Oggi vorrei affrontare una tematica meno locale ma che comunque coinvolge tutti noi e merita una profonda, seria e corretta riflessione perchè se si sbaglia su questi temi gli effetti possono essere parecchio devastanti per le nostre vite, sto parlando della decisione di acquistare un’arma per difesa personale.
Ultimamente se ne parla molto e in parecchi stanno usando questa cosa per farsi campagna elettorale, il problema è che però si entra in un campo delicato, si va cioè a scavare nelle paure delle persone e si cerca di aumentarle e di portarle all’estremo così poi da poterle usare a proprio piacimento ma questo non è un giochino senza conseguenze perchè avrà ripercussioni gravissime se verrà davvero messo in atto e se convinceranno tante persone ad armarsi.
Potreste rispondermi che armarsi è giusto perchè in fondo lo state facendo solo per difesa personale e solo nel caso in cui si presenti l’occasione e non per offendere.
Il problema è però molto più ampio di ciò che sembra, innanzitutto maneggiare un’arma che ha il potenziale di uccidere una persona non è e non deve essere considerato un gioco e nemmeno una cosa facile e semplice, non è affatto facile maneggiare correttamente un’arma (sempre che esista un modo corretto di farlo, io son convinto che l’unico modo sano e corretto di usare un’arma sia quello di non averci a che fare).
Molti di noi, se si trovassero nella situazione estrema di dover usare un’arma da fuoco in casa propria, magari al buio, spaventati, mentre stanno subendo un furto e magari svegliati di soprassalto nella notte con la moglie accanto e i vostri figli nella stanza vicina che, sentendo confusione, si sono svegliati e stanno uscendo dalla loro camera per venire da noi, secondo voi quante possibilità avremmo di colpire davvero il ladro e non uccidere un familiare?
E ammesso che quando spariamo colpiamo il ladro, voi avete mai ucciso una persona? Sapete quali ripercussioni può avere sulla vostra vita sapere che avete ucciso magari un ragazzo giovane? Io sono dell’idea che si è riflettuto poco a fondo sulla questione.
Avete notato che una sola lettera, la R, differenzia la parola amiamoci dalla parola armiamoci? Ma sarà la R di Rassegnazione o la R di Rivoluzione?
Perchè vi è un enorme differenza tra le due cose. Per Rivoluzione io intendo la rivoluzione che ognuno di noi dovrebbe fare con sè stesso, ossia cercare di cambiare in meglio, di rivoluzionare il proprio pensiero e andare verso quell’umanità che oramai sembra non appartenerci più.
La R di rassegnazione invece è quella che ci fa pensare che oramai non c’è più nulla da fare e che tanto vale assecondare i nostri più biechi istinti e armarsi per sparare a chiunque possa rappresentare una minaccia e non ci fa capire che può esserci una soluzione diversa, perchè c’è sempre una soluzione diversa.
Molto dipende da cosa vi sentite minacciati, da cosa volete e desiderate difendervi, io preferisco difendermi dalla diffidenza, dal non cercare di capire l’altro che spesso porta ognuno di noi in una piccola isola personale dalla quale non vediamo nessuno e dentro la quale non vogliamo far entrare nessuno, difendiamo con le armi i nostri confini cerebrali senza accorgerci che così facendo ci annulliamo e ci distruggiamo perchè nessuno di noi può essere un’isola e nessuno di noi può vivere senza interagire con l’altro.
Bisogna riflettere profondamente sulle cose, attivare il pensiero, la fatica del cambiamento, bisogna sforzarsi ogni giorno e non permettere alla nostra parte oscurata di prendere il sopravvento.
Vi faccio un esempio pratico, Il Davide di Michelangelo. Michelangelo realizzò questa statua di marmo tra il 1501 e il 1504 e la fece utilizzando del marmo, lo stesso marmo che magari qualcuno di voi ha utilizzato per fare il lavandino del bagno, solo che il marmo usato per il Davide ha un valore infinito, non quantificabile, poichè non valutiamo solo il marmo ma l’opera d’arte che ne è scaturita fuori, il vostro lavandino invece ha un prezzo, magari costa di più di uno in ceramica ma sempre un lavandino rimane…secondo voi cosa fa questa differenza?
Eppure il materiale è lo stesso. La differenza la fa l’opera d’arte, ossia l’ingegno straordinario di Michelangelo, lo sforzo insomma, la ricerca di miglioramento dell’uomo, la sofferenza di mettersi là ogni giorno e realizzare una statua meravigliosa.
Quel marmo è oggi protetto, tenuto in un museo, fotografato in tutti i libri d’arte del mondo e porta con sè la magnificenza di Michelangelo ma anche di una città intera come Firenze. E noi cosa vogliamo fare? Cedere alla paura che ci hanno instillato dentro o reagire a tanta bruttezza con la meraviglia dello sforzo e dell’ingegno?
Vi ricordo che il granducato di Toscana è stato il primo stato al mondo ad abolire la pena di morte nel 1786, come possiamo tornare così indietro e decidere di cedere alla paura e alla bassezza?
Una storia indiana racconta di un nonno che, spiegando la vita al nipote dice: dentro ognuno di noi ci sono due lupi, uno buono ed accogliente e uno cattivo, sospettoso e aggressivo. Allora il nipote chiede: E chi vince dei due? Il nonno risponde: Quello a cui dai da mangiare.
E’ preferibile farsi rubare qualche oggetto che farsi portare via la dignità della vita e del rispetto per l’essere umano: Io ho deciso che, nonostante tutto, un’arma non entrerà mai nella mia vita.
Quindi per favore AMIAMOCI e non ARMIAMOCI…e facciamolo utilizzando al R di Rispetto, Riflessione e Ragionamento.
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