GREVE IN CHIANTI – Il consigliere metropolitano di Forza Italia (Centrodestra per il cambiamento), Paolo Gandola, chiede di conoscere subito “i costi per riqualificare l’ambiente” e attribuirli all’azienda. “Difendere la produzione. Col Recovery Fund il cemento sarà sempre più richiesto”
La chiusura entro il prossimo 31 marzo, comunicata dall’azienda proprietaria del cementificio Testi, si crea secondo Gandola una situazione “grave ed inaccettabile”.
“Serve una forte reazione di tutte le istituzioni del territorio – esorta Gandola – Comune di Greve in Chianti e Città Metropolitana in testa, nonché l’immediata sommaria quantificazione dei costi di riqualificazione e bonifica ambientale dell’area che, qualora permanesse la malaugurata ipotesi di chiusura, dovranno essere totalmente imputati all’azienda”.
Dovranno così “comprendere come sia costoso disfarsi di storiche e qualificate maestranze, chiudendo un sito produttivo fondamentale per il territorio”.
Agli oltre 70 lavoratori coinvolti e a tutto l’indotto: “Giunga dunque ancora una volta – dice Gandola – la nostra piena solidarietà e sostegno con l’invito rivolto a tutte le sigle sindacali di coinvolgere nelle iniziative di protesta, da realizzare il prima possibile”.
“Tutte le istituzioni e le forze politiche – dice ancora – senza alcuna distinzione, affinché si elevi una voce forte ed univoca in difesa della produzione del cementificio”.
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“Proprio in un momento – conclude – in cui appare evidente che nei prossimi mesi il cemento sarà sempre più richiesto in ragione dei tanti nuovi investimenti infrastrutturali che saranno avviati grazie alle risorse del Recovery Fund”.
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