Nel mio articolo di oggi desidero parlarvi di Anselmo, una persona straordinaria che ho conosciuto sabato scorso.
Anselmo costruisce biciclette “diversamente… stabili”, ossia biciclette pensate e realizzate proprio per quei bambini, ragazzi o adulti che hanno problemi ad usare le biciclette classiche, infatti lui progetta e costruisce bici per autistici, persone in carrozzina e disabilità varie, insomma se conoscete qualcuno che non cammina, non ha equilibrio o ha difficoltà varie lo presentate ad Anselmo e lui studia una bicicletta fatta apposta per lui, qualunque sia la sua condizione fisica o mentale.
Appena arriva a casa sua una persona Anselmo la guarda e riesce a vedere oltre, la osserva e la immagina già su una strada che va in bicicletta e vede quale bicicletta fa per lui, proprio come se fosse un sogno e le sue biciclette lo sono per davvero.
Non abita solo ma sta col figlio e la moglie e entrare a casa loro è come entrare nel loro cuore e loro sono lì aperti, sinceri e amorevoli e il figlio Francesco, un ragazzone autistico alto quasi due metri, ti accoglie con quegli occhi sorridenti e ti guarda dritto nei tuoi e tu capisci che sta dicendo: "Accomodati, mio papà e mia mamma ti renderanno felice, guarda come sono felice io".
Io l’ho conosciuto perchè accompagnavo il bambino autistico di una mia amica, lui l’ha portato nel suo garage-laboratorio pieno zeppo di bici stranissime (biciclette che pedalando fanno il caffè, affettano il prosciutto o fanno lo zucchero filato), bici con sedie di plastica attaccate davanti per chi non cammina, bici a tre ruote per chi non ha equilibrio, bici piccole che si piegano solo toccandole, tandem coi doppi comandi, insomma la fabbrica magica delle biciclette.
Entrare là dentro e restare indifferenti non è proprio possibile, qualunque sia la tua condizione sia fisica che vitale troverai senz’altro la bicicletta che ti ispira.
Ma in quel garage non si trovano solo le biciclette che fanno pedalare tutti ma ci si trova anche la bicicletta che tira fuori le paure e le ansie dei genitori e che poi li accompagna in strada pedalando lentamente e gliele fa superare perchè lui, Anselmo, le biciclette le costruisce per aiutare la gente a correre con le proprie gambe e col proprio cervello, le bici di Anselmo pedalano fuori ma anche dentro di te, ogni pedalata fuori è una pedalata dentro, contro la paura e la diversità, sono bici che rendono tutti uguali, tutti sorridenti, tutti autonomi e che fanno migliorare la salute.
Questo avviene perchè lui le bici le costruisce per passione e non per lavoro, non si fa nemmeno pagare, chiede solo i soldi dei materiali e delle spese per realizzarle
. Le costruisce la notte, alle tre si alza e va a costruire biciclette, ogni notte e poi la mattina va a lavoro. Lui non me l’ha mica detto ma io sono sicuro che se gli avessi chiesto: “Di notte? Perchè di notte? La notte non è meglio riposarsi? Non hai sonno?”. Lui mi avrebbe risposto: “La notte perchè c’è silenzio e si pensa bene, la notte perchè il giorno è per tutti ma le cose speciali non si posson fare in orari convenzionali, la notte perchè io mi riposo lavorando per queste persone, in fondo si va a letto per ricaricarsi…e io mi ricarico così, come potrei affrontare una giornata di lavoro e fatiche se non avessi realizzato magie tutta la notte?”.
Lui sforna biciclette e lavora negli stessi identici orari del fornaio…"la coerenza è tutto in questo lavoro”, ti direbbe, ”chi sforna lavora la notte da sempre”.
Nelle biciclette di Anselmo trovi la passione, l’amore, la follia e il grande rispetto che lui e sua moglie hanno nel fare le cose.
Loro hanno preso la difficoltà motoria e cognitiva del figlio e ne hanno fatto stupore, meraviglia e gioia allo stato puro. Sono riusciti nel difficile, ma possibilissimo, compito di trasformare il veleno in medicina e poi hanno regalato la stessa medicina a tutti quelli che hanno incontrato per strada.
La loro strada, lo si capisce con un solo sguardo se si è abituati a guardare bene dentro, non è sempre stata in pianura, loro hanno trovato tante salite nella loro pianura padana e hanno deciso di pedalarle tutte e in tutte mettendo il figlio davanti e dicendogli a gran voce gioiosa: “Guida tu Francesco che noi ti seguiamo”.
E Francesco pedala, pedala e ride, ride e si diverte e se lo si guarda non possiamo non ridere anche noi, non possiamo non voler bene a queste persone.
Concludo questo articolo raccontandovi la mia esperienza personale emotiva di ieri. Io mi son fratturato una tibia e non cammino da 13 mesi per una osteomielite curata male che ha impedito all’osso di guarire per cui cammino con una stampella e zoppico vistosamente.
Ebbene sabato Anselmo ha deciso che per provare la bici col figlio della mia amica saremmo andati tutti insieme in bici, siccome non cammino mi ha portato a giro in una bici con una sedia davanti per chi ha problemi alle gambe.
Al ritorno lui doveva tornare a piedi per accompagnare e spiegare alla mia amica come si guidava la bici per suo figlio e quindi non sapevamo come riportare a casa la sua bici, allora io, preso dalla meraviglia, ho deciso di provare a pedalare per riportarla a casa, un percorso breve, di appena un chilometro e in pianura, potevo farcela sfruttando la gamba e quindi era per me possibile anche se non facile.
Ebbene, appena partito con la sua bici in quei posti di campagna, pedalando accanto a suo figlio che guidava una bici a tre ruote e mentre pedalava rideva ho sentito per la prima volta in 13 mesi un senso di libertà totale, un tornare ad essere autonomo che provocava gioia indescrivibile dentro, a me, che neanche piace andare in bicicletta.
Quella gioia non era la bicicletta ma l’animo di Anselmo che da dietro mi stava guardando felice perchè era riuscito, senza nemmeno chiedermelo, a farmi andare in bicicletta con una gamba rotta e là ho capito, ho sentito forte il senso di respiro, autonomia e stupore meraviglioso che lui regala a queste persone.
Pedala Anselmo pedala che Francesco è avanti e ride di un sorriso a tre ruote, trentadue denti e due occhi pieni d’infinito.
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