazionale Artisti di Strada), citandole testualmente:
1) Abbiamo una certa età e per molti, me compreso, la pensione è un miraggio, ma abbiamo molte cose da raccontare, tecniche da insegnare e un’etica da tramandare. Dobbiamo costruirci un luogo fisico che possa essere residenza per noi, ostello per i giovani, con laboratori e palestre.
Un ostello intergenerazionale degli artisti. Dobbiamo vedere altre esperienze, se ce ne sono, su questo, partecipare a bandi, reperire i fondi, cercare sostegno. FNAS sarà la casa del progetto.
2) L’arte di strada e lo spettacolo di strada hanno cambiato volto. I comuni chiudono o vanno verso la tecnologia e gli organizzatori sono tutti proiettati verso spettacoli eclatanti, così lontani dalle nostre piccole e umane magie.
Ma non siamo soli. Esiste tutto un mondo che desidera e vuole cambiare il modo di vivere la quotidianità, ne vuole uno più umano e cerca di recuperare tradizioni, aree urbane, parchi, vuole mangiare meglio, vuole andare a piedi, in bicicletta, vuole coltivare degli orti, vuole insomma un’altra economia e un altro mondo possibile.
Con loro ci sono anche politici e amministratori. Progettiamo insieme e auto-organizziamoci e bypassiamo gli intermediari proponendo un modo umano e tradizionale di essere artisti.
A questi buoni propositi, le azioni hanno già cominciato a seguire. Anche perchè abbiamo cominciato avendo cura e rispetto di noi stessi e del piccolo, meraviglioso angolo di mondo che ci ha accolti.
Ci auguriamo che l’anno prossimo potremo incontrarci ancora, e se per incominciare abbiamo avuto bisogno di chiuderci fra noi per ritrovarci, ci auguriamo anche di poter presto creare occasioni e spazio di apertura ed inclusione anche per chi non ha potuto esserci ma forse ci sarà, e di chi tanto “storico” non è.
Chi nel frattempo voglia collaborare, o far suoi i principi fondanti di etica e sostenibilità, o creare ulteriori occasioni di scambio e d’incontro, è benvenuto.
Magari prima scambiamo due parole e un bicchiere di buon vino".
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