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venerdì 19 Aprile 2024
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    Migranti, vi do qualche domanda da rivolgergli. Poi sarete liberi… di odiare

    Desidero iniziare questa mia nuova rubrica affrontando uno dei temi probabilmente più difficili, ossia l’arrivo di tanti migranti in Italia e il senso di fastidio che una vasta parte del Paese sta avvertendo da qualche tempo a questa parte.

     

    E che spesso si trasforma in episodi di intolleranza, sia fisica che verbale, per non parlare di quanti attacchi, discorsi xenofobi e falsità si trovano nei vari social .

     

    Cercherò di darvi un punto di vista diverso dal solito, ossia quello di un dottore-clown che lavora da oltre venti anni con la sofferenza di tante persone, che ha incontrato tante storie diverse e tante culture diverse, sia in Italia che all’estero.

     

    Tante persone pensano che gli immigrati siano solo un problema perchè probabilmente non hanno mai parlato a fondo con uno di loro, non si sono mai messi seduti a un tavolino con uno di loro offrendogli un caffè o un tè e provato a chiedergli notizie personali, informazioni.

     

    Da dove vengono, cosa facevano prima di arrivare qua, cosa hanno studiato, cosa c’è di bello e di brutto nel loro Paese, che lingua si parla, che moneta si usa, quanto costa là una mela, quanto è pagato un medico, un cameriere, un operaio o un camionista.

     

    Se lo stipendio è adeguato al costo della vita, se i suoi figli studiano, quanti anni hanno, come si chiamano, quanto sono alti, con che mezzo vanno a scuola, quanto costa farli studiare.

     

    E queste sono solo le prime domande, quelle di routine minime per approcciarsi e capire una persona che non si conosce, ma poi si passa alle domande meravigliose, quelle come per esempio di che religione è, cosa dice la sua religione su tanti argomenti, quali sono i suoi sogni, i suoi desideri, cosa sperava di fare da bambino, se ha mai fatto volare un aquilone o se nel suo Paese le nuvole sono diverse da qui.

     

    Se di notte le stelle sono più grandi, se gli piace la poesia, se è innamorato, come si chiama sua moglie o la sua fidanzata, come si sono conosciuti, cosa ha lei negli occhi e nel cuore che l’ha colpito la prima volta, come lui l’ha corteggiata.

     

    Cosa si mangia nel suo Paese, cosa gli manca di più e cosa ha trovato qua di meraviglioso, cosa desidera per il futuro suo e dei suoi figli, se aveva un animale domestico, come si dice un due e tre nella sua lingua, come si dice amore, stelle, vuoi una mano, come si dice cuore o capelli, come si dice correre nel vento e come si dice affogare in mare, come si dice aiuto.

     

    E come si dice: Oggi è caldo…lo vuoi un bicchiere d’acqua fresco? Oggi fa tanto freddo lo vuoi un latte caldo e dirmi come sta tua moglie? Mi fai vedere la fotografia di tua figlia, quanto tempo è che qualcuno non ti chiede come stai o come si chiama tua figlia?

     

    E così, quando lui mi fece vedere la fotografia di sua figlia io chiamai mia moglie dicendole: vieni a vedere che bambina meravigliosa, e vederlo sorridere e darle la mano e sentire che la poesia e l’infinito stavano finalmente entrando in casa nostra e dentro di noi e sentirsi parte delle stelle e con loro ruotare nell’abisso dell’infinito amore tra esseri umani.

     

    Dopo aver fatto queste domande siete liberi di odiare chi preferite.

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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