Oggi voglio raccontarvi una storia bella, una storia che parla di accoglienza, amicizia e amore, la storia di Nicla, del suo compagno e di suo figlio quattordicenne che un bel giorno decisero di accogliere in casa propria Tandia, un ragazzo di 19 anni proveniente da un villaggio rurale nel sud-ovest del Mali (che si trova nell’Africa sud-sahariana vicino al Senegal).
Nicla un giorno decide di fare la maestra volontaria di lingua italiana alla scuola “Casa delle culture” di Arezzo dove fanno corsi per migranti.
E’ così che le vite di Nicla e Tandia si incrociano, lui è uno studente sempre presente, attento, motivato e con una gran voglia di imparare nonostante sia quasi completamente analfabeta avendo frequentato nel suo paese solo una scuola coranica che però non gli ha dato molte basi per poter vivere da noi. Così Tandia studia, si applica, piano piano fra di loro si crea un’amicizia.
All’inizio Tandia è diffidente, è lontano da casa e non sa se può fidarsi ma poi decide di rompere il muro di diffidenze e si racconta e Nicla fa altrettanto.
Tandia passa poi in un progetto di accoglienza della durata di due anni ma poi finisce e Tandia praticamente resta senza un luogo dove stare, è sotto un ponte per dirla chiaramente.
Nessuno si può prendere cura di lui e tuti i suoi lunghi sforzi rischiano di diventare vani da un giorno all’altro, e così avviene la magia, tutti i suoi sforzi vengono ripagati perchè lui li ha fati sinceramente e credendoci.
Così Nicla torna parla col suo compagno e col figlio, la loro situazione economica è ancora precaria e abitano in 60 metri di casa ma la magia è magia solo se è magica, sennò è normalità, e così a novemnbre 2016 decidono che devono stringersi un poco per fare posto a Tandia in casa loro.
Ospitarlo proprio, senza nessun contributo statale, nessuna facilitazione, solo una bocca in più da sfamare per lo spirito di accoglienza.
E così arriva in regalo da degli amici un bel divano letto che trova posto in cucina e Tandia adesso ha un posto dove stare perchè in fondo dove si mangia in tre si mangia anche in quattro.
La voce si sparge, esce qualche articolo su questa bella storia sui giornali locali ed on line,
Nicla condivide con i suoi amici su Facebook la loro bella esperienza, i suoi amici, fra cui io, condividono la storia perchè la reputano bella e, come sempre accade, arrivano insulti razzisti da tutte le parti (speriamo ti violenti, speriamo ti rubi in casa, speriamo qua e speriamo là) ma queste persone non sanno che in casa di Nicla la parola speranza fa rima con esultanza e quindi continuano e gioire della presenza di Tandia.
In più rincarano la dose di umanità aiutando Tandia ad avere la sua libertà, sia intellettuale che di movimento, e quindi iniziano a creare un circolo virtuoso di persone (e di persone sane il mondo è pieno) e quindi arriva una ditta che regala a Tandia un computer per imparare ad usarlo, poi decidono che deve avere un mezzo per spostarsi e per il compleanno di Tandia e fanno una colletta, raccolgono 250 euro, e gli comprano una bicicletta, quando gliela regalano per lui è come se gli avessero regalato una Ferrari da quanto è contento.
Nicla dice che quella bicicletta la tiene in giardino, la lava sempre, la tiene come fosse un gioiello prezioso, e per lui lo è davvero.
Parte con la sua bici ogni mattina alle sei per andare in campagna a lavorare poichè è stato inserito in un progetto lavorativo in una cooperativa agricola, a lui piace lavorare la terra, quando finisce di lavorare in campagna va a scuola di alfabetizzazione, adesso va alla scuola per adulti e sta facendo due livelli d’italiano, poi gli piacerebbe conseguire il diploma di scuola media.
Il suo sogno sarebbe fare l’istituto agrario per potersi un giorno comprare un pezzetto di terra con cui vivere lavorandola.
Inoltre sta frequentando un corso di informatica di base e di alfabetizzazione inglese e quando poi torna a casa studia storia e geografia insieme al figlio quattordicenne di Nicla che l’ha preso come suo fratello maggiore e si vogliono molto bene. Col compagno di Nicla invece ha iniziato a leggere dei libri e adesso sta leggendo "Il piccolo principe".
Nicla mi ha raccontato del suo stupore la prima volta che gli hanno mostrato un mappamondo e glielo hanno spiegato, aveva negli occhi lo stupore di un bambino che vede questa grande cosa per la prima volta ma che poi la interiorizza con l’esperienza e con la saggezza di un adulto che ha alle spalle anche una storia difficile.
I soldi che Tandia guadagna li mette tutti da parte per il proprio futuro e ne spende pochissimi, giusto per il cinema e per comprare qualche biglietto del treno per vedere alcune città italiane.
Qualche tempo fa è tornato a casa e ha detto che aveva trovato una signora per strada piegata per terra che chiedeva l’elemosina e che lui le ha donato 50 euro, Nicla gli ha detto che ha fatto bene e lui le ha risposto che siccome aveva ricevuto tanto gli sembrava giusto condividere questa cosa con chi aveva bisogno.
Siccome adesso a casa di Nicla arrivano tanti vestiti per Tandia da amici e parenti allora lui prende quelli in più e va a donarli al centro di accoglienza dove abitava anche lui fino a poco tempo fa.
Nicla ha avuto la netta impressione che questa cosa l’abbia imparata alla scuola coranica, questa scuola gli ha insegnato tanti principi importanti fra cui il rispetto per la famiglia, per la mamma, ed ha appreso molto bene sia la rettitudine che la disciplina e, non ultimo, Il grande valore della carità e dell’altruismo, gli hanno insegnato inoltre i principi di una vita sana e infatti non beve e non fuma
Creare armonia in questa maniera è, a mio avviso, una cosa che porta fortuna ed infatti il compagno di Nicla ha recentemente vinto un concorso e trovato lavoro.
Quando a Nicla chiedono perchè ha deciso di aiutare un extracomunitario e non un italiano lei risponde che per gli italiani bene o male esiste uno stato con un welfare che risponde ma loro non ce l’hanno.
Fondamentalmente però è perchè si è trovata davanti lui e non un’altra persona, quando si decide di fare gesti come questo chiedersi perchè uno e non un altro ha la stessa valenza di domandarsi, al ristorante cinese, quale delle due bacchette è il coltello e quale la forchetta…è una domanda insulsa che non ha una risposta.
Concludo con una frase che il marito di Nicla le ha detto riguardo a questa storia e che è una frase presa, secondo me non a caso, dal Corano e recita: “Chi salva una vita è come se avesse salvato l’intera umanità e chi strappa una vita è come se avesse ucciso tuta l’umanità”.
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