SAN CASCIANO – E' arrabbiata Carla Pieretto. La sua è la rabbia di una mamma profondamente convinta che il figlio abbia subito un'ingiustizia. Il figlio ha 13 anni, è diversamente abile, e questa è la sua storia.
CARLA: "MIO FIGLIO RESPINTO DALLA PISCINA"
"Tra pochi giorni finiranno le scuole – inizia nel suo racconto Carla – e come fanno tanti genitori per i loro ragazzi, avevo pensato di iscrivere mio figlio ai Centri Estivi de la Botte, al Calzaiolo".
"Premetto – sottolinea – che mio figlio è seguito dagli assistenti sociali, ma la scelta dei Centri Estivi al parco l’abbiamo scartata, poiché mio figlio non può seguire corsi di tennis, di calcetto, pallavolo. Quindi abbiamo deciso di iscriverlo in un ambiente che già frequenta, che per lui è familiare e dove non si stanca eccessivamente, la Piscina Aquatica di San Casciano. Anche lì vengono organizzati i Centri Estivi".
"Dopo essermi presentata per l’iscrizione – continua Carla – precisando che mio figlio sarebbe stato affiancato da un educatore pagato, ci è stato detto che non era possibile l’accettazione. Tutto questo senza una motivata risposta".
"Abitiamo a San Casciano ormai da diversi anni – conclude la mamma – Veniamo dal Veneto, e ci sentiamo sancascianesi a tutti gli effetti, tra l’altro mio figlio è ben inserito e ben voluto da tutta la comunità, ma questo episodio ci ha particolarmente feriti. A star molto male per questo è anche sua sorella. Tutto ciò ritengo sia inammissibile in un paese come il nostro".
LA REPLICA: "UN NO CHE CI E' PESATO DOVER DIRE"
"Siamo gente onesta e coscienziosa – a parlare, dalla Piscina Aquatica, è Franco Bonciani – e proprio per questo motivo abbiamo detto alla signora che non era proprio possibile accogliere suo figlio in acqua. Siamo invece stati disponibili per tutte le attività che si svolgono presso la piscina al di fuori dell'acqua".
Poi passa a spiegare il motivo: "Abbiamo difficoltà di personale. Lo abbiamo detto anche alla signora – prosegue Bonciani – Conosciamo bene anche il figlio visto che frequenta la nostra piscina. E siamo consapevoli delle sue esigenze".
Contingenze particolari quindi, che hanno spinto verso la decisione: "Una istruttrice che avevamo, bravissima, è partira per fare un'esperienza a Malta. Un'altra, altrettanto brava, lavorerà con noi solo part time. Poi abbiamo degli splendidi collbaratori, classe '97, che quest'anno avranno gli esami di maturità. Non siamo, purtroppo, nelle condizioni di poter garantire di seguire adeguatamente il ragazzo".
Un no che pesa, ovviamente, e Bonciani ne è consapevole. La decisione non è stata certo presa a cuor leggero: "Ma proprio perché abbiamo coscienza di quel che facciamo siamo stati costretti a dirlo. Facciamo regolare attività con ragazzi diversamente abili, in molti casi cerchiamo di integrarli insieme ai normodotati. Io stesso, da responsabile formazione della FIM, ho reso obbligatoria per chi vuol prendere il patentino di istruttore la frequenza alla piscina del Cto. Che fa capire tante cose".
Insomma, un no legato a motivazioni organizzative e di sicurezza: "Discriminazione? Ma non scherziamo – conclude Bonciani – Lo ripeto: purtroppo non siamo in grado di accogliere il ragazzo per il nuoto. Ma, come ho detto, i nostri Centri Estivi hanno anche tante attività fuori dall'acqua per le quali siamo a disposizione".
di Antonio Taddei, Matteo Pucci
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