Non vi capita mai, mentre camminate tra qualche stradina di un paese lontano, di sentire tutto d’un tratto un desiderio irrefrenabile di mangiare e bere qualcosa che si fonde con voi come lo stesso DNA?
A me succede pure troppo spesso.
E tutte le volte che prendo un pomodoro in mano e l’odore mi riempie le narici ripenso a mia mamma e alla sua pappa al pomodoro.
Diciamolo subito non è una preparazione molto complessa e tanto meno godeva la sua versione di particolari cambiamenti, ma dentro ogni cucchiaiata ci ritrovi la tua casa.
La pappa al pomodoro di mia mamma
Per 8 persone (che mangiano poco) o… 4 normali
-
Pane casalingo raffermo 400 grammi
-
800 grammi di pomodori pelati (oppure ti fai la passata di pomodoro da solo)
-
Due porri e uno spicchio d’aglio
-
Basilico
-
Acqua
-
Olio d’oliva
-
Sale
-
Peperoncino e Pepe
In una pentola capiente rosolare la il porro e l’aglio a fuoco basso in poco olio, aggiungere a mezza cottura un pezzettino di peperoncino (meglio se fresco).
L’enigma del basilico: Esistono due versioni della ricetta, in una si aggiunge il basilico nel soffritto e poi a fine cottura e un’altra invece dopo aver aggiunto i pelati e poi a fine cottura; io preferisco la seconda versione.
Aggiungete i pelati, sminuzzati con le mani, e portate in temperatura, aggiungete il basilico, il pepe e poco sale (lo aggiusterete in fondo alla ricetta).
Tagliate il pane a fette ed aggiungetelo, spengete il fuoco e lasciatele che il pane si ammorbidisca per una mezz’ora, alzate di nuovo la temperatura in maniera piuttosto blanda e lavorate il tutto con le fruste finché non otterrete una crema.
Il segreto della pappa al pomodoro consiste nel lasciarla riposare almeno una nottata e il giorno dopo o riscaldarla lentamente e lavorarla ancora con la frusta oppure saltarla direttamente in teglia con un goccio di peperoncino e olio.
@RIPRODUZIONE RISERVATA
Sono nato a Firenze il primo d’aprile del 1978 all’ora di pranzo.
Mi sono pagato gli studi cucinando, ho fatto il classico al “Machiavelli” e mi sono laureato in chimica all’Università di Firenze.
Vivo da sempre all’Impruneta anche se viaggio per lavoro e per piacere molto di frequente, nel mio sangue scorre il Chianti nei miei pensieri Firenze.
Dirigo i corsi accademici del Cordon Bleu di Firenze, il master in arti e scienze culinarie dell’ateneo IUL e insegno cucina scientifica ad ALMA (Parma).
Ho il piacere di tenere lezioni di cucina in tutta Italia e gestisco consulenze in ambito ristorati un pò a giro per il mondo.
Ogni articolo partirà con un ricordo, o comunque sarà contestualizzato all’interno di un’esperienza.
E diventerà poi una ricetta vera e propria… .