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giovedì 25 Aprile 2024
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    Animali selvatici in ambiti urbani: un problema da capire. E gestire

    Accade di leggere sui giornali o di sentire in televisione di una presenza sempre più costante degli animali selvatici in ambiti urbani.

     

    Ecco alcuni esempi.

     

    Il primo è quello dello storno, che proprio in quest’ultimo periodo ha “assediato” i paesi del Chianti creando, in certi casi, anche sgradevoli situazioni.

     

    Questo uccello è un migratore, anche se alcune popolazioni sono ormai quasi del tutto stanziali o migrano all’interno del territorio nazionale.

     

    Le popolazioni di questa specie sono notevolmente incrementate tanto che, proprio nei periodi autunnali e invernali, capita di ammirare nel cielo migliaia di esemplari impegnati nelle fasi di preparazione alla migrazione, che regalano agli spettatori incredibili danze volanti.

     

    Questa specie, se in sovrannumero, risulta dannosa in contesti agricoli: un esempio sono gli alberi da frutto.

     

    STORNI – Nel centro di San Casciano

     

    Data la voracità, non appena uno storno scopre un albero da frutta, tutti gli altri lo raggiungono e un esercito di ali piomba sulla pianta, che in poco tempo viene spogliata.

     

    Ma anche i contesti urbani non rimangono esclusi: un esempio sono i marciapiedi e i veicoli, gli uni resi scivolosi dal guano prodotto, gli altri imbrattati dallo stesso, durante la loro permanenza notturna su lecci, pini, cedri e simili.

     

    Oltre ciò, questa specie può diventare un competitore di altri uccelli tipici degli ambienti campestri e urbani, quali il passero.

     

    L’argomento risulta di difficile gestione, infatti, da un lato sussistono ingenti danni causati da una specie in continua espansione, dall’altro una legge, la LN 157/92, che considera questo uccello solo cacciabile in deroga (per esempio per danni alle produzioni agricole) e che sembra non risultare efficace nel controllo delle popolazioni.

     

    VOLPE – In un contesto urbano

     

    Un altro animale che sta diventando sempre più “cittadino” è il cinghiale. La sua continua diffusione e urbanizzazione lo hanno portato ad avvicinarsi, con maggiore frequenza, ai centri urbani.

     

    Città note per questo sono Genova e Roma, ma ultimamente anche nella zona di Careggi a Firenze si è assistito a visite sempre più frequenti, tanto da rendere necessario l’intervento della polizia provinciale per catturare e traslocare gli animali.

     

    Esempio analogo è quello del cervo, che, in contesti urbani come nel Nord Italia, si avvicina nei periodi invernali alle città e ai paesi in cerca di cibo.

     

    Altri animali, di più piccole dimensioni, noti per questi comportamenti sono la volpe, la martora e la faina.

     

    Loro sono soliti protagonisti di attacchi ai pollai (mal custoditi) e alla spazzatura lungo le strade.

     

     

    Diventa di notevole interesse pubblico quando i protagonisti di queste visite sono animali come il lupo e l’orso bruno.

     

    In particolare il lupo ultimamente sta visitando sempre più spesso ambiti urbani e lo dimostrano i frequenti avvistamenti, anche nel Chianti, vicino alle case o alle aziende agricole.

     

    LUPI – Nei pressi di Greve in Chianti

     

    Perchè questo avvicinamento?

     

    Che cosa accomuna il comportamento di tutte queste specie animali così diverse fra loro? Innanzitutto, tali comportamenti sono il risultato di un adattamento all’ambiente in evoluzione.

     

    La ricerca di cibo porta a questo tipo di comportamento e diventa fondamentale la gestione dei rifiuti.

     

    Questo è particolarmente necessario nei contesti in cui centri abitati e aperta campagna sono molto vicini, come nel Chianti, per cui gli animali selvatici possono facilmente raggiungere dei cassonetti dai vicini boschi, causando danni, sporcizia, ma anche problemi dal punto di vista igienico sanitario.

     

    Evitate di…

     

    È necessario, pertanto, seguire una serie di comportamenti utili e vantaggiosi sia per la comunità umana che per quella animale-

     

     

    Evitare di nutrire la fauna selvatica. Gli animali così facendo rischierebbero di diventare confidenziali nei confronti degli ambienti urbani e, soprattutto, non sarebbero più in grado di procacciarsi autonomamente il cibo.

     

    Evitare l’abbandono di rifiuti per strada, questo, oltre che rappresentare un normale segno di civiltà e intelligenza, purtroppo oggi non così scontato, rappresenta un deterrente nel far avvicinare gli animali dai boschi ai centri abitati.

     

    Evitare promiscuità fra animali domestici e selvatici. Se un animale selvatico si avvicina ai nostri animali domestici, dai cani e gatti al bestiame, dobbiamo scacciarlo per evitare aggressioni e possibilità di trasmissione di malattie;

     

    Questi comportamenti non si devono intendere come allontanamento forzato e negazione di aiuto, anzi servono per ottenere una giusta convivenza, nella quale noi esseri umani non dobbiamo invadere lo spazio degli animali e loro devono rispettare il nostro.

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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