SAN CASCIANO – Se n’è andata senza fare rumore. Dopo gli ultimi mesi davvero difficili. Arrivati dopo gli ultimi anni complicati dal punto di vista della salute. Ma sempre sostenuta, in ogni momento, dai familiari.
Rita Pucci (sposata con Giorgio Lombardini) è stata salutata oggi da quelle poche persone consentite dalla legge e dai decreti sul Coronavirus, nel rito funebre celebrato nella Propositura di San Cassiano da don Massimiliano Gori.
Niente abbracci, niente condoglianze viso a viso. Parenti a distanza ma che, se non altro, a differenza di quanto accadeva fino ad alcuni giorni fa, hanno potuto darle l’ultimo saluto.
Aveva 84 anni Rita, seconda di quattro fratelli nati in campagna, a San Fabiano, lungo la strada che da Campoli, Mercatale, Quattrostrade, porta su verso Valigondoli.
Aveva vissuto anche nel cuore di San Casciano con la sua famiglia “da ragazza”, in via IV Novembre.
Poi la sua casa era stata, da decenni, via Di Vittorio. In quelle case all’inizio della strada, “arrampicate” in cima ad alcuni scalini, con i giardini nel retro, che guardano verso la Torre dell’Acqua. E, davanti, affacciati su questo inizio di via Empolese che esce dal paese ma… che è ancora paese.
E Rita quel paese lo ha frequentato a lungo. Appuntamento fisso settimanale dal parrucchiere. Il pane tutti i giorni quando c’era il Cenni in Borgo Sarchiani.
Una figlia (Barbara), un nipote (Stefano) adorati. Donna semplice, abilissima ricamatrice, preparava un “ciambellone” con uvetta e pinoli da leccarsi i baffi; molto legata alla famiglia, alla sorella e ai due fratelli. Ci ha lasciato in punta di piedi.
“La salutiamo anche da qui – dicono i familiari – visto che, purtroppo, in questi tempi così particolari non è stato possibile farlo tutti insieme. Ai tanti che ci hanno fatto le condoglianze diciamo grazie. Grazie di cuore per la vicinanza”.
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